Una storia che potrebbe configurarsi come truffa telematica emerge dagli sviluppi dell’inchiesta condotta da MOW Magazine sull’ex influencer Andrea Pinna, noto per il blog satirico “Le Perle di Pinna” e vincitore di Pechino Express nel 2015. L’uomo, che negli ultimi due anni ha gestito un’attività di vendita online di borsette e accessori di lusso, risulta aver intascato oltre 24.860 euro da clienti che ora denunciano di non aver mai ricevuto la merce ordinata o di aver ricevuto prodotti di qualità infima rispetto a quanto promesso.
L’ultima comunicazione documentata risale al 18 luglio 2025, quando Pinna ha inviato un messaggio vocale al gruppo WhatsApp denominato “Oche Spennate” – così aveva battezzato le sue clienti – dichiarando di essere nullatenente e suggerendo alle vittime di rivolgersi pure agli avvocati, aggiungendo provocatoriamente che “staremo in causa per anni, magari pure 17 come è successo a mia mamma per un rimborso”. Dopo questa comunicazione, l’ex influencer si è reso completamente irreperibile.
La vicenda assume contorni particolarmente preoccupanti considerando che Pinna ha sfruttato il proprio seguito di oltre 400mila follower Instagram per promuovere la vendita di accessori di marchi prestigiosi come Chanel e Gucci a prezzi ribassati, giustificando le occasioni come “scarti di magazzino” di grandi brand con “piccolissimi difetti di fabbricazione praticamente impercettibili”. Le testimonianze raccolte da MOW Magazine indicano che almeno 45 persone, di età compresa tra i 30 e i 60 anni, sono state coinvolte nella presunta truffa.
Particolarmente insidiosa risulta la strategia utilizzata per eludere le garanzie offerte dalle piattaforme di pagamento digitale. Pinna richiedeva infatti pagamenti attraverso PayPal selezionando la modalità “amici/parenti” anziché “beni/servizi”, evitando così il versamento dell’IVA del 21% ma soprattutto impedendo alle clienti di accedere alla protezione acquisti prevista per le transazioni commerciali. Questa pratica ha lasciato molte acquirenti senza possibilità di ottenere rimborsi automatici dalla piattaforma di pagamento.
L’ex influencer ha sistematicamente utilizzato la propria condizione di salute mentale – gli è stato diagnosticato un disturbo bipolare nel 2016 – per giustificare ritardi nelle consegne e problematiche varie, inviando messaggi del tipo: “Scusami amore, so che sei arrabbiata con me e ne hai tutto il diritto, ti sto facendo aspettare troppo. Non voglio farmi fermare dalla mia malattia, lo sai, ma nelle ultime due settimane sono stato colpito da una depressione”. Tuttavia, esperti e vittime sottolineano che l’appropriazione indebita di denaro non può essere considerata sintomo di alcuna patologia psichiatrica.
Emergono inoltre dettagli inquietanti sulla gestione operativa dell’attività. Pinna non accettava pagamenti intestati direttamente a lui, rimandando invece a una rete di presunti collaboratori, tra cui un certo Eugenio Piras, nome che curiosamente corrisponde a un personaggio di uno dei romanzi scritti dallo stesso Pinna. La maggior parte di questi collaboratori non risulta avere profili social verificabili, alimentando sospetti sulla loro effettiva esistenza.
L’attività fraudolenta si è sviluppata attraverso canali paralleli dopo che la pagina Instagram ufficiale è risultata inattiva dal 6 maggio 2025. Pinna ha continuato a operare attraverso gruppi Telegram e WhatsApp dai nomi evocativi come “Le Oche Spennate” e “Ochette alla rinfusa”, giustificando questa modalità operativa con la scusa di essere stato vittima di hacker che avrebbero compromesso i suoi account principali.
Le vittime della presunta truffa descrivono un modus operandi che sfruttava abilmente l’empatia generata dal “coming out” sulla malattia mentale pubblicato dall’influencer circa due anni fa. Una cinquantenne ha testimoniato tra i singhiozzi: “Non me la sentivo di fargli troppe pressioni perché gli volevo bene. L’ho visto in quel video due anni fa, sentire quel ragazzo parlare così della malattia mi ha spinto a stargli vicino, a sostenerlo”. Questo elemento emotivo ha rappresentato un fattore determinante nel convincere molte donne a fidarsi e a effettuare acquisti nonostante i crescenti segnali di allarme.
Particolarmente grave risulta l’atteggiamento tenuto nei confronti delle clienti insoddisfatte. Nei vocali documentati, Pinna le definiva “stupide” per aver creduto a chi sosteneva che le borse fossero false, aggiungendo: “Sono molto deluso, ma vi perdono. Facciamo finta che non sia mai successo”. Contestualmente minacciava conseguenze legali interminabili per chi avesse osato richiedere rimborsi, sfruttando la propria presunta nullatenenza come scudo legale.
L’inchiesta ha rivelato che anche i fornitori cinesi da cui Pinna si approvvigionava hanno preso le distanze dalla vicenda. Un rivenditore asiatico contattato dalle vittime ha dichiarato per iscritto che l’ex influencer lo avrebbe “ingannato gravemente” e di non voler “più saperne niente” della questione. Questo elemento conferma che la rete di inganni si estendeva oltre i confini nazionali, coinvolgendo fornitori internazionali inconsapevoli.
Nonostante i tentativi delle vittime di ottenere attenzione mediatica per la vicenda, molte testate giornalistiche hanno inizialmente declinato la copertura del caso, suggerendo cautela data la condizione di salute mentale dell’accusato. Questo atteggiamento ha contribuito a ritardare l’emersione pubblica di una vicenda che, secondo le stime attuali, potrebbe rappresentare solo “la punta dell’iceberg” di un fenomeno molto più ampio.
Le autorità competenti dovranno ora valutare se sussistano gli estremi per configurare i reati di truffa aggravata, appropriazione indebita e possibile riciclaggio, considerando che i pagamenti venivano effettuati su conti non intestati direttamente all’accusato e potenzialmente non dichiarati al fisco. La vicenda solleva inoltre interrogativi più ampi sulla responsabilità degli influencer nell’utilizzo della propria notorietà per attività commerciali e sulla necessità di maggiori controlli sulle transazioni che avvengono attraverso canali social non ufficiali.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!