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Follia sulle strade, l’emergenza motociclisti che mettono a rischio la sicurezza stradale

Nel 2024 aumentano del 13,1% le vittime tra i motociclisti, che raggiungono quota 830 morti. Sorpassi in galleria, eccesso di velocità e comportamenti spericolati richiedono interventi urgenti oltre il nuovo Codice della Strada.

La bella stagione trasforma le strade italiane, soprattutto quelle di montagna, in teatro di comportamenti sempre più pericolosi da parte di una minoranza di motociclisti che sembrano aver dimenticato le più elementari norme di sicurezza. I dati ufficiali parlano chiaro: nel 2024 le vittime tra i motociclisti sono aumentate del 13,1% rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 830 morti

Questo incremento drammatico si inserisce in un quadro preoccupante che vede 173.364 incidenti stradali con lesioni a persone, con un aumento del 4,1% rispetto al 2023. Ma è proprio la categoria dei motociclisti a registrare l’incremento più significativo di vittime, seguita dagli occupanti di autocarri (+30,4%), mentre calano gli occupanti di autovetture (-6%), i ciclomotoristi (-10,3%) e i ciclisti (-12,7%).

Le segnalazioni che arrivano quotidianamente dalle forze dell’ordine e dai cittadini dipingono un quadro allarmante di comportamenti irresponsabili che vanno dai sorpassi in galleria ai superamenti di colonne di auto ferme, dalle inversioni di marcia improvvise all’eccesso di velocità sistematico. Durante i controlli estivi nelle valli alpine, le pattuglie delle forze dell’ordine hanno fermato centinaia di motociclisti, elevando decine di sanzioni per violazioni che mettono a repentaglio non solo la vita dei centauri ma anche quella degli altri utenti della strada.

Il nuovo Codice della Strada voluto dal ministro Matteo Salvini, entrato in vigore nel 2024, ha introdotto alcune novità per i motociclisti. I centauri sono stati inseriti nella categoria degli “utenti vulnerabili” alla pari di pedoni e ciclisti, e ai motocicli di almeno 120 cc è stato consentito l’accesso in autostrada, ma solo per i maggiorenni. Tuttavia, queste modifiche non sembrano aver affrontato il problema dei comportamenti scorretti che continuano a caratterizzare una parte preoccupante della comunità motociclistica.

Le gallerie rappresentano uno dei punti più critici per la sicurezza stradale. Il Codice della Strada vieta esplicitamente il sorpasso quando è necessario spostarsi nella parte della carreggiata destinata al senso opposto di marcia, disposizione che trova particolare applicazione nei tunnel dove la visibilità è ridotta e lo spazio di manovra limitato. Recentemente, l’ANAS ha introdotto nuove disposizioni per la sicurezza nelle gallerie che prevedono il divieto di sorpasso, l’obbligo di mantenere una distanza minima di 100 metri tra i veicoli e un limite massimo di velocità di 60 km/h.

Immagine inviata da un lettore

I controlli delle forze dell’ordine stanno intensificando la loro attività durante i mesi estivi. In Trentino, durante un’operazione congiunta tra Polizia Stradale e Carabinieri lungo le arterie della Valsugana, dell’Alto Garda e delle Giudicarie, sono state controllate oltre 60 motociclette in due giorni, contestando 14 violazioni prevalentemente per eccesso di velocità e superamento della striscia longitudinale continua. In Valle di Ledro, quattro agenti in sole quattro ore hanno fermato 80 motociclette, elevando 19 verbali per un ammontare di 2.400 euro di sanzioni.

Le infrazioni più frequentemente rilevate riguardano il mancato rispetto dei limiti di velocità, i sorpassi in curva e con linea continua, la mancanza di componenti obbligatori come specchietti e frecce, e le modifiche strutturali non omologate. Particolarmente preoccupante è il fenomeno dei sorpassi di colonne di auto ferme o in lento movimento, manovra esplicitamente vietata dall’articolo 148 del Codice della Strada quando richiede lo spostamento nella carreggiata destinata al senso opposto.

Le statistiche internazionali mostrano che circa il 29,3% degli incidenti mortali che coinvolgono motociclisti è attribuibile all’eccessiva velocità, mentre il 17,4% è legato all’assunzione di alcol. La distrazione alla guida, l’uso del telefono cellulare e la sottovalutazione della velocità contribuiscono significativamente al fenomeno degli incidenti. Particolare attenzione merita il dato secondo cui in quasi il 40% dei casi gli incidenti motociclistici gravi sono incidenti a veicolo isolato, spesso causati dalla velocità eccessiva non tanto per il superamento dei limiti quanto per errori nella valutazione delle condizioni stradali.

I passi alpini e le strade di montagna continuano a essere teatro di comportamenti che rasentano la spericolatezza. L’ASAPS, Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, documenta che nei fine settimana estivi il numero di incidenti in moto aumenta del 40% rispetto ai giorni feriali. Solo nel terzo fine settimana di luglio 2025 si sono registrate 28 vittime sulle strade italiane, di cui 16 motociclisti, confermando la particolare vulnerabilità di questa categoria di utenti.

La risposta delle istituzioni si articola su più fronti. Oltre ai controlli intensificati, si sta lavorando sull’implementazione di guardrail “salva motociclisti” e sul miglioramento delle infrastrutture stradali. Il 30% degli incidenti motociclistici in Italia è infatti legato a problemi infrastrutturali, con il 65% degli incidenti causati da buche e ostacoli che avviene su strade urbane dove la manutenzione è spesso carente.

La comunità motociclistica responsabile si trova a dover fare i conti con l’immagine negativa creata da quella minoranza di centauri che trasforma le strade pubbliche in circuiti privati. Le associazioni del settore, come ANCMA, sottolineano l’importanza dell’inserimento dei motociclisti tra gli utenti vulnerabili, ma questo riconoscimento deve accompagnarsi a una maggiore responsabilizzazione individuale.

Il problema non è solo italiano ma assume dimensioni europee. Secondo l’European Transport Safety Committee, la velocità rappresenta la causa diretta principale degli incidenti motociclistici, seguita dal comportamento inatteso di altri conducenti e dagli errori del pilota. Tuttavia, gli esperti sottolineano che la velocità non è causa in sé degli incidenti, ma lo diventa quando è eccessiva per le capacità di guida del singolo motociclista.

La situazione richiede un intervento coordinato che vada oltre la semplice repressione. È necessario un cambiamento culturale che porti i motociclisti a considerare la strada come uno spazio condiviso e non come un’arena personale dove sfogare la propria passione per la velocità. Le campagne di sensibilizzazione devono accompagnarsi a controlli mirati e a sanzioni efficaci, ma soprattutto a una presa di coscienza collettiva che la sicurezza stradale è responsabilità di tutti.

Il nuovo Codice della Strada rappresenta un primo passo, ma serve un impegno concreto da parte di tutti gli attori coinvolti per invertire una tendenza che vede crescere costantemente il numero di vittime tra i motociclisti. Solo attraverso un approccio integrato che combini educazione, controlli e miglioramento delle infrastrutture sarà possibile ridurre il tributo di sangue che ogni fine settimana le strade italiane continuano a chiedere a chi sceglie di viaggiare su due ruote.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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