Il colpo sferrato da Pier Silvio Berlusconi durante la sua ospitata a La Ruota della Fortuna contro Affari Tuoi ha il tono saccente di chi vuole dare lezioni, ma dimentica comodamente la storia – anche quella di casa propria. Definire il programma di Rai 1 “un gioco in cui si vincono soldi per fortuna, senza merito” e opporlo all’“amore per la lingua italiana” celebrato da La Ruota della Fortuna è un esercizio di retorica che tradisce più debolezza che autorevolezza.
Prima di dispensare sentenze, l’amministratore delegato di Mediaset farebbe bene a rileggere certi capitoli del palinsesto della sua azienda. A partire da un dettaglio che sfugge nella narrazione da campagna elettorale: Affari Tuoi viene trasmesso anche su Telecinco, l’ammiraglia spagnola controllata da Mediaset España. Dunque il “gioco della fortuna” tanto criticato in Italia, va benissimo se va in onda all’estero e fa ascolti? Inoltre, chi ricorda Fattore C? Era il 2006 quando Canale 5 tentò di imitare proprio Affari Tuoi portando in video un clone mal riuscito e poco amato dal pubblico, tanto da chiudere i battenti dopo una sola stagione disastrosa. Quello sì, un esperimento senza merito.
Ma la questione più seria è un’altra. Parlare di cultura, di qualità editoriale e rispetto per la lingua italiana, come ha fatto Berlusconi jr., implica necessariamente anche uno sguardo onesto sul proprio palinsesto. E allora, che dire di Uomini e Donne, Temptation Island, La Pupa e il Secchione, Grande Fratello e tutta quella galassia di programmi che hanno costruito l’architrave del cosiddetto “trash italiano”? Possiamo davvero parlare di cultura, di istruzione, di rispetto per la lingua quando in prima serata si offrono amori da copertina, frasi sconnesse e litigi da cortile? Difficile crederlo.
La risposta della Rai, per voce di Williams Di Liberatore, non è solo un dato di share (+6 punti in due giorni), ma una rivendicazione di metodo. Si può discutere se Affari Tuoi sia un programma “culturale” – probabilmente non lo è – ma si può certamente riconoscere che Rai 1, pur tra alti e bassi, ha sempre mantenuto uno zoccolo duro di proposte di qualità, dalla fiction alla divulgazione scientifica. Mediaset, salvo rare eccezioni, sembra aver delegato la cultura ad altri.
Un consiglio non richiesto a Pier Silvio Berlusconi: prima di salire in cattedra e fare la morale agli altri, dia un’occhiata alle sue aule. Il rischio è che il pubblico, più attento di quanto si pensi, si accorga che il maestro sta leggendo da un libro pieno di pagine strappate.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!