L’Unione Sindacale di Base ha proclamato un nuovo sciopero generale per il 28 novembre 2025 contro quella che definisce la “finanziaria di guerra” del governo Meloni, mentre la Commissione di Garanzia degli Scioperi ha avviato procedimenti sanzionatori per la protesta del 3 ottobre scorso.
L’Esecutivo Nazionale Confederale dell’USB, riunito nella giornata di ieri a Roma, ha individuato nel 28 novembre la data per lo sciopero generale di tutte le categorie lavorative, sia del settore pubblico che privato. La decisione dovrà essere formalizzata dall’assemblea nazionale dei delegati e delle delegate in programma per il prossimo 1° novembre al Teatro Italia di Roma, ma l’approvazione appare scontata considerando l’orientamento emerso dalla riunione confederale.
Al centro della protesta USB si colloca la questione salariale, con il sindacato che invita a rimettere in discussione la firma degli ultimi contratti nazionali stipulati. L’organizzazione sindacale rivendica che tutti i contratti nazionali devono assicurare almeno duemila euro come livello minimo di partenza e in paga base, definendo questa soglia come “la linea invalicabile per garantire una retribuzione dignitosa e consentire il recupero delle fortissime perdite accumulate dai salari negli ultimi trent’anni”.
Particolarmente critica la posizione del sindacato di base sulla questione previdenziale, considerando inaccettabile che si continui ad allungare l’età pensionabile che va invece riportata a 62 anni. L’USB denuncia una situazione paradossale dove “in Italia si lavora troppo e con salari da fame”, mentre “milioni di pensionati sono condannati ad una vecchiaia di povertà assoluta”.
La mobilitazione del 28 novembre si inserisce in un quadro di crescente tensione sindacale, con CGIL e UIL che hanno già proclamato per il 29 novembre uno sciopero generale di otto ore contro la manovra di bilancio 2026. Le due confederazioni maggiori accusano il governo di “infliggere sette anni di austerità” ai lavoratori, denunciando la perdita del potere d’acquisto causata da un’inflazione da profitti e l’insufficiente rivalutazione delle pensioni “con la beffa di un aumento di soli tre euro al mese per le minime”.
Parallelamente alla proclamazione del nuovo sciopero, la Commissione di Garanzia sugli Scioperi ha deliberato l’apertura di un procedimento di valutazione del comportamento nei confronti dei sindacati che hanno aderito allo sciopero generale del 3 ottobre scorso. Il provvedimento riguarda CGIL, USB, CUB, SGB, COBAS, CIB UNICOBAS e COBAS Sardegna, tutte organizzazioni che avevano proclamato la mobilitazione in risposta al blocco della Global Sumud Flotilla da parte delle forze israeliane.
Il Garante aveva già segnalato il 2 ottobre la violazione dell’obbligo legale di preavviso previsto dalla legge 146/90, ritenendo inconferente il richiamo all’articolo 2, comma 7 che consente scioperi senza preavviso solo “nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale, o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori”. Nonostante l’avviso preventivo, lo sciopero si è svolto regolarmente con una larga partecipazione alle manifestazioni di piazza.
L’USB ha risposto alle sanzioni annunciate definendo l’iniziativa del Garante come “una operazione repressiva” finalizzata a colpire l’organizzazione che “prima ha realizzato il grande sciopero generale del 22 settembre, e poi ha finito per trascinare anche la CGIL nello sciopero del 3 ottobre”. Il sindacato di base ha fatto appello a tutti i lavoratori che hanno scioperato il 3 ottobre a sostenere le ragioni di legittimità dello sciopero, invitandoli a inondare di messaggi di protesta la casella di posta della Commissione.
Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini ha espresso “soddisfazione” per l’iniziativa del Garante, come riportato in una nota del MIT. Il leader della Lega aveva già precedentemente definito “irresponsabile” il comportamento dell’USB, avvertendo che non avrebbe permesso che “blocchino il Paese e lo portino nel caos”.
Le sanzioni amministrative che potrebbero essere irrogate ai sindacati vanno da un minimo di duemilacinquecento euro fino a cinquantamila euro, con la possibilità di raddoppio fino a centomila euro in caso di reiterazione della violazione. Tra le misure sanzionatorie figurano anche la sospensione dei permessi sindacali retribuiti e dei contributi sindacali.
La situazione si complica ulteriormente considerando che l’USB ha già annunciato la possibilità di ricorrere all’articolo 2 comma 7 della legge 146 del 1990 per proclamare scioperi senza preavviso “nel caso dovesse precipitare la situazione della Flotilla”, mantenendo alta la tensione con le istituzioni di garanzia.
Nel frattempo, anche la Confederazione Unitaria di Base (CUB) ha proclamato uno sciopero generale nazionale per il 28 novembre, con modalità specifiche per i diversi settori: dalle ore 21:00 del 27 novembre alle ore 21:00 del 28 novembre per il personale ferroviario, dalle ore 22:00 del 27 novembre alle ore 22:00 del 28 novembre per il personale autostradale, e quattro ore per i Vigili del Fuoco dalle ore 09:00 alle ore 13:00 del 28 novembre per il personale turnista.
La manovra di bilancio 2026 al centro delle proteste prevede una riduzione dell’aliquota IRPEF dal 35% al 33% per i redditi compresi tra ventottomila e cinquantamila euro, con un beneficio stimato in 2,7 miliardi di euro per il 2026. Tuttavia, i sindacati considerano del tutto inadeguate le misure adottate per affrontare la crisi del potere d’acquisto e la necessità di investimenti massicci in sanità, istruzione e servizi pubblici.
L’escalation del conflitto tra sindacati di base e governo si inserisce in un contesto più ampio di tensioni sociali, con l’USB che continua a legare le rivendicazioni sindacali tradizionali alla solidarietà internazionale per la Palestina, mantenendo viva la parola d’ordine “blocchiamo tutto” che ha caratterizzato le precedenti mobilitazioni.
La doppia data di sciopero generale – 28 novembre per USB e CUB, 29 novembre per CGIL e UIL – testimonia la frammentazione del fronte sindacale ma anche la convergenza sostanziale nella critica alla politica economica del governo Meloni, con l’autunno che si preannuncia caratterizzato da una forte conflittualità sociale e sindacale. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!