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Fedez: “Non stimo troppo Zan, apprezzo più Adinolfi”, il rapper dice la sua su Destra e Sinistra

Nel suo nuovo libro, Fedez prende le distanze da Zan, critica duramente il DDL sull’omotransfobia e rivaluta la posizione dialettica di Adinolfi.

Nel panorama mediatico italiano, le recenti dichiarazioni di Fedez contenute nel suo nuovo memoir, L’acqua è più profonda di come sembra da sopra, stanno suscitando ampie discussioni e reazioni trasversali sia nel mondo della politica sia all’interno del dibattito sull’attivismo per i diritti civili. Il rapper, che negli ultimi anni era stato spesso identificato con l’etichetta di “paladino arcobaleno” nell’opinione pubblica, ha inteso restituire una visione più sfaccettata e complessa riguardo il proprio rapporto con il DDL Zan e con i protagonisti del dibattito sull’omotransfobia.

Secondo quanto scrive lo stesso Fedez nel volume pubblicato a ottobre 2025, l’attribuzione forzata della figura pubblica di difensore dei diritti LGBTQIA+ sarebbe stata il frutto di una semplificazione mediatica italiana che, anche nei suoi confronti, si è tradotta nell’affibbiare etichette a figure complesse senza considerare la reale profondità delle loro motivazioni. Il rapper precisa di non essersi mai sentito direttamente “Federico Arcobaleno” e di aver sostenuto la legge contro l’omofobia più per una questione di principio sul rispetto delle procedure democratiche, ostacolate da esponenti del centrodestra, che non per un’approvazione incondizionata dei contenuti tecnici del testo, da lui definito espressamente “un provvedimento scritto male”.

Fedez giunge a critiche esplicite nei confronti di Alessandro Zan, primo firmatario del disegno di legge per il contrasto alla discriminazione e violenza per motivi di orientamento sessuale e identità di genere. Nel libro ribadisce la scarsa stima personale verso Zan, sostenendo che questi “reciti una parte” e, quando invitato a confrontarsi pubblicamente con l’avversario politico Mario Adinolfi, eviterebbe il dialogo adducendo il rischio di fornire visibilità alla parte avversa. Secondo Fedez, invece, il rifiuto del confronto deriverebbe da una reale debolezza dialettica davanti all’avversario, che a suo avviso risulterebbe “superiore” nel dibattito pubblico. Arrivando ad una posizione sorprendente per chi ha sostenuto la battaglia dell’attivismo LGBTQIA+ negli anni recenti, il cantante dichiara di apprezzare di più Adinolfi, pur distante anni luce dalle sue idee, per la “disponibilità ad accettare il confronto” e per il coraggio di non tirarsi mai indietro, aspetto che nel contesto attuale identifica come una maggiore coerenza e trasparenza rispetto ad altri esponenti del dibattito politico.

Queste affermazioni giungono in un momento in cui il dibattito sulla libertà di espressione, sulle tutele contro l’omotransfobia e sulla qualità delle proposte legislative in materia è elevato e fortemente polarizzato sia nel Parlamento che nei media. La figura di Mario Adinolfi, spesso punto di riferimento per le posizioni più conservatrici e leader de Il Popolo della Famiglia, è stata più volte in passato protagonista di dichiarazioni polemiche contro la stessa esistenza dell’omofobia, la legittimità del DDL Zan e le famiglie arcobaleno. Tuttavia, è proprio la sua disponibilità al confronto diretto, anche nei contesti antagonisti, ad essere esplicitamente elogiata da Fedez, che sottolinea la distanza ideologica ma la reputa una qualità rara nei tempi attuali del dibattito politico italiano.

Rileggendo a ritroso il ruolo di Fedez nel dibattito pubblico sul DDL Zan, emerge un percorso che dal sostegno pubblico e plateale sui social e sul palco del Concertone del Primo Maggio, con attacchi diretti a figure della Lega accusate di ostruzionismo parlamentare, arriva ora ad una posizione più disincantata e autocritica, attribuendo la propria esposizione più a una reazione ad atti politici (come il contenzioso con il senatore Ostellari sulla mancata calendarizzazione della legge) che a un’adesione piena e consapevole al testo così come era stato formulato. Il rapper puntualizza che molte delle sue critiche pubbliche sono state strumentalizzate, diventando più il centro del dibattito mediatico rispetto ai reali diritti e alle esigenze della comunità LGBTQIA+.

Le rivelazioni del libro di Fedez rappresentano così una deviazione chiara rispetto al percorso degli ultimi anni. Proprio questa onestà nel mettere a nudo limiti, contraddizioni e zone d’ombra della sua esposizione, della legge e dei suoi principali promotori, appare come un raro esempio di autocritica da parte di un personaggio pubblico che ha scelto di staccarsi temporaneamente anche dal mondo dei social per intraprendere un viaggio più introspettivo. Il messaggio che sembra emergere è quello di un paese in cui il dibattito sui diritti civili tende a ridursi in scontro di slogan e di personaggi, sacrificando la complessità a favore del consenso immediato e della semplificazione narrativa, mentre la natura reale delle battaglie civili rischia di perdersi dietro etichette e polemiche personali.

Le reazioni alle nuove dichiarazioni non si sono fatte attendere. Nel fronte progressista e tra i principali sostenitori della legge, si sottolineano i cambi di posizione di Fedez, talvolta letti come incoerenza, soprattutto alla luce del clamoroso scontro che coinvolse l’artista, la RAI e alcuni esponenti della Lega nel 2021. In quell’occasione, il rapper aveva esposto con forza le priorità della lotta all’omotransfobia contro le resistenze delle destre e aveva persino organizzato live streaming social in compagnia dello stesso Alessandro Zan per favorire la discussione sulla necessità, secondo lui all’epoca, di una legge più avanzata contro la discriminazione.

Appare così evidente come il percorso di Fedez rispecchi a suo modo le ambiguità, le difficoltà e le trasformazioni del dibattito italiano sui diritti civili, dove polarizzazione, personalismi e l’incapacità di procedere con serietà sulle riforme legislative continuano a caratterizzare la scena pubblica e parlamentare. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!