Scarica l'App NewsRoom.
Non perderti le ULTIME notizie e le ALLERTA METEO in tempo reale.

Scarica GRATIS

Amadeus pronto a tornare in Rai al posto di Stefano De Martino? L’indiscrezione

I risultati sotto le attese dei programmi di Amadeus sul Nove alimentano le indiscrezioni su un possibile addio anticipato del conduttore al gruppo e su un suo ritorno in Rai.

L’esperienza di Amadeus a Warner Bros Discovery, iniziata poco più di un anno fa come uno dei più clamorosi trasferimenti della tv italiana recente, appare sempre più segnata da un destino in salita. I risultati d’ascolto dei format lanciati sul Nove non hanno rispettato le aspettative dell’azienda, che aveva puntato sull’ex direttore artistico di Sanremo come motore di una definitiva consacrazione del canale nel panorama generalista. In parallelo, indiscrezioni sempre più insistenti raccontano di una Rai che avrebbe ripreso a sondare il terreno per un eventuale rientro del conduttore, fino a ipotizzare un suo nuovo ruolo in access prime time e, nel medio periodo, un possibile coinvolgimento nel futuro del Festival di Sanremo.

Per comprendere il perimetro di queste manovre occorre tornare alla primavera 2024, quando Amadeus annunciò ufficialmente la decisione di non rinnovare il contratto con la Rai in scadenza il 31 agosto, chiudendo un rapporto costellato da cinque Festival di Sanremo consecutivi e dal successo di programmi come Affari tuoi e Soliti ignoti. Viale Mazzini, in una nota formale, rivendicò di aver fatto “tutte le proposte possibili, economiche ed editoriali, nella piena garanzia della massima libertà artistica”, sottolineando però il rispetto per la scelta del conduttore e la gratitudine per i risultati ottenuti in termini di ascolti e ricavi pubblicitari. Di fronte alla corte di diversi gruppi, Amadeus optò per Warner Bros Discovery, che gli offrì un contratto pluriennale e un ruolo di primo piano nel rilancio del Nove come terza forza stabile nel generalismo italiano.

L’impianto industriale dell’operazione prevedeva che Amadeus diventasse volto di riferimento della rete sia in access prime time, fascia strategica per la costruzione del pubblico serale, sia in prime time con una serie di grandi intrattenimenti. I primi esperimenti hanno però mostrato un quadro molto più complesso del previsto. Format come The Cage – Prendi e scappa e Like a Star, riconducibili per meccanismi e atmosfere alla scuola dei quiz popolari già sperimentata in Rai, non sono riusciti ad avvicinare le performance di Affari tuoi, fermandosi attorno a uno share poco sopra il 4 per cento e rimanendo distanti dai risultati a doppia cifra costruiti in precedenza sul primo canale del servizio pubblico. Ancora più evidente il rallentamento di Chissà chi è, erede di Soliti ignoti, che dopo circa 80 puntate si è stabilizzato su valori intorno al 2,8 per cento di share, insufficienti a trainare la serata e a giustificare l’investimento industriale dichiarato.

Il segnale più forte delle difficoltà si è manifestato con la seconda edizione de La Corrida in versione Nove, presentata come uno dei titoli di punta dell’offerta di intrattenimento generalista del gruppo. Dopo un buon debutto nella precedente stagione, la nuova serie è precipitata negli ascolti, con puntate seguite da meno di 500 mila spettatori e uno share oscillante tra il 2,3 e il 3,7 per cento, meno della metà del pubblico raccolto un anno prima. Alcune analisi del settore hanno parlato apertamente di “esperienza Nove allo sbaraglio”, evidenziando come il conduttore sia rimasto sostanzialmente solo nel gestire un progetto editoriale ambizioso ma non supportato da un ecosistema produttivo, promozionale e di palinsesto paragonabile a quello delle grandi ammiraglie generaliste.

In questa cornice si inseriscono le indiscrezioni su un possibile ripensamento reciproco tra Amadeus e Warner Bros Discovery. Secondo ricostruzioni circolate in queste settimane, l’azienda si troverebbe nella necessità di rivalutare i contratti più onerosi firmati negli anni dell’espansione aggressiva, in un momento in cui il gruppo è al centro di una procedura formale di vendita che vede in corsa tre colossi internazionali – Netflix, Paramount Skydance e Comcast – pronti a rilevare in tutto o in parte gli asset di Warner Bros Discovery. Fonti di settore riferiscono che i vertici di Nove sarebbero disponibili a discutere, in un quadro più ampio di razionalizzazione, una possibile uscita anticipata e consensuale del conduttore, qualora maturassero condizioni favorevoli per entrambe le parti.

Dall’altro lato, la Rai osserva con attenzione. Già nel corso del 2025, esponenti di Viale Mazzini hanno lasciato trapelare l’assenza di preclusioni a un eventuale ritorno di Amadeus, a condizione che si definiscano nuovi equilibri editoriali e contrattuali. In un intervento pubblico, il direttore del prime time Marcello Ciannamea, interpellato sull’ipotesi, ha parlato di “porte aperte” al rientro del conduttore, pur sottolineando che al momento nessuna trattativa formale risulta avviata. Nelle ricostruzioni degli addetti ai lavori, l’opzione più realistica sarebbe il rilancio in access prime time con un game show ad alto riconoscimento popolare, sulla scia del modello Affari tuoi, da inserire in una strategia più ampia di difesa e consolidamento della leadership di Rai 1 nella fascia preserale.

Il capitolo Sanremo resta, per ora, sullo sfondo. Dopo cinque edizioni consecutive alla guida del Festival, l’ipotesi di un sesto mandato era stata esclusa già al momento del divorzio dalla Rai, e i vertici del servizio pubblico hanno già avviato una rotazione alla conduzione, puntando su nuovi nomi per le prossime stagioni. Tuttavia, alcune analisi sottolineano come un eventuale ritorno di Amadeus a Viale Mazzini nel medio periodo, una volta archiviata la fase contrattuale con Warner Bros Discovery, potrebbe rimettere sul tavolo un suo coinvolgimento nella macchina festivaliera, non necessariamente come direttore artistico ma magari in un ruolo di co-conduttore o di consulente editoriale per un’edizione speciale, guardando in prospettiva al biennio 2027-2028.

Il quadro è reso più incerto dal contesto internazionale in cui si muove Warner Bros Discovery. Il gruppo, nato dalla fusione tra Discovery e WarnerMedia, ha avviato nell’autunno 2025 un processo strutturato di valutazione di offerte di acquisto, dopo i primi approcci di Paramount Skydance, cui si sono aggiunte proposte da parte di Netflix e Comcast. Le trattative, secondo ricostruzioni di stampa statunitense ed europea, sono entrate nel vivo con un secondo round di offerte vincolanti: Netflix avrebbe messo sul piatto una proposta in gran parte in contanti per gli asset legati agli studios cinematografici e alla piattaforma HBO Max, mentre Paramount punta all’acquisizione dell’intero perimetro societario e Comcast si concentrerebbe anch’essa sull’area studio e streaming. Il board di Warner Bros Discovery punta a chiudere il processo entro fine anno, con la possibilità di concedere un periodo di negoziazione in esclusiva a uno dei contendenti.

Per il mercato italiano, e per il Nove in particolare, lo scenario non è neutrale. In caso di acquisizione da parte di un soggetto focalizzato sugli asset streaming e sugli studi, come nel caso di Netflix o di una Comcast interessata a rafforzare Peacock, le attività free-to-air internazionali potrebbero essere oggetto di una revisione strategica, con una possibile riorganizzazione degli investimenti sui singoli mercati e una selezione più severa dei contratti di talento. Se invece a prevalere fosse l’offerta di Paramount Skydance, orientata a rilevare il gruppo nella sua interezza, lo sbocco naturale potrebbe essere l’integrazione delle reti lineari in un polo globale che unisce news, sport e intrattenimento tradizionale, con una maggiore continuità di gestione ma comunque dentro un perimetro di forti pressioni sul fronte dei costi. In entrambi i casi, figure di alto profilo con risultati non allineati alle aspettative, come nel caso di Amadeus sul Nove, entrano fisiologicamente nei dossier di razionalizzazione.

Le voci su un possibile addio anticipato del conduttore a Warner Bros Discovery e su un rientro alla Rai si inseriscono quindi in una fase di forte fluidità, nella quale le parti mantengono il massimo riserbo. Amadeus, stando a quanto filtra dal suo entourage, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sulle indiscrezioni, nel tentativo di non condizionare un eventuale tavolo negoziale, mentre da Viale Mazzini filtrano segnali di interesse ma nessuna presa di posizione pubblica oltre ai generici richiami alla stima reciproca. Per il pubblico generalista, abituato a identificare il conduttore con alcuni dei titoli più popolari della stagione televisiva degli ultimi anni, la fase attuale rappresenta una sorta di sospensione, con la percezione di un talento di punta momentaneamente ai margini dei grandi flussi di ascolto.

La sensazione diffusa tra gli operatori del settore è che le prossime settimane, in parallelo con l’evoluzione del dossier Warner Bros Discovery, saranno decisive per capire se l’avventura di Amadeus al Nove si chiuderà con un divorzio consensuale e se la Rai tradurrà le aperture di principio in una proposta concreta, partendo proprio da un nuovo progetto di access o da un rientro progressivo su più fronti. Fino ad allora, il conduttore resta al centro di un crocevia in cui le scelte dei grandi gruppi globali dell’intrattenimento si intrecciano con gli equilibri della televisione generalista italiana, segnando uno dei casi più emblematici di come i movimenti della finanza internazionale possano riflettersi direttamente sui volti simbolo del piccolo schermo nazionale. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!