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Gli onorevoli morosi affossano i bilanci dei partiti, il M5S ha 2,8 milioni di crediti

I bilanci 2024 rivelano un problema trasversale: il M5S ha 2,8 milioni di crediti verso parlamentari morosi, il PD 441.000 euro, Forza Italia in difficoltà con disavanzo di 307.000 euro. Solo Sinistra Italiana in controtendenza positiva.

I bilanci 2024 dei principali partiti politici italiani rivelano un problema strutturale ricorrente che attraversa trasversalmente tutto l’arco parlamentare: la morosità degli eletti nel versamento delle quote dovute alle rispettive organizzazioni politiche. Dal Movimento 5 Stelle al Partito Democratico, passando per Forza Italia, le cifre che emergono dai rendiconti ufficiali testimoniano come la disciplina finanziaria interna rappresenti una criticità persistente per la sostenibilità economica delle formazioni politiche.

Il Movimento 5 Stelle detiene il primato negativo con crediti verso parlamentari e consiglieri regionali che ammontano a 2,8 milioni di euro, a cui si aggiungono ulteriori 1,4 milioni di euro per indennità di fine mandato non ancora riscosse. Nonostante il movimento pentastellato presenti un avanzo di bilancio superiore ai 2 milioni di euro, la presenza di crediti così ingenti evidenzia una gestione problematica dei rapporti finanziari con i propri rappresentanti istituzionali, eredità di una fase in cui molti portavoce hanno iniziato a non restituire più le somme previste dal regolamento interno, consapevoli di non essere ricandidati o di non trovarsi in posizione utile per la rielezione.

Il Partito Democratico registra crediti verso senatori e deputati pari a 441.000 euro, in diminuzione di 55.000 euro rispetto al 2023. La relazione al rendiconto dem testimonia un’attività di recupero sistematica, con 9 azioni giudiziarie aperte contro parlamentari morosi di varie legislature e 4 accordi transattivi già conclusi. Il tesoriere Michele Fina sottolinea come i crediti siano stati prudenzialmente svalutati e iscritti al netto del fondo svalutazione crediti, in base al presunto valore di realizzo. Nonostante l’avanzo di bilancio di 650.000 euro, la persistenza di questa voce creditoria conferma la difficoltà nel garantire uniformità nei pagamenti da parte degli eletti.

Forza Italia affronta una situazione particolarmente critica, con un disavanzo di 307.000 euro nel bilancio 2024, aggravato dalla “discontinuità dei versamenti” da parte di alcuni esponenti del partito. La relazione al rendiconto azzurro evidenzia come questo aspetto rappresenti un problema concreto per la tenuta finanziaria dell’organizzazione, tanto da spingere la dirigenza a prospettare “decisioni più rigorose per ottenere i pagamenti”, facendo leva sulle norme statutarie interne che prevedono per i morosi l’ineleggibilità e la decadenza dagli incarichi di partito. L’escalation della morosità in casa Forza Italia non è fenomeno recente: già nel 2014 si registrava che il 30-40% dei parlamentari nazionali non versava il contributo elettorale dovuto, con un buco complessivo nelle casse del partito stimato in circa 6 milioni di euro.

In controtendenza rispetto al panorama generale, Sinistra Italiana rappresenta l’unica formazione politica a registrare un trend positivo, con un aumento dei contributi parlamentari da 204.000 a 281.000 euro, con versamenti individuali compresi tra i 42.000 e i 55.000 euro annui. Questo incremento testimonia una maggiore regolarità nei versamenti e un rafforzamento delle entrate dirette dai propri rappresentanti istituzionali, elemento che distingue il movimento guidato da Nicola Fratoianni in un contesto dove la maggior parte dei partiti soffre di cali o stagnazione delle somme provenienti dai contributi interni.

Per quanto riguarda i partiti di maggioranza, Fratelli d’Italia e Lega non hanno ancora pubblicato dati completi sui crediti verso i propri parlamentari nei bilanci 2024. Tuttavia, dalle informazioni disponibili emerge che Fratelli d’Italia ha registrato una crescita significativa del 53% nei fondi provenienti dal 2×1000, raggiungendo 4,8 milioni di euro tra il 2022 e il 2023, segnale di un consolidamento della base di sostegno popolare che può compensare eventuali problematiche legate ai contributi interni.

Tra i partiti minori, Italia Viva presenta un quadro finanziario particolarmente preoccupante, con un disavanzo di 1.417.460 euro nel bilancio 2024, aggravato dalla contrazione dei contributi dei sostenitori privati e dalle ingenti spese sostenute per le elezioni europee. Il movimento di Matteo Renzi ha speso quasi 1,7 milioni di euro in “pubblicità e propaganda”, cifra che evidenzia l’insostenibilità economica di certe strategie comunicative in assenza di adeguate entrate. Azione, dal canto suo, ha subito un significativo ridimensionamento parlamentare nel 2024, passando da 13 a 9 rappresentanti dopo l’abbandono di figure di spicco come Mariastella Gelmini e Mara Carfagna.

La questione delle quote parlamentari rivela un sistema articolato e differenziato tra le varie formazioni politiche. La Lega mantiene il primato per l’entità dei versamenti richiesti, con 3.000 euro mensili per ogni parlamentare, somma giustificata dalla necessità di contribuire alla progressiva restituzione dei famosi “49 milioni di euro” del caso diamanti. Il Movimento 5 Stelle richiede 2.200 euro mensili, mentre Partito Democratico e Fratelli d’Italia prevedono contributi analoghi di 1.500 euro mensili più ulteriori 500 euro destinati alle strutture regionali, per un totale di 2.000 euro.

Forza Italia adotta un sistema misto, con 900 euro mensili per tutta la durata della legislatura e un versamento una tantum di 30.000 euro al momento dell’elezione, oltre alla copertura delle spese di campagna elettorale a livello nazionale. All’estremo opposto, Italia Viva prevede il contributo più contenuto, con appena 500 euro mensili, cifra che riflette la difficoltà del partito nel mantenere una struttura organizzativa sostenibile.

Il fenomeno della morosità parlamentare non rappresenta una novità nel panorama politico italiano. Già nel 2014, il Partito Democratico registrava un “buco” di 600.000 euro sui 5,4 milioni previsti dal bilancio nazionale, con morosità che nei quattro anni dal 2009 al 2012 superarono gli 1,6 milioni di euro. Tra i morosi dell’epoca figuravano personalità di rilievo come l’ex presidente della Rai Roberto Zaccaria, l’ex ministro Tiziano Treu e l’attuale sindaco di Roma Ignazio Marino, all’epoca senatore.

Le strategie di recupero crediti adottate dai partiti spaziano dalle azioni legali agli accordi transattivi, fino alla minaccia di sanzioni disciplinari interne. Il Partito Democratico ha intensificato l’azione giudiziaria, mentre Forza Italia prospetta l’applicazione rigorosa delle norme statutarie che prevedono ineleggibilità e decadenza dagli incarichi per i morosi. Queste misure, tuttavia, si scontrano con la realtà di un sistema politico in cui molti parlamentari, consapevoli di non essere ricandidati, tendono a ridurre o interrompere i versamenti, creando un circolo vizioso che aggrava le difficoltà finanziarie dei partiti.

La problematica assume particolare rilevanza nel contesto dell’attuale sistema di finanziamento della politica, caratterizzato dall’abolizione del finanziamento pubblico diretto e dalla dipendenza crescente dal 2×1000 dell’IRPEF e dai contributi privati. In questo scenario, i versamenti dei parlamentari costituiscono una fonte di entrata fondamentale per la sostenibilità delle organizzazioni politiche, rendendo la morosità un fattore di instabilità economica che può compromettere il funzionamento ordinario dei partiti e la loro capacità di competere efficacemente nel sistema democratico.

L’analisi dei bilanci 2024 evidenzia come la gestione della morosità parlamentare rappresenti una cartina di tornasole della salute organizzativa dei partiti. Mentre formazioni come Sinistra Italiana dimostrano che è possibile mantenere rapporti finanziari corretti con i propri eletti, la persistenza del fenomeno nella maggior parte delle altre organizzazioni politiche segnala la necessità di riforme strutturali nei meccanismi di controllo e nelle procedure di riscossione, per garantire maggiore trasparenza e sostenibilità al sistema politico italiano. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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