Il prossimo inverno sarà dominato da un fattore meteorologico globale ben noto alla comunità scientifica: La Niña. I segnali oceanici attualmente osservati nel Pacifico equatoriale indicano l’avvio di un nuovo episodio, che si configura come debole ma meteorologicamente significativo. Secondo quanto riportato da Andrej Flis su Severe Weather Europe, e in base agli ultimi dati del NOAA CRW, si sta già osservando un raffreddamento delle acque superficiali nelle regioni centrali ed orientali dell’ENSO (El Niño-Southern Oscillation), con le classiche anomalie fredde a forma d’onda generate dagli alisei orientali. Questo processo segna l’ingresso graduale in una fase di La Niña, destinata a persistere per tutto l’autunno e a influenzare in modo marcato l’equilibrio atmosferico globale durante i mesi invernali.
La Niña, fase opposta a El Niño, agisce come modulatore climatico planetario, influenzando i regimi di precipitazione tropicale, i pattern di pressione e la dinamica di scambio tra oceano e atmosfera. Tali effetti si propagano ben oltre l’area del Pacifico, seppur in maniera attenuata rispetto al Nord America, dove l’impatto diretto è più evidente. In Europa, infatti, l’influenza di La Niña non è immediata né univoca, poiché deve interagire con altri sistemi di circolazione atmosferica come l’Oscillazione Nord Atlantica (NAO) e il Vortice Polare. Tuttavia, una tendenza complessiva emerge con maggiore chiarezza grazie ai modelli di previsione stagionale.
Utilizzando i due principali sistemi previsionali globali – ECMWF (Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine) e UKMO (UK Met Office) – Severe Weather Europe ha analizzato le proiezioni nevose mese per mese per il continente europeo. I dati, aggiornati alla seconda metà di agosto, offrono una visione preliminare ma già indicativa di come si potrebbe configurare l’inverno 2025-2026.
Nel periodo novembre-gennaio, l’ECMWF prevede un’anomalia negativa delle nevicate sulla maggior parte dell’Europa, con accumuli inferiori alla media. Le eccezioni principali riguardano alcune aree della Scandinavia, dove le precipitazioni nevose potrebbero essere superiori alla norma, e il sud del Regno Unito, dove si registra un potenziale nevoso positivo. Novembre appare il mese più avaro di neve, con un’anomalia negativa diffusa che colpisce anche l’Europa centrale. Solo le aree scandinave ad altitudine elevata mostrano segnali positivi.

Dicembre conferma un deficit nevoso generalizzato, con un leggero aumento delle probabilità di nevicate sopra la media sui Balcani centrali, sull’estremo sud del Regno Unito e su una porzione ridotta della Scandinavia. Tuttavia, è con gennaio che si intravede un cambio di configurazione: il mese mostra infatti un incremento del potenziale nevoso su gran parte del continente. Questo mutamento sembra legato a un’anomalia di alta pressione posizionata più a nord del consueto, in grado di convogliare aria fredda verso l’Europa centrale e occidentale, creando così condizioni favorevoli alle nevicate. Il Regno Unito e le regioni centrali del continente risultano in particolare tra le aree con le prospettive nevose più interessanti.

Resta fondamentale ricordare che queste previsioni si basano su anomalie: indicano cioè dove si prevede che le nevicate saranno superiori o inferiori alla media climatica stagionale. Prevedere meno neve del normale non equivale all’assenza di nevicate, ma suggerisce una frequenza o un’intensità inferiore rispetto ai valori attesi. Inoltre, la natura dinamica del sistema atmosferico implica che queste tendenze, per quanto fondate su modelli robusti, vadano interpretate con cautela e soggette a ricalibrazioni nei prossimi aggiornamenti previsionali.
L’inverno 2025-2026 si presenta dunque come un’interessante sfida meteorologica, guidata da un evento La Niña in fase di sviluppo. Le sue implicazioni sulle nevicate europee sono ancora in parte incerte, ma le proiezioni attuali offrono già spunti concreti per una stagione che potrebbe rivelarsi più dinamica nella seconda parte, soprattutto da gennaio in poi. Il monitoraggio costante dei modelli e delle condizioni oceaniche sarà decisivo per affinare ulteriormente le previsioni nei mesi a venire.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!