La seconda metà di luglio si appresta a chiudere i battenti con un cambio di passo radicale nello scenario atmosferico europeo: una vasta area di bassa pressione, distesa fra il Nord Atlantico e il cuore del continente, sta infatti spingendo verso il bacino del Mediterraneo una sequenza di impulsi ciclonici carichi di energia, pronti a scardinare l’assetto stagnante imposto finora dall’anticiclone afro-subtropicale. I modelli convergono su una dinamica che, tra lunedì 28 e martedì 29, vedrà l’ingresso sul Nord Italia di un vortice in discesa dalla Manica, in grado di innescare un’autentica burrasca con precipitazioni diffuse, rinforzi di vento e bruschi crolli termici.
Lunedì 28 luglio, fin dalle prime ore del mattino, nuvolosità compatta e moti convettivi in rapida evoluzione interesseranno Piemonte, Liguria di Levante e alta Lombardia, propagandosi nel corso della giornata verso Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana settentrionale e Lazio. La convergenza fra masse d’aria di caratteristiche opposte favorirà lo sviluppo di supercelle temporalesche dal potenziale distruttivo: intensi moti ascensionali, elevati valori di energia potenziale convettiva e taglio del vento marcato su più livelli potrebbero tradursi in grandinate con chicchi di medio diametro, downburst superiori a 90 km/h e nubifragi localizzati capaci di scaricare al suolo oltre 60 mm in poche decine di minuti.

Le prime regioni a rischio andranno individuate nel Piemonte occidentale e nella fascia pedemontana ligure, dove il lifting orografico sull’arco alpino occidentale accentuerà la persistenza dei nuclei temporaleschi. Col passare delle ore la linea di instabilità si muoverà verso il Triveneto, alimentata da correnti sud-occidentali in quota, e si estenderà alle pianure venete e friulane, dove l’elevato contenuto di vapore acqueo nei bassi strati fungerà da ulteriore carburante. In Toscana e alto Lazio le celle, giunte debolmente organizzate dai versanti tirrenici, potrebbero riaccentrarsi lungo i rilievi dell’Appennino, generando rovesci intensi prima di sfociare in Adriatico.
Martedì 29 luglio la struttura depressionaria ruoterà sul medio Tirreno, spostando il fuoco dell’instabilità sul versante adriatico. Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo sperimenteranno una recrudescenza dei fenomeni temporaleschi associata a venti tesi di Maestrale, in grado di sollevare mareggiate lungo i litorali esposti. Le raffiche da nord-ovest potrebbero superare i 70 km/h anche su coste laziali, campane e sarde, con significativa agitazione del moto ondoso e condizioni insidiose per la navigazione.

Il quadro termico presenterà anomalie negative diffuse: l’afflusso di aria più fresca, pur non riconducibile a vere isoterme artiche, basterà a ridurre di 6-8 gradi le massime rispetto ai valori registrati fino a pochi giorni fa. Sul Nord-Ovest le temperature diurne faticheranno a superare i 25-26 °C, mentre sulle regioni centrali si attesteranno fra 27 e 30 °C—numeri decisamente contenuti se paragonati alle punte di 38-40 °C toccate nella recente ondata di calore. Il raffreddamento, pur temporaneo, segnerà una netta inversione di tendenza rispetto al precedente dominio dell’anticiclone subtropicale, sottolineando la crescente frequenza di oscillazioni estreme che caratterizza il clima italiano in estate.
Dal pomeriggio di mercoledì 30 luglio le simulazioni individuano un graduale rialzo barico pilotato dal bordo orientale dell’alta pressione azzorriana, che tenderà a riaffermarsi sull’Europa occidentale. Di conseguenza, la circolazione ciclonica in quota si ritirerà verso i Balcani, lasciando spazio a un miglioramento generalizzato dello stato del cielo su gran parte della Penisola. Sulla Val Padana persisterà tuttavia una residua instabilità pomeridiana capace di generare rovesci sparsi, specie lungo la fascia prealpina. Nei restanti settori il tempo si farà più stabile, con cieli sereni o poco nuvolosi e temperature di nuovo in lieve ripresa, pur mantenendosi entro valori vicini alla media stagionale: fra 28 e 30 °C al Nord, 30-32 °C al Centro e 32-34 °C sulle regioni meridionali, dove l’effetto mitigatore del Maestrale continuerà a contenere l’afa.
In prospettiva, l’approdo di agosto potrebbe avvenire sotto un regime più moderato, con l’anticiclone africano costretto a latitudini meridionali da correnti atlantiche ancora vivaci. Tali scenari, se confermati, indicherebbero una prosecuzione dell’estate italiana all’insegna di fasi alterne, con parentesi di caldo meno estremo intervallate da passaggi perturbati brevi ma incisivi. Una configurazione, insomma, nella quale risulterà indispensabile mantenere alta la soglia di attenzione per la rapidità con cui possono manifestarsi eventi meteorologici severi, in particolare su territori vulnerabili a frane, allagamenti lampo e fenomeni convettivi violenti.
È opportuno ribadire che l’evoluzione illustrata deriva da elaborazioni numeriche in continuo aggiornamento: eventuali variazioni nella traiettoria del minimo barico o nella velocità del flusso in quota potrebbero accentuare o attenuare gli impatti descritti. In questo contesto, i bollettini emessi da Dipartimento della Protezione Civile, servizi meteorologici regionali e reti di monitoraggio locali rappresentano lo strumento primario per valutare le condizioni di rischio e modulare con tempestività le misure di prevenzione. La collaborazione fra istituzioni, media e cittadinanza resterà dunque decisiva per ridurre l’esposizione ai pericoli connessi a grandinate, raffiche di downburst, piene improvvise e mareggiate, che proprio nella fase di transizione tra luglio e agosto potrebbero raggiungere la massima intensità. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!