La casa di Maranello si trova ad affrontare un momento cruciale con la partenza di due figure centrali nello sviluppo della Power Unit che equipaggerà le monoposto della rivoluzione regolamentare del 2026. Wolf Zimmermann, ingegnere tedesco che da undici anni rappresenta una colonna portante della divisione motoristica del Cavallino Rampante, e Lars Schmidt, responsabile dello sviluppo prestazionale della parte endotermica del propulsore, stanno per lasciare la Scuderia per approdare in Audi, che debutterà ufficialmente in Formula 1 proprio nel 2026.
Zimmermann, nominato responsabile del progetto Power Unit 2026 nel marzo 2023, ha coordinato l’intero programma legato all’elettrificazione delle nuove unità propulsive, considerate il vero punto di svolta della prossima generazione di motori. L’ingegnere tedesco, già artefice del motore “Superfast” che ha equipaggiato la F1-75 e ritenuto un autentico “mago dell’ibrido”, rappresenta una perdita significativa per la Ferrari proprio mentre l’azienda aveva concentrato tutte le energie sullo sviluppo del propulsore di nuova generazione, abbandonando gli aggiornamenti per la SF-25 della stagione in corso.
La partenza di Schmidt, figura altrettanto centrale nel reparto, amplifica ulteriormente l’impatto di questo esodo tecnico. L’ingegnere capo dello sviluppo della componente endotermica della Power Unit seguirà il collega verso Ingolstadt, dove ritroverà Mattia Binotto, ex direttore tecnico e team principal della Ferrari ora alla guida del progetto Audi F1. Questo doppio colpo rischia di compromettere la continuità progettuale in un settore cruciale proprio mentre la Scuderia si prepara ad affrontare uno dei cambiamenti regolamentari più radicali degli ultimi venticinque anni.
La rivoluzione tecnica del 2026 prevede infatti un’architettura della Power Unit completamente ridisegnata, dove la componente elettrica assumerà un ruolo predominante generando il cinquanta per cento della potenza totale, rispetto ai circa 120 kW attuali che saliranno a 350 kW. Il motore endotermico V6 turbo rimarrà, ma la sua potenza scenderà dagli attuali 550-560 kW a 400 kW, con l’eliminazione della MGU-H e un sistema ibrido completamente riprogettato che utilizzerà esclusivamente carburanti sostenibili.
Per fronteggiare questa situazione critica, la dirigenza di Maranello ha deciso di riorganizzare immediatamente la struttura interna affidando pieni poteri a Enrico Gualtieri, cinquantenne modenese che dal 2023 ricopre il ruolo di direttore tecnico della divisione Power Unit. Gualtieri, formatosi interamente all’interno della Ferrari dopo la laurea in Ingegneria Meccanica conseguita nel 2000 presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, rappresenta la scelta della continuità e dell’italianità in un momento di forte instabilità.
La carriera di Gualtieri si è sviluppata attraverso ruoli di crescente responsabilità all’interno della Gestione Sportiva, dalla specializzazione iniziale in fluidodinamica e combustione del motore fino alla nomina come responsabile dell’affidabilità della prima Power Unit ibrida introdotta nel 2014. La sua esperienza ventennale nel reparto motori, culminata nella direzione complessiva dell’area Power Unit dal 2019, lo rende il candidato naturale per garantire stabilità al progetto e tutelare la competitività della Scuderia in vista della rivoluzione regolamentare.
Questo esodo di competenze tecniche verso Audi non rappresenta un caso isolato, ma si inserisce in un più ampio fenomeno di migrazione di talenti che caratterizza il mercato della Formula 1. La casa dei quattro anelli, guidata da Binotto e supportata da investimenti significativi, sta costruendo una struttura tecnica di alto livello per il debutto del 2026, attingendo proprio dalle conoscenze sviluppate nei team più competitivi del paddock attuale.
L’impatto di queste partenze sulla competitività futura della Ferrari dipenderà dalla capacità di Gualtieri e del suo team di mantenere la continuità progettuale e di completare lo sviluppo della Power Unit 2026 nei tempi previsti. La Scuderia ha già dimostrato di saper reagire a situazioni critiche simili in passato, ma la posta in gioco per il 2026 appare particolarmente elevata, considerando che l’efficienza della nuova generazione di propulsori potrebbe determinare gerarchie competitive destinate a durare per diversi anni.
Il team principal Fred Vasseur aveva recentemente dichiarato che “la squadra è completamente concentrata sul 2026”, ribadendo la volontà di non lasciare nulla al caso in una fase così delicata. Le partenze di Zimmermann e Schmidt rappresentano tuttavia una sfida imprevista che metterà alla prova la resilienza organizzativa della Ferrari e la sua capacità di mantenere il passo con i rivali in quella che si preannuncia come una delle rivoluzioni tecniche più significative nella storia recente della Formula 1.
La sfida per Maranello sarà ora quella di consolidare rapidamente le competenze interne e di eventualmente reclutare nuove figure di spicco per colmare il vuoto lasciato dai due ingegneri, mentre Audi continua a rafforzare la propria struttura tecnica in vista di un debutto che si preannuncia sempre più ambizioso e competitivo.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!