La recente puntata del podcast Supernova di Alessandro Cattelan ha acceso i riflettori su un confronto professionale tanto schietto quanto illuminante tra due dei volti più noti del panorama televisivo italiano. Antonella Clerici, ospite della trasmissione, ha rilasciato dichiarazioni dirette e prive di filtri sul collega, offrendo una prospettiva critica ma costruttiva sul suo modo di condurre che ha catturato l’attenzione di media e pubblico.
La conduttrice di È sempre mezzogiorno non ha utilizzato eufemismi nel descrivere quello che considera un limite professionale di Cattelan, pronunciando parole che hanno il sapore di un monito fraterno ma deciso: “Lo sai che ti amo e che sei bravissimo. Però dovresti solo abbassarti un po’. Tu ti diverti, ma devi far divertire anche gli altri. Questo è un rimprovero che ti ho già detto tante volte, perché devi dare di più dal punto di vista emotivo”. Queste parole rappresentano molto più di una semplice osservazione: costituiscono un’analisi professionale che tocca il cuore del problema televisivo contemporaneo, ovvero la capacità di creare una connessione autentica con il pubblico.
Il contesto in cui si inserisce questo scambio è particolarmente significativo, considerando che Alessandro Cattelan attraversa una fase delicata della sua carriera televisiva. Dopo anni di investimenti da parte della Rai, che aveva riposto grandi speranze nel conduttore considerandolo un possibile futuro volto di punta del servizio pubblico, i risultati ottenuti non hanno soddisfatto le aspettative. Il suo late show Stasera c’è Cattelan, trasmesso su Rai 2 dal 2022, ha registrato ascolti altalenanti che hanno portato alla sua esclusione dai palinsesti per la stagione 2025/2026.
La risposta di Cattelan alle osservazioni della Clerici ha rivelato la sua consapevolezza critica riguardo alle proprie dinamiche comunicative: “A me sembra già di essere il più scemo del villaggio… poi mi imbarazzano queste cose. L’emozione in tv mi sembra finta“. Questa replica mette in luce un paradosso interessante: da un lato la percezione di Cattelan di essere già sufficientemente “alla portata” del pubblico, dall’altro la sua reticenza verso quella che considera una manifestazione artificiosa di emotività televisiva.
La Clerici ha ulteriormente approfondito la sua critica, entrando nel merito della questione con la precisione di chi ha quarant’anni di esperienza televisiva alle spalle: “Il fatto è che nelle tue cose tu ti diverti tu, devi far divertire anche gli altri, devi coinvolgerli, e tu ogni tanto – questo è un rimprovero che ti ho fatto tante volte – devi dare di più dal punto di vista emotivo. E tu ce l’hai questa cosa cavolo Ale, devi tirarla fuori“. La conduttrice ha poi aggiunto una riflessione metodologica sulla sua esperienza professionale: “Tu sei così bravo a fare le interviste, io spesso mi immedesimo, ascolto l’altro. Cerco di entrare molto in sintonia col cuore“.
Queste dichiarazioni assumono una rilevanza particolare se contestualizzate nel momento professionale che sta vivendo Alessandro Cattelan. La sua assenza dai palinsesti Rai per la prossima stagione televisiva rappresenta un punto di svolta significativo per un conduttore che era stato considerato una delle scommesse principali dell’azienda di Viale Mazzini. Stefano Coletta, direttore del Coordinamento dei Generi Rai, ha commentato questa situazione definendo Cattelan “un talento complicato per la tv generalista”, suggerendo che il suo stile comunicativo non sia riuscito a trovare la giusta sintonia con il pubblico mainstream.
Il programma Stasera c’è Cattelan aveva inizialmente mostrato segnali incoraggianti, soprattutto quando beneficiava del traino offerto da Stasera tutto è possibile di Stefano De Martino. Tuttavia, una volta venuto meno questo sostegno, gli ascolti hanno subito un crollo significativo: da un 10,9% di share a un 4,9%, un dato che ha contribuito alle riflessioni sulla sostenibilità del format. La progressiva riduzione della programmazione, passata da tre appuntamenti settimanali a uno solo, aveva già segnalato le difficoltà del programma.
Parallelamente a questa situazione, si sono intensificate le speculazioni su un possibile approdo di Cattelan a Mediaset, dove Pier Silvio Berlusconi avrebbe manifestato interesse per il conduttore. Tuttavia, le trattative si sono rivelate più complesse del previsto, e l’accordo non si è materializzato in tempo utile per i palinsesti 2025/2026. Berlusconi ha confermato l’esistenza di colloqui, specificando che si tratterebbe di “un prodotto che potremmo fare crescere per un prime time di Italia 1”, ma ha anche chiarito che eventuali sviluppi sarebbero da rimandare almeno alla primavera successiva.
Il confronto tra Clerici e Cattelan nel podcast Supernova ha messo in evidenza due approcci differenti alla conduzione televisiva. Da un lato, l’esperienza consolidata della Clerici, che ha costruito la sua carriera sulla capacità di creare un legame emotivo diretto con il pubblico, dall’altro lo stile più cerebrale e sofisticato di Cattelan, ispirato ai format americani ma forse meno immediato per il pubblico italiano. La conduttrice ha sottolineato come la sua metodologia si basi sull’immedesimazione e sull’ascolto attivo: “Cerco di entrare molto in sintonia col cuore”, un approccio che considera fondamentale per il successo televisivo.
Il podcast Supernova, nato come spin-off del programma televisivo di Cattelan, rappresenta attualmente uno dei progetti più riusciti del conduttore. Lanciato nell’ottobre 2024, il format ha ottenuto un buon riscontro di pubblico, confermando le capacità di Cattelan nel gestire conversazioni lunghe e approfondite con personalità di rilievo. La puntata con Antonella Clerici, intitolata “La Totti della Rai”, ha raggiunto una durata di un’ora e diciotto minuti, permettendo un confronto esteso e articolato tra i due conduttori.
Le osservazioni della Clerici non rappresentano un attacco personale ma piuttosto un’analisi professionale che evidenzia le differenze generazionali e metodologiche nel panorama televisivo contemporaneo. La sua critica tocca un aspetto centrale del dibattito sulla televisione italiana: la capacità di mantenere un equilibrio tra sofisticazione e accessibilità, tra innovazione e tradizione comunicativa. Il “rimprovero” della Clerici si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sui linguaggi televisivi e sulla loro evoluzione, suggerendo che il successo televisivo richieda ancora una componente emotiva e umana che sappia toccare direttamente il cuore del pubblico.
In prospettiva, il futuro televisivo di Alessandro Cattelan rimane incerto, con la sua partecipazione come giudice a Italia’s Got Talent su Disney+ che rappresenta l’unico impegno televisivo confermato per il prossimo anno. Il confronto con Antonella Clerici ha offerto spunti preziosi per una riflessione critica sul proprio stile comunicativo, evidenziando come anche i conduttori più esperti possano trarre beneficio dal confronto con colleghi che hanno sviluppato approcci diversi ma complementari al mestiere televisivo. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!