Dopo poco più di un anno di programmazione, “Mattino 4” esce ufficialmente di scena. Mediaset ha deciso di non includere il programma nei palinsesti autunnali 2025-2026, decretandone la cancellazione definitiva. Una scelta che, a prima vista, potrebbe apparire come una normale operazione di rinnovamento editoriale, ma che, se letta con attenzione, svela le dinamiche sempre più complesse che governano oggi il mondo dell’informazione televisiva, i bilanci aziendali e le strategie di posizionamento dei grandi gruppi mediatici.
Lanciato l’11 marzo 2024 come spin-off di “Mattino Cinque”, “Mattino 4” si inseriva in un contesto televisivo già affollato, ma con un obiettivo preciso: presidiare la fascia mattutina di Rete 4 con un prodotto giornalistico di stampo informativo e di approfondimento. La conduzione era affidata a due volti noti del panorama televisivo: Federica Panicucci, già volto di punta della versione su Canale 5, e Roberto Poletti, ex volto Rai con esperienza nel commento politico e nell’attualità.
Il format era costruito sulla scia di “Mattino Cinque News”: cronaca, attualità, ospiti fissi e commentatori di punta, come Antonio Caprarica, Matteo Bassetti, Flavia Vento e Raffaello Tonon. Tuttavia, fin dai primi mesi, il programma ha faticato a scrollarsi di dosso l’etichetta di “doppione”. Il pubblico si è trovato davanti a due contenitori simili nella forma e nei contenuti, distanziati solo dal tasto del telecomando e dall’orario di programmazione.
Quello che rende la vicenda di “Mattino 4” particolarmente interessante è che la sua cancellazione non è legata a un insuccesso negli ascolti. Al contrario, i dati registrati durante la prima stagione – con una media del 4,8% di share – hanno rappresentato un miglioramento tangibile rispetto alla programmazione precedente di Rete 4 nella stessa fascia. La puntata d’esordio aveva ottenuto 336.000 spettatori e il 5,77% di share, numeri dignitosi per un contenitore nuovo e per una rete come Rete 4, storicamente più debole nelle prime ore della giornata.
La fidelizzazione di un pubblico, seppur ristretto, era un risultato che molti davano come acquisito. Ma nel nuovo contesto televisivo, dove i margini di profitto si fanno sempre più sottili, anche buoni risultati non bastano se i costi non sono giustificati da rendimenti superiori. E così, con una logica spietata ma comprensibile, Mediaset ha scelto la via della razionalizzazione economica.
Secondo quanto riportato dal giornalista Giuseppe Candela su Dagospia, la chiusura di “Mattino 4” è dovuta soprattutto a motivi economici. Più che una bocciatura editoriale, si tratta di una scelta industriale: lo spazio lasciato libero da Panicucci e Poletti verrà occupato da Tempesta d’amore, una soap opera tedesca di lungo corso, ben nota al pubblico di Rete 4.
Una scelta che risponde a una logica precisa: la soap costa meno, garantisce ascolti stabili e ha una fanbase consolidata. Il rapporto costi-benefici è favorevole, soprattutto se confrontato con una produzione originale che, pur con risultati discreti, richiede una macchina più complessa fatta di studi, troupe, opinionisti, regia live e conduzione in diretta. Un investimento importante che, in tempi di spending review televisiva, diventa difficile da giustificare.
La cancellazione di “Mattino 4” può essere letta anche come un segnale più ampio del momento che sta vivendo la televisione generalista. I contenitori giornalistici vivono una fase di trasformazione: se non sono capaci di diventare prodotti trainanti o fortemente identitari, rischiano di essere sacrificati in favore di contenuti a basso costo e alta resa. Il mattino non è più solo informazione, ma sempre più spesso diventa intrattenimento leggero, comfort television, o narrazione rassicurante come quella delle soap.
In questo contesto, la scelta di sdoppiare l’impegno di Federica Panicucci su due canali e due programmi simili si è rivelata un azzardo poco sostenibile. L’esperimento editoriale – quello di testare una conduzione “speculare” su due reti diverse – era audace e curioso, ma si è scontrato con la realtà della saturazione dell’offerta e della crescente esigenza di differenziazione tra i palinsesti.
Nonostante la chiusura del programma, sia Panicucci che Poletti rimangono figure centrali nel panorama Mediaset. La conduttrice tornerà a concentrarsi esclusivamente su “Mattino Cinque News”, potendo così dedicarsi con maggiore energia al suo progetto principale. Un ritorno all’essenziale che, probabilmente, gioverà anche alla qualità del prodotto su Canale 5.
Roberto Poletti, dal canto suo, continuerà la sua collaborazione con l’azienda. Attualmente conduce “4 di Sera Weekend” insieme a Francesca Barra, e si prevede un suo coinvolgimento in nuovi progetti editoriali. Con il suo profilo più istituzionale e una solida esperienza nel racconto dell’attualità politica, Poletti resta una risorsa utile per i programmi di approfondimento della rete.
La storia di “Mattino 4” ci lascia in eredità una riflessione più profonda sullo stato della televisione italiana. La scommessa su un’offerta informativa mattutina “duplicata” si è rivelata poco sostenibile non per mancanza di qualità, ma per un contesto che richiede scelte sempre più nette, orientate all’efficienza. È un segnale che le redazioni, i produttori e i broadcaster farebbero bene a tenere in considerazione: l’originalità editoriale da sola non basta se non è supportata da un modello economico sostenibile. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!