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José Mourinho, il Re Mida degli esoneri: nei sette addii ha guadagnato oltre 110 milioni

José Mourinho ha trasformato ogni esonero in un affare d’oro: dai 110 milioni incassati in sette separazioni emerge il ritratto di un tecnico che ha saputo monetizzare anche gli insuccessi.

José Mourinho ha trasformato ogni separazione professionale in un affare d’oro che lo ha reso il tecnico più pagato al mondo anche nei momenti di maggiore difficoltà. La recente risoluzione consensuale con il Fenerbahçe, annunciata dopo l’eliminazione ai preliminari di Champions League contro il Benfica, rappresenta il settimo addio della sua carriera e al contempo un’altra occasione per incrementare un patrimonio che supera ormai i 110 milioni di euro provenienti esclusivamente dalle buonuscite.

Lo Special One ha dimostrato nel corso degli anni una capacità straordinaria di negoziare contratti blindati con clausole rescissorie che hanno reso ogni esonero estremamente costoso per i club. Il tecnico portoghese ha sempre saputo tutelare i propri interessi economici, stipulando accordi che prevedevano indennizzi milionari in caso di interruzione anticipata del rapporto di lavoro, trasformando paradossalmente ogni fallimento sportivo in un successo finanziario.

La prima separazione economicamente vantaggiosa avvenne nel settembre 2007 al Chelsea, quando Roman Abramovich decise di chiudere anticipatamente il rapporto dopo una partenza altalenante in campionato e un pareggio interno contro il Rosenborg in Champions League. La risoluzione consensuale mascherò quello che di fatto era un esonero, fruttando al portoghese circa 21 milioni di euro, una cifra che all’epoca rappresentava un record assoluto nel panorama calcistico internazionale.

L’esperienza al Real Madrid si concluse nel 2013 con un’altra separazione consensuale che portò nelle casse di Mourinho circa 20 milioni di euro. La decisione di Florentino Pérez di cambiare guida tecnica dopo tre stagioni di successi parziali costò alle merengues una cifra considerevole, che tuttavia venne considerata necessaria per aprire un nuovo ciclo vincente sotto la guida di Carlo Ancelotti.

Il ritorno al Chelsea nel 2015 si rivelò ancora una volta redditizio dal punto di vista economico per lo Special One, che incassò ulteriori 14,5 milioni di euro dopo essere stato sollevato dall’incarico a dicembre, con la squadra impantanata nei bassifondi della classifica di Premier League. La somma delle due buonuscite ricevute dai Blues londinesi raggiunse così i 35,5 milioni di euro, una cifra che testimonia quanto sia stato costoso per il club inglese separarsi ripetutamente dal tecnico lusitano.

L’avventura al Manchester United si concluse nel dicembre 2018 con quello che rappresenta l’assegno più ricco mai incassato da Mourinho per un esonero. I Red Devils versarono nelle casse del portoghese la bellezza di 22,3 milioni di euro per interrompere anticipatamente un contratto che sarebbe scaduto nel 2020. La cifra, distribuita tra l’allenatore e il suo staff tecnico, rappresentò un salasso per la società inglese, che tuttavia ritenne necessario il cambio di guida tecnica dopo una serie di risultati deludenti e tensioni interne allo spogliatoio.

Il Tottenham si liberò di Mourinho nell’aprile 2021 versando circa 17 milioni di euro per la risoluzione anticipata del contratto. La decisione di Daniel Levy arrivò a sei giorni dalla finale di Carabao Cup contro il Manchester City, in una situazione che vedeva gli Spurs settimi in classifica e lontani dalla qualificazione alla Champions League. L’esonero rappresentò l’ennesima dimostrazione di come le clausole negoziate dal portoghese rendessero ogni separazione estremamente onerosa per i club.

L’esperienza alla Roma si concluse nel gennaio 2024 con modalità diverse rispetto al passato. I Friedkin decisero di sollevare dall’incarico lo Special One versando soltanto 3,5 milioni di euro, corrispondenti agli stipendi dei sei mesi rimanenti del contratto. La cifra relativamente contenuta rappresentò un’eccezione nella carriera di Mourinho, abituato a incassare indennizzi ben più sostanziosi dalle separazioni precedenti.

L’ultimo capitolo della saga economica di Mourinho si è scritto in Turchia, dove il Fenerbahçe ha deciso di pagare 15 milioni di euro per liberarsi del tecnico dopo appena una stagione. La cifra comprende non soltanto l’indennizzo contrattuale ma anche i costi accessori, incluso il pagamento del conto dell’hotel di lusso sulle rive del Bosforo dove il portoghese aveva scelto di soggiornare durante la sua permanenza a Istanbul, per un totale di circa 650mila euro aggiuntivi.

Il calcolo complessivo delle buonuscite incassate da Mourinho nel corso della sua carriera raggiunge la cifra record di 110 milioni di euro, distribuiti tra i sette esoneri subiti in vent’anni di attività. Questa somma colossale non ha eguali nel panorama calcistico mondiale e testimonia l’abilità del portoghese nel negoziare contratti che lo tutelassero economicamente anche nelle situazioni più complicate dal punto di vista sportivo.

La strategia contrattuale di Mourinho si è sempre basata su clausole rescissorie elevate che scoraggiassero gli esoneri affrettati ma che, al contempo, garantissero indennizzi sostanziosi in caso di separazione. Il tecnico portoghese ha dimostrato di saper leggere perfettamente le dinamiche del mercato calcistico, anticipando l’evoluzione verso contratti sempre più blindati e tutelanti per gli allenatori di alto livello.

La capacità di monetizzare anche gli insuccessi rappresenta uno degli aspetti più peculiari della carriera di Mourinho, che è riuscito a mantenere un potere contrattuale elevato nonostante le difficoltà degli ultimi anni. Il portoghese ha saputo sfruttare la sua reputazione e i successi del passato per continuare a strappare accordi economicamente vantaggiosi, dimostrando che nel calcio moderno il valore di un allenatore non si misura soltanto dai trofei vinti ma anche dalla capacità di generare interesse mediatico e commerciale.

L’analisi delle separazioni di Mourinho rivela inoltre come i club abbiano spesso preferito pagare cifre elevate pur di chiudere rapporti deteriorati, considerando le buonuscite come investimenti necessari per voltare pagina e ripartire con nuovi progetti tecnici. La disponibilità delle società a sostenere costi così elevati per gli esoneri testimonia quanto sia considerata strategica la figura dell’allenatore nel calcio contemporaneo e quanto possa essere costoso separarsi da un tecnico di prima fascia.

Nonostante le critiche ricevute negli ultimi anni per un gioco considerato superato e per comportamenti spesso polemici, Mourinho continua a rappresentare un brand di valore nel panorama calcistico internazionale. La sua capacità di attirare l’attenzione dei media e di generare entusiasmo tra i tifosi mantiene alto il suo appeal commerciale, giustificando investimenti economici significativi da parte dei club interessati ai suoi servizi.

Il futuro di Mourinho rimane incerto dopo l’ennesimo esonero, ma la sua situazione finanziaria gli permette di scegliere con calma il prossimo progetto senza pressioni economiche immediate. Lo Special One può permettersi di attendere l’opportunità giusta, forte di un patrimonio che gli garantisce indipendenza decisionale e la possibilità di rifiutare proposte non all’altezza delle sue aspettative professionali e economiche.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!