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Garlasco, a Quarta Repubblica l’audio inedito della telefonata di Stasi e le nuove verità sui reperti

Quarta Repubblica ha diffuso l’audio inedito di una telefonata di Alberto Stasi alla madre risalente al 2007 e riacceso il dibattito sulle omissioni riguardo ai reperti della scena del delitto di Chiara Poggi.
Credit © Mediaset

La puntata di ieri di Quarta Repubblica, condotta da Nicola Porro su Rete 4, ha riaperto con vigore il dibattito sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nella notte tra il 13 e il 14 agosto 2007 a Garlasco, in provincia di Pavia. A distanza di diciotto anni, le indagini tornano a sorprendere per nuovi elementi che gettano ombre sulle prime ricostruzioni degli inquirenti e sulle prove inizialmente repertate.

Durante la puntata del 1° settembre 2025, talk show d’esordio della nuova stagione, è stato trasmesso l’audio integrale di una telefonata che Alberto Stasi, unico imputato per il delitto, effettuò alla madre Rita poche settimane dopo l’assassinio. La conversazione, mai resa pubblica sinora, risale all’epoca immediatamente successiva al ritrovamento del corpo di Chiara Poggi nella villa di famiglia. In un atteggiamento che sa di cautela, Stasi chiede alla madre: “Ciao Rita, sono Alberto, ti volevo chiedere: ma il cimitero è chiuso il lunedì o il venerdì?”

Il tono apparentemente neutro del giovane rivela la consapevolezza di una situazione mediatica esplosiva. Stasi prosegue con un caloroso saluto: “E niente, ti volevo solo salutare. Volevo fare un salto oggi ma non volevo portarmi dietro i giornalisti.” La madre, dall’altro capo della cornetta, suggerisce cautela: “Hai fatto bene, Alberto. Ieri e oggi ci sono tanti giornalisti, forse ti conviene aspettare ancora qualche giorno, sai”.

Il ritrovamento di questa telefonata raddoppia gli interrogativi sulla condotta di Stasi in quei giorni convulsi. Da sempre l’avvocatura del giovane ha sostenuto che il ragazzo fosse estraneo alla vicenda, ma l’udire la sua voce chiamare la madre per questioni che sembrano futili in un contesto di dolore e sospetto ha riaperto ferite e alimentato nuove teorie investigative.

Accanto all’inquietante registrazione, ieri sera è tornato sotto i riflettori un altro nodo irrisolto: quello dei reperti della scena del delitto. Il giornalista Gianluca Zanella, ospite in studio, ha denunciato presunte omissioni nella catalogazione e nella conservazione degli elementi probatori. “Non è vero che tutto è stato esaminato e tutto è stato mantenuto”, ha affermato con vigore. “Le uniche due prove che probabilmente nell’immediatezza avrebbero portato all’assassino, o agli assassini, sono andate o disperse o distrutte.”

Punto centrale del suo intervento è stata l’impronta di una mano rinvenuta sulla scena, fotografata il 17 agosto dal Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS) dei Carabinieri. Nonostante tre accessi dell’unità scientifica nella villa, la foto non figura nei verbali ufficiali. Ancora più sconcertante il dettaglio dei “capelli nel sangue” ripresi nell’immagine, mai chiariti né abbinati a un soggetto specifico.

L’accostamento tra l’audio di Stasi e le omissioni sui reperti rilancia con forza la richiesta di revisione del processo. Zanella ha sottolineato che tali elementi “possono dare dei riscontri fortissimi agli elementi di Stasi per un’eventuale revisione”, innalzando il livello di tensione attorno a uno dei casi di cronaca più dibattuti in Italia.

Intanto la Procura di Pavia valuta la riesumazione del corpo di Chiara Poggi per acquisire nuovi accertamenti biologici. La richiesta, formalizzata nelle ultime settimane, punta a prelevare campioni ossei e tissutali, nella speranza di isolare tracce organiche utili a svelare contorni ancora oscuri della vicenda.

La misteriosa telefonata del 2007 e le contraddizioni sui reperti si inseriscono in un contesto di riapertura investigativa che sta scuotendo il mondo giudiziario e mediatico. Dopo anni in cui l’opinione pubblica sembrava avviata alla rassegnazione, il caso di Garlasco torna a evocare scoperte che potrebbero mutare radicalmente la storia processuale di Alberto Stasi e, più in generale, gettare nuova luce sul metodo e sulle responsabilità degli apparati inquirenti dell’epoca.

La prossima puntata di Quarta Repubblica tornerà ad approfondire queste nuove piste, con ulteriori testimonianze e perizie tecniche, in un percorso di ricostruzione che sembra solo all’inizio.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!