La stagione invernale si affaccia timidamente sul nostro Paese e, come spesso accade nei primi giorni di dicembre, il grande pubblico si interroga sulla possibilità di vedere la neve anche in pianura. Tuttavia, le proiezioni modellistiche aggiornate, in particolare quelle fornite dal centro europeo ECMWF, delineano uno scenario che, almeno fino al 10 dicembre, appare complessivamente sfavorevole a nevicate diffuse e durature in pianura, soprattutto al Nord.
Le temperature al suolo, pur registrando un progressivo abbassamento, non sembrano mantenersi stabilmente sotto lo zero nei bassi strati, limitando così la possibilità di eventi nevosi significativi. L’elemento dominante resterà infatti la pioggia, protagonista su gran parte delle aree di pianura e collinari, anche a causa di una dinamica barica che vede il Mediterraneo ancora sotto l’influenza di correnti miti e umide da sudovest.
Detto ciò, alcuni passaggi perturbati, pur frammentari e irregolari, potrebbero determinare episodi nevosi localizzati, soprattutto nei fondovalle alpini e in alcune aree riparate della Valpadana occidentale e dell’Appennino ligure-emiliano.
Il primo episodio da segnalare è atteso per il 30 novembre, quando una perturbazione atlantica potrebbe favorire la comparsa della neve nei fondovalle alpini di Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, e nelle valli bergamasche e bresciane. Fiocchi sono attesi anche sull’Appennino ligure ed emiliano fino a quote di 500 metri e sull’Oltrepò Pavese intorno ai 400 metri. Si tratterà comunque di fenomeni limitati e a prevalente carattere orografico.
Un nuovo peggioramento è previsto per il 3 dicembre, con possibile neve sul Piemonte, in particolare nelle province di Torino, Asti, Alessandria, Novara e Verbano-Cusio-Ossola. Tuttavia, le precipitazioni si annunciano irregolari e spesso miste a pioggia, con neve seria soltanto oltre i 600 metri, dunque confinata ai rilievi e alle zone collinari più interne.
Condizioni molto simili sono previste anche per il 7 dicembre, in concomitanza con il ponte dell’Immacolata. La dinamica prevista dai modelli mostra la possibilità di fenomeni sparsi, localmente più intensi sull’Appennino ligure, sull’alto Piemonte, nei fondovalle valdostani e sull’alta Lombardia. Non si esclude qualche fiocco persino su Milano, ma si tratta di un’eventualità estremamente marginale e legata a condizioni molto specifiche, quindi da considerare con estrema cautela.
Lo scenario potenzialmente più interessante si profila per il 10 dicembre, quando una depressione in risalita dal Mediterraneo occidentale potrebbe generare un peggioramento più marcato, accompagnato da un calo termico più significativo. Secondo l’ultima emissione del modello ECMWF, in questa data non è esclusa una nevicata più organizzata e abbondante sul basso Piemonte, sulle Alpi liguri e fino a ridosso della pianura piemontese, con accumuli fino a 40–50 cm oltre i 1000 metri. Tuttavia, data la distanza temporale, la previsione va trattata con la dovuta prudenza, essendo soggetta a possibili revisioni anche sostanziali.
La probabilità di vedere la neve in pianura entro il 10 dicembre resta bassa. Gli eventuali episodi saranno deboli, localizzati e generalmente confinati a quote superiori ai 400–600 metri. Le condizioni più favorevoli alla neve in pianura si presenteranno, come da climatologia, solo a partire dalla seconda decade di dicembre, quando sarà più probabile una maggiore ingerenza di masse d’aria fredda continentale.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
