La crisi tra Stati Uniti e Russia ha raggiunto un nuovo livello di pericolosità con la decisione del presidente americano Donald Trump di dispiegare due sottomarini nucleari “nelle regioni appropriate” in risposta alle dichiarazioni considerate “altamente provocatorie” dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev. L’escalation, che si è consumata attraverso un botta e risposta sui social media, rappresenta uno dei momenti di maggiore tensione tra le due superpotenze nucleari dall’inizio della guerra in Ucraina.
La decisione di Trump è stata annunciata il primo agosto attraverso il suo social network Truth, dove il presidente americano ha spiegato di aver ordinato il posizionamento dei sottomarini “nel caso in cui queste dichiarazioni sciocche e incendiarie fossero qualcosa di più di semplici parole”. Il riferimento è alle minacce pronunciate da Medvedev, attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, che aveva criticato duramente l’ultimatum di dieci giorni imposto da Washington a Mosca per porre fine al conflitto ucraino.
Il confronto tra i due leader si è intensificato quando Medvedev, in un post su X, ha avvertito che “ogni nuovo ultimatum degli Stati Uniti è una minaccia e un passo verso la guerra”, precisando che non si tratta di un conflitto “tra Russia e Ucraina, ma con il suo stesso Paese”. L’ex presidente russo ha inoltre invitato Trump a non seguire “la strada di Sleepy Joe”, riferendosi in maniera denigratoria al predecessore Joe Biden. La risposta di Trump non si è fatta attendere: “L’ex presidente fallito della Russia, che si crede ancora presidente, deve stare attento a quello che dice, sta entrando in un territorio molto pericoloso”.
La situazione ha assunto contorni ancora più preoccupanti quando Medvedev ha fatto riferimento alla leggendaria “mano morta”, il sistema segreto sovietico di controllo automatico delle armi nucleari noto ufficialmente come Perimeter. Questo dispositivo, sviluppato durante la Guerra Fredda e ancora presumibilmente operativo, è progettato per innescare automaticamente un contro-attacco di missili balistici intercontinentali in caso di attacco nucleare rilevato dai sensori, anche nel caso in cui la leadership russa fosse completamente eliminata. Il sistema, che rappresenta una forma di deterrenza “fail-deadly”, fungeva da freno contro decisioni affrettate basate su informazioni non verificate, ma costituisce anche una minaccia potenziale di distruzione mutua assicurata.
La crisi diplomatica si è sviluppata sullo sfondo di un drammatico attacco russo su Kiev avvenuto nella notte tra il 30 e il 31 luglio, che ha causato almeno 31 morti, tra cui cinque bambini, e 159 feriti. L’attacco, condotto con oltre 300 droni e otto missili, ha rappresentato uno dei bombardamenti più devastanti delle ultime settimane sulla capitale ucraina. Le forze russe hanno colpito edifici residenziali, scuole e strutture sanitarie, provocando il crollo parziale di diversi palazzi e costringendo i soccorritori a scavare tra le macerie per ore alla ricerca di sopravvissuti.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito l’attacco “vile” e ha sottolineato come rappresenti “la risposta della Russia al nostro desiderio di pace”. Secondo i dati forniti dal leader ucraino, solo nel mese di luglio i russi hanno utilizzato contro l’Ucraina oltre 5.100 bombe teleguidate, più di 3.800 droni kamikaze Shahed e quasi 260 missili di vario tipo, di cui 128 balistici. Kiev ha proclamato il lutto cittadino per l’1 agosto, con bandiere a mezz’asta e la cancellazione di tutti gli eventi di intrattenimento.
La reazione internazionale non si è fatta attendere. Il presidente Trump ha definito “disgustoso” quello che sta facendo la Russia in Ucraina, promettendo l’imposizione di nuove sanzioni contro Mosca. L’Alta rappresentante dell’Unione Europea per la Politica estera, Kaja Kallas, ha ordinato che le bandiere dell’Unione siano poste a mezz’asta per commemorare le vittime, ribadendo che “più armi all’Ucraina e sanzioni più severe alla Russia sono il modo più rapido per porre fine alla guerra”.
La Germania ha annunciato la fornitura imminente di due batterie antimissile Patriot all’Ucraina, mentre il Dipartimento della Difesa americano ha confermato la produzione di missili aria-aria a medio raggio per un valore di 3,5 miliardi di dollari destinati all’Ucraina e ad altri alleati. Il programma di fornitura, che coinvolge anche Danimarca, Belgio, Giappone, Paesi Bassi, Canada, Finlandia, Polonia, Svezia, Regno Unito e altri partner, dovrebbe concludersi nel 2031.
La decisione di Trump di schierare sottomarini nucleari rappresenta un’escalation significativa nel confronto con la Russia, che va oltre le tradizionali misure diplomatiche ed economiche. Il presidente americano ha sottolineato che “le parole sono molto importanti e spesso possono portare a conseguenze indesiderate”, esprimendo la speranza che “questo non sia uno di quei casi”. Tuttavia, la mossa evidenzia come la tensione tra le due superpotenze nucleari abbia raggiunto livelli preoccupanti.
L’ultimatum di Trump alla Russia, ridotto da 50 a 10 giorni per raggiungere un accordo di cessate il fuoco in Ucraina, rappresenta una pressione senza precedenti su Mosca. Il presidente americano ha minacciato l’imposizione di dazi secondari al 100% che colpirebbero non solo la Russia, ma anche i Paesi che continuano a commerciare con essa, prime fra tutte Cina e India. Il Cremlino ha “preso nota” dell’ultimatum, ma ha ribadito che la Russia rimane “impegnata nel processo di pace per garantire i suoi interessi”.
La situazione sul fronte ucraino continua a rimanere critica, con la Russia che rivendica la conquista di altri due villaggi nelle ultime 24 ore: Temyrivka, nella regione di Zaporizhzhia, e Novoukrainka, in quella di Donetsk. Le forze ucraine, secondo Zelensky, mantengono tuttavia tutte le posizioni sulla linea del fronte, particolarmente nel settore di Pokrovsk, dove si svolgono i combattimenti più intensi. Il presidente ucraino ha smentito le “false notizie russe” sulla caduta di Chasiv Yar, affermando che le unità ucraine mantengono le proprie posizioni e respingono ogni tentativo di avanzata russa.
In questo contesto di crescente tensione, Trump ha annunciato che il suo inviato speciale Steve Witkoff si recherà in Russia dopo aver completato la missione in Israele. L’iniziativa diplomatica rappresenta un tentativo di mantenere aperti i canali di comunicazione nonostante l’escalation militare e retorica. Tuttavia, la combinazione tra le minacce nucleari evocate da Medvedev e la risposta militare di Trump con il dispiegamento di sottomarini nucleari suggerisce che il mondo si trova di fronte a uno dei momenti più pericolosi dalla fine della Guerra Fredda.
La crisi attuale dimostra come la guerra in Ucraina abbia superato i confini regionali per trasformarsi in un confronto diretto tra le due principali potenze nucleari mondiali. La capacità della diplomazia di prevalere sulla logica militare sarà determinante per evitare che questa escalation possa degenerare in un conflitto dalle conseguenze imprevedibili per l’intera comunità internazionale.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!