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Allerta spiagge in Italia, è arrivato il Sarago che morde i bagnanti: ecco cos’è e come proteggersi

Scatta l’allerta su molte spiagge italiane, decine di bagnanti sono stati morsi dal Sarago Piranha. Ecco di cosa si tratta, perché morde i bagnanti e come proteggersi.
immagine generata con AI a scopo dimostrativo

L’estate 2025 si distingue per una nuova emergenza che sta allarmando la popolazione balneare lungo gran parte delle coste tirreniche, in particolare tra la Costiera amalfitana e la Penisola sorrentina. Si tratta del fenomeno, ormai ribattezzato dai media come il “Sarago che morde” o, in maniera più colloquiale, sarago piranha, che vede protagonisti i giovani esemplari di sarago maggiore (Diplodus sargus), una specie tipica del Mar Mediterraneo capace di predare sia invertebrati sia molluschi, ma che, sotto la spinta di nuove dinamiche ambientali, sta mostrando comportamenti inediti e per certi versi inquietanti.

Numerosi sono i casi segnalati nelle ultime settimane: a Cetara un uomo ha dovuto ricorrere alle cure ospedaliere in seguito a un morso che gli ha provocato una significativa perdita di sangue, mentre altri bagnanti raccontano di essere stati colpiti alle gambe o ai piedi, spesso uscendo dall’acqua con piccole ferite sanguinanti che, seppur non gravi, richiedono attenzione per il potenziale rischio d’infezione. Le spiagge da Maiori a Massalubrense fanno registrare il maggior numero di episodi, coinvolgendo cittadini di ogni età e condizione fisica, tra lo stupore generale e la crescente preoccupazione delle autorità locali, chiamate a gestire anche l’installazione di appositi cartelli informativi per mettere in guardia gli utenti.

Secondo quanto affermato da Paolo Guidetti, ecologo marino e direttore della sede genovese della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, intervistato dal Corriere della Sera e da altri organi di stampa, la causa principale di questi nuovi comportamenti sarebbe da rintracciare nell’accentuato riscaldamento delle acque costiere italiane. L’aumento delle temperature marine, particolarmente evidente nelle zone con fondali bassi e sabbiosi, altera il metabolismo dei giovani saraghi che nascono da uova schiuse a giugno e che in estate attraversano la fase della metamorfosi. Con una accelerazione della dinamica energetica, questi pesci sviluppano un appetito tale da mordere ogni cosa si trovi a portata di bocca, gambe e piedi compresi. Il fenomeno, nelle parole degli esperti, si verifica principalmente in spiagge di sabbia e ciottoli, tipiche dell’habitat costiero campano, dove le larve del sarago maggiore si aggregano in cerca di nutrimento.

Studi condotti dalle Università di Catania, Salento e Torino confermano il legame tra comportamento aggressivo dei piccoli saraghi e mutamenti climatici. La voracità sviluppata in risposta all’innalzamento termico delle acque porta a frequenti contatti con l’uomo, soprattutto nelle ore centrali della giornata, quando l’attività biologica dei pesci cresce in maniera esponenziale. Tuttavia, la comunità scientifica tende a rassicurare il pubblico: il morso del sarago maggiore, benché doloroso e in alcuni casi sanguinante, non presenta pericoli reali salvo rare complicazioni infettive. Si tratta di reazioni più legate alla curiosità e alla difesa del territorio che a una effettiva aggressività predatoria. In ambienti costieri sottoposti a forte pressione antropica, come spiagge affollate e aree di balneazione sovrappopolate, tali interazioni diventano più frequenti anche a causa dello stress ambientale sul sistema marino.

Oltre al sarago maggiore, altre specie costiere quali lo sparaglione, l’occhiata, la salpa e la marmora possono mordere occasionalmente arti umani, ma il sarago si distingue in questo periodo per il numero e l’intensità degli episodi. Gli esperti spiegano che la presenza di specie invasive e tropicali nel Mediterraneo, favorita dal cambiamento climatico, sta alterando gli equilibri degli ecosistemi e potrebbe favorire comportamenti insoliti all’interno della fauna locale. In questo contesto, il sarago rappresenta un esempio emblematico di come una semplice variazione ambientale, come qualche grado in più nella temperatura dell’acqua, possa produrre ripercussioni dirette non solo sulla vita marina ma anche sulle abitudini dei frequentatori delle spiagge.

Come segnalato da vari organi di informazione, tra cui Meteo Giornale e Lira TV, il fenomeno del sarago mordace va gestito con pragmatismo e rigore, evitando allarmismi ingiustificati. È consigliato uscire immediatamente dall’acqua e disinfettare la ferita in caso di morso, prestando attenzione ai segnali di infezione e, se necessario, rivolgendosi a un medico. Le autorità raccomandano di osservare gli avvisi e i cartelli esposti sui lidi, evitando lunghe soste nelle acque basse durante le ore più calde della giornata e rispettando l’ecosistema costiero, senza abbandonare rifiuti o disturbare la fauna locale. La collaborazione tra enti di ricerca, protezione civile e amministrazioni locali sarà ora fondamentale per monitorare e gestire un fenomeno che, sebbene non nuovo nella storia della biologia marina, assume dimensioni significative sotto l’effetto delle attuali condizioni climatiche e della crescente pressione antropica sulle coste italiane.

L’estate 2025, dunque, mette in risalto ancora una volta il delicato equilibrio che regola la convivenza tra uomo e ambiente nel Mediterraneo, richiamando l’importanza della ricerca scientifica, della gestione attenta degli spazi naturali e della sensibilizzazione sul rispetto e la tutela delle risorse marine. Il caso del sarago che morde costituisce un segnale utile per orientare la riflessione sul futuro del turismo balneare italiano, sempre più legato alle dinamiche globali del cambiamento climatico e alla necessità di politiche attive per la conservazione dell’ecosistema costiero.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!