La voce storica della Formula 1 su Sky Sport, Carlo Vanzini, ha deciso di rompere il silenzio sulla propria condizione di salute in un momento particolarmente delicato della sua vita. Il telecronista, cinquantaquattro anni, ha rivelato pubblicamente di essere affetto da un tumore al pancreas scoperto lo scorso giugno, in un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera il sei dicembre, proprio alla vigilia dell’ultimo Gran Premio della stagione 2025 ad Abu Dhabi.
Vanzini ha raccontato che la diagnosi è arrivata in modo del tutto casuale, durante un controllo medico di routine presso il centro Formula Medicine di Viareggio. Il giornalista aveva inizialmente pensato di saltare il consueto check-up annuale, ma il collega Davide Camicioli aveva pubblicato un post dal centro medico insieme al dottor Riccardo Ceccarelli, spingendo Vanzini a presentarsi per un controllo. Durante l’ecografia addominale, l’ecografista ha individuato immediatamente una lesione, suggerendo la necessità di intervenire rapidamente. La moglie Cristina Fantoni, giornalista di La7, ha prontamente organizzato una TAC e una visita chirurgica presso una struttura di Verona, dando avvio al percorso terapeutico.
Il tumore al pancreas rappresenta una delle neoplasie più insidiose e aggressive del sistema digestivo. Si tratta di una patologia che colpisce la ghiandola pancreatica, organo fondamentale per la produzione di enzimi digestivi e ormoni come l’insulina. La forma più comune, l’adenocarcinoma pancreatico, costituisce circa l’ottantacinque per cento dei casi diagnosticati. Questa malattia si caratterizza per la sua natura subdola, manifestando sintomi evidenti solo quando ha raggiunto uno stadio avanzato, rendendo la diagnosi precoce estremamente difficile. I sintomi tipici includono ittero, ovvero la colorazione giallastra di pelle e occhi, dolore addominale che si irradia verso la schiena, perdita di peso inspiegabile e inappetenza.
La prognosi del tumore pancreatico è tra le più severe nel panorama oncologico. In Italia, la percentuale di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi si attesta intorno al cinque virgola due per cento per i casi diagnosticati in fase avanzata. Tuttavia, quando la diagnosi avviene precocemente, come nel caso di Vanzini, le prospettive migliorano sensibilmente. Il telecronista si è definito un “malato fortunato” proprio per questa ragione, consapevole che la diagnosi tempestiva può fare la differenza tra una prognosi infausta e la possibilità di affrontare la malattia con maggiori probabilità di successo. Il dramma personale di Vanzini si carica di un peso ulteriore considerando che cinque anni fa sua sorella Claudia è venuta a mancare proprio a causa dello stesso tumore, scoperto però quando era ormai troppo tardi per intervenire efficacemente.
Dopo la diagnosi del diciotto giugno, Vanzini ha intrapreso un percorso terapeutico articolato. Ha completato dieci sedute di chemioterapia presso il San Raffaele di Milano, a pochi minuti da casa, seguito dal professor Stefano Crippa. La chemioterapia neoadiuvante, ovvero somministrata prima dell’intervento chirurgico, rappresenta oggi un approccio terapeutico consolidato per il trattamento del tumore pancreatico operabile. L’obiettivo di questa strategia è duplice: ridurre le dimensioni della massa tumorale per facilitarne l’asportazione chirurgica e, soprattutto, eliminare eventuali micrometastasi, cellule tumorali microscopiche già diffuse nell’organismo ma non rilevabili dagli esami diagnostici. Questo approccio ha dimostrato di migliorare significativamente i risultati a lungo termine, aumentando le possibilità di sopravvivenza dei pazienti.
Gli effetti collaterali della chemioterapia si sono manifestati in modo evidente nell’aspetto fisico del telecronista. Vanzini ha raccontato di essere diventato gonfio a causa del cortisone, di aver perso completamente i capelli e la barba. Questi cambiamenti hanno attirato l’attenzione sui social network, dove il giornalista è finito in tendenza su X proprio per il suo aspetto modificato. Alcuni conoscenti hanno creduto alla storia di un semplice cambio di look, ma altri hanno iniziato a scrivere ai suoi figli, in particolare al maggiore Luca, ventidueenne, che ha sollecitato il padre a rendere pubblica la verità. La famiglia Vanzini, composta anche dai figli Giacomo, diciassette anni, e Anita, undici anni, è stata informata gradualmente: i ragazzi sono stati messi al corrente a fine luglio, dopo una vacanza estiva, mentre i genitori del telecronista hanno saputo della malattia due mesi dopo, con grande dolore.
L’intervento chirurgico previsto per fine gennaio costituisce la fase cruciale del percorso terapeutico. Quando il tumore è localizzato nella testa del pancreas, come sembra essere nel caso di Vanzini considerando il riferimento alla struttura di Verona specializzata in questo tipo di interventi, la procedura standard è la duodenocefalopancreasectomia, comunemente nota come procedura di Whipple. Si tratta di uno degli interventi più complessi della chirurgia generale, che richiede circa otto ore e prevede l’asportazione della testa del pancreas, del duodeno, della colecisti, di una parte del dotto biliare e talvolta anche di una porzione dello stomaco. Dopo la rimozione delle parti malate, il chirurgo deve riconnettere la porzione rimanente del pancreas all’intestino per ripristinare la funzionalità digestiva. L’intervento richiede una degenza ospedaliera di circa dieci-quattordici giorni e comporta un periodo di recupero post-operatorio significativo.
Nonostante la gravità della situazione, Vanzini ha continuato a svolgere il proprio lavoro con la consueta professionalità durante tutta la stagione di Formula 1. Il telecronista ha informato i colleghi della squadra motori di Sky Sport durante il viaggio verso il Gran Premio d’Olanda a Zandvoort. Togliendosi il cappellino che nascondeva la perdita dei capelli, ha comunicato la diagnosi al team, ricevendo un sostegno unanime. Nel corso dell’intervista al Corriere, Vanzini ha espresso parole di profonda gratitudine verso la moglie Cristina, definita “la colonna portante della famiglia” e “una donna fortissima”, che lo ha supportato in ogni fase di questo percorso difficile.
Il momento più emozionante è arrivato durante l’ultima telecronaca della stagione, in occasione del Gran Premio di Abu Dhabi disputato domenica otto dicembre. Prima dell’inizio delle prove libere, con voce commossa, Vanzini ha aperto la diretta con poche ma significative parole: “Lasciatemi dire solo una cosa: semplicemente grazie. Completiamo il lavoro”. Un messaggio asciutto e diretto, perfettamente in linea con lo stile professionale che da quasi due decenni contraddistingue la sua telecronaca. Al termine della gara, che ha incoronato Lando Norris campione del mondo, il collega e partner di telecronaca Marc Gené, pilota collaudatore ed ex Formula 1 spagnolo che affianca Vanzini da numerose stagioni, ha voluto dedicargli parole toccanti davanti alle telecamere.
“Noi nel nostro team abbiamo un campione che è Carlo”, ha dichiarato Gené con evidente emozione. “Grazie perché sei stato un leader e ovviamente ti aspetto l’anno prossimo qui con me in telecronaca, già dall’Australia. Tutti ti vogliamo tanto tanto bene”. Le parole dello spagnolo hanno sottolineato non solo l’affetto professionale ma anche il profondo legame umano che si è creato nel corso degli anni tra i membri della squadra Sky. Durante la chiusura del programma post-gara, condotto da Davide Camicioli, lo studio è scoppiato in un commosso applauso per Vanzini. Camicioli ha salutato “il suo capitano” mentre diversi membri del team non sono riusciti a trattenere le lacrime, in un momento di autentica commozione collettiva che ha superato i confini della semplice professionalità.
Particolarmente toccante è stato il momento in cui Davide Camicioli, lo stesso collega che involontariamente aveva contribuito alla scoperta della malattia pubblicando il post dal centro medico di Viareggio, si è lasciato andare alle lacrime parlando con Vanzini in diretta. “Scusa Carlo, so che queste cose non ti piacciono”, ha detto con voce rotta dall’emozione, evidenziando la natura riservata e poco incline al sentimentalismo del telecronista. Vanzini ha risposto ringraziando tutto il team per il sostegno ricevuto, mantenendo quel tono asciutto e professionale che da sempre caratterizza il suo approccio al lavoro e alla vita.
Nel corso dell’intervista al Corriere della Sera, il telecronista ha anche riflettuto sul cambiamento di prospettiva che la malattia ha portato nella sua esistenza. “È come se ora il mio tempo fosse più intenso, non mi va di farlo scivolare via”, ha confidato, riferendosi a come ogni momento assuma un valore diverso quando si affronta una battaglia per la sopravvivenza. Ha parlato dell’albero di Natale che quest’anno ha “un peso diverso”, del concerto del cantante Alfa visto insieme alla figlia, di tutti quei piccoli momenti di quotidianità che acquisiscono un significato nuovo e profondo. Nonostante continui a fare sport, seppur con difficoltà dovute alla chemioterapia, Vanzini ha dimostrato di voler mantenere uno stile di vita il più possibile normale, rifiutando di essere trattato come un malato dai propri figli.
La decisione di rendere pubblica la malattia è maturata proprio a causa dell’attenzione che il suo cambiamento fisico stava suscitando sui social network. Il figlio maggiore Luca ha sollecitato il padre a parlare apertamente, evitando che si diffondessero voci incontrollate o speculazioni. Questa scelta di trasparenza è stata apprezzata da migliaia di tifosi e appassionati di Formula 1 che in questi anni hanno imparato ad amare la voce e lo stile inconfondibile di Vanzini, capace di rendere ogni sorpasso, ogni pit-stop, ogni colpo di scena una narrazione avvincente e tecnicamente accurata. I messaggi di sostegno sono arrivati da ogni parte d’Italia, testimoniando l’affetto che il pubblico nutre verso il giornalista.
Vanzini ha concluso l’intervista con una citazione del cantautore Roberto Vecchioni, che ben sintetizza il suo approccio alla malattia: “Se sono ottimista? Sì, come canta Vecchioni: che pianterai un ulivo, convinto ancora di vederlo fiorire”. Una metafora potente che esprime la volontà di guardare al futuro con speranza, di continuare a progettare e a vivere nonostante l’incertezza della malattia. L’ulivo, pianta che richiede anni per crescere e dare frutti, rappresenta la fiducia nella guarigione e la determinazione a superare questa prova.
La comunità motoristica italiana si è stretta intorno al telecronista. Marc Gené ha già lanciato l’appuntamento per la prima gara del campionato 2026, prevista a Melbourne in Australia a marzo, ribadendo la certezza di ritrovare il collega in cabina di commento. Questo messaggio di fiducia e di normalità rappresenta per Vanzini un obiettivo concreto verso cui tendere durante il percorso di cura e riabilitazione post-operatoria. L’intervento di fine gennaio sarà il momento cruciale che determinerà le prospettive future del giornalista, ma la diagnosi precoce e il protocollo terapeutico seguito offrono ragioni concrete di ottimismo.
La storia di Carlo Vanzini mette in evidenza l’importanza fondamentale dello screening e dei controlli medici periodici, soprattutto per patologie insidiose come il tumore al pancreas che raramente presenta sintomi nelle fasi iniziali. Senza quel check-up casuale a Viareggio, la diagnosi sarebbe probabilmente arrivata troppo tardi, come accaduto purtroppo a sua sorella Claudia. Il caso del telecronista dimostra come una diagnosi precoce possa trasformare radicalmente la prognosi di una malattia considerata tra le più letali, offrendo concrete possibilità di sopravvivenza e guarigione che altrimenti sarebbero impensabili.
Il mondo dello sport motoristico attende ora con trepidazione l’esito dell’intervento chirurgico previsto per gennaio, nella speranza di riascoltare presto la voce di Carlo Vanzini narrare le gesta dei piloti di Formula 1. L’appuntamento è già fissato per marzo 2026 in Australia, quando la nuova stagione prenderà il via e Vanzini, se tutto procederà come sperato, potrà tornare a fare ciò che ama e che sa fare meglio: raccontare la Formula 1 con quella passione, competenza e stile inconfondibile che lo hanno reso un punto di riferimento insostituibile per milioni di appassionati italiani. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
