James Van Der Beek, volto iconico della celebre serie televisiva “Dawson’s Creek”, ha recentemente condiviso con il pubblico una delle sfide più difficili della sua vita: la battaglia contro il cancro al colon retto. L’attore, noto per il suo ruolo di Dawson Leery che negli anni Duemila lo consacrò come uno dei volti più amati della televisione americana, ha deciso di rompere il silenzio lo scorso novembre durante un’intervista al magazine People, rivelando di aver ricevuto una diagnosi di carcinoma del colon retto. Una notizia che ha colpito profondamente i suoi fan e che l’attore ha scelto di comunicare con grande sincerità, sottolineando però l’importanza del rispetto della sua privacy. “Mi sottoporrò a tutte le cure disponibili e continuerò a lavorare” aveva dichiarato in quell’occasione, un impegno che Van Der Beek ha mantenuto con determinazione, come dimostra la sua partecipazione alle riprese della serie prequel de “La Rivincita delle Bionde”.
Nonostante la malattia, l’attore ha voluto proseguire la sua carriera, trovando nella recitazione un’ancora di normalità e passione. Ospite del Today Show, ha raccontato come l’esperienza sul set lo abbia aiutato ad affrontare con maggiore leggerezza momenti di profonda difficoltà: “Non ho voluto smettere di lavorare. È stato bello entrare a far parte del cast. Mi sto divertendo molto, il cast e la produzione sono fantastici e tutti sono davvero talentuosi. La cosa bella è che tra un ciak e l’altro il cancro non esiste e tu devi solo pensare alle tue battute”. Un approccio che gli ha permesso di mantenere una routine e di non identificarsi esclusivamente con la malattia. Non è escluso, inoltre, che in futuro possa ritrovarsi nuovamente accanto a due dei suoi storici compagni di set, Katie Holmes e Joshua Jackson, attualmente impegnati con “Happy Hours”, una trilogia scritta e diretta proprio dalla Holmes.
La decisione di condividere pubblicamente la propria condizione non è stata dettata dal desiderio di suscitare clamore, ma dalla volontà di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e degli screening, fondamentali per una diagnosi precoce. “Quando qualcuno si avvicina e mi ringrazia, sento di aver fatto bene” ha spiegato l’attore, visibilmente emozionato, parlando di come questa apertura abbia avuto un impatto positivo sulle persone. “I ragazzi che vedo al distributore di benzina, la gente che viene da me al bar, lo apprezzo ogni volta. Sono cose che mi fanno davvero piangere. Quando la gente dice: ‘Mi hanno fatto un controllo, una colonscopia, mi hanno asportato un polipo’. Vorrei solo risparmiare a qualcuno il viaggio che sto facendo io adesso”. Parole che mettono in luce il desiderio dell’attore di trasformare la propria esperienza personale in un messaggio di utilità collettiva.
La battaglia contro il cancro, tuttavia, non è stata priva di momenti di sconforto e fragilità. Van Der Beek ha raccontato di aver vissuto fasi di smarrimento e insicurezza, in cui la malattia ha inevitabilmente inciso anche sulla percezione di sé: “Mi è capitato di guardarmi e pensare ‘sono un uomo così debole, dimagrito, stanco, chi sono diventato?’. Poi con la meditazione la risposta è arrivata. Sono degno dell’amore di Dio semplicemente perché esisto. Se sono degno del suo amore, perché non dovrei amarmi in primis?”. Una riflessione che sottolinea come, oltre agli aspetti clinici, affrontare un tumore significhi anche ripensare a sé stessi e al proprio rapporto con la vita.
Dopo la diagnosi, l’attore ha rivisto completamente il suo stile di vita, introducendo nuove abitudini che gli permettono di affrontare con maggiore equilibrio il percorso terapeutico. Ha iniziato a praticare regolarmente yoga, ha sperimentato la dieta chetogenica e ha scoperto quanto sia importante anche il riposo, un aspetto spesso trascurato in passato: “Convivere con la malattia è un lavoro a tempo pieno e non è facile. Ho fatto molti cambiamenti nella mia vita dopo la diagnosi, come scoprire la bellezza di prendere le cose un po’ più lentamente e dare priorità al riposo. Per quanto riguarda il cancro in sé, posso dire che sono in viaggio. È un processo. Probabilmente sarà un processo per il resto della mia vita”.
Il protagonista de “Le Regole dell’Attrazione” ha voluto infine lanciare un appello sull’importanza degli screening, in particolare per il tumore al colon retto, una delle forme di cancro più diffuse e mortali, ma anche tra le più curabili se individuate tempestivamente: “Avevo 46 anni quando ho ricevuto la diagnosi, ero in forma, mangiavo meglio che potevo, avevo un’ottima salute cardiovascolare. Non c’era motivo per cui avrei potuto pensare di ricevere una diagnosi positiva. Il cancro del colon retto è il secondo tumore più mortale, ma il più curabile se diagnosticato in fase iniziale, il che rende lo screening fondamentale. Ho imparato molto durante il mio percorso contro il cancro, ma non lo augurerei a nessuno. Sottoporsi allo screening può salvarti la vita. Se hai 45 anni o più parla con il tuo medico delle linee guida per lo screening e delle opzioni disponibili”.
Il coraggio e la determinazione di James Van Der Beek rappresentano un esempio concreto di come, anche di fronte a una diagnosi tanto difficile, sia possibile affrontare la vita con resilienza, continuando a coltivare le proprie passioni e trasformando un’esperienza personale dolorosa in un messaggio di speranza e prevenzione per gli altri.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!