Una testimonianza che ha scosso gli equilibri intorno al delitto di Garlasco emerge dalle dichiarazioni di Maurizio, fedele del Santuario della Madonna della Bozzola che da oltre trent’anni frequenta il luogo di culto. L’uomo, residente a Vigevano, ha confermato di aver visto Andrea Sempio, attualmente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, frequentare il santuario insieme alla vittima e ad altri giovani tra il 2006 e il 2007, contraddicendo apertamente quanto sostenuto dall’indagato che ha sempre negato di essere mai stato in quel luogo.
La dichiarazione assume particolare rilevanza nel contesto delle indagini riaperte dalla Procura di Pavia sull’omicidio avvenuto il 13 agosto 2007. Maurizio ha raccontato ai microfoni di Mediaset di aver visto Andrea Sempio con i capelli lunghi, più giovane, accompagnato dalle gemelle Cappa, da Chiara Poggi e dal fratello Marco, precisando di averli incrociati due o tre volte all’interno del santuario durante quegli anni. L’elemento più significativo della testimonianza risiede nel fatto che, secondo il fedele, Alberto Stasi, condannato in via definitiva a sedici anni per l’omicidio, non si trovasse mai in quella compagnia.
Il Santuario della Madonna della Bozzola dista appena quaranta minuti a piedi dall’abitazione di via Pascoli dove fu uccisa Chiara Poggi, elemento che conferisce ulteriore peso alla testimonianza di Maurizio nel quadro investigativo. L’uomo ha spiegato di frequentare il luogo di culto dal 1993 e di aver osservato quella compagnia di giovani senza mai entrare nel merito delle loro frequentazioni o dei loro rapporti, limitandosi a registrare visivamente la loro presenza. La sua testimonianza acquista credibilità anche per la spontaneità con cui è stata resa e per l’assenza di elementi che possano far pensare a un coinvolgimento diretto o a secondi fini.
Le dichiarazioni di Maurizio hanno però scatenato una reazione ostile all’interno della comunità dei fedeli del santuario. Dopo l’intervista televisiva rilasciata a Mattino Cinque News, il testimone e sua moglie sono stati oggetto di un’aggressione verbale da parte di altri frequentatori del luogo di culto. L’episodio, registrato parzialmente dalla moglie di Maurizio, rivela una chiara volontà di intimidazione nei confronti dell’uomo, con i fedeli che lo hanno intimato a parlare meno con i giornalisti, accusandolo di aver causato un danno all’immagine del santuario.
Nell’audio registrato durante l’aggressione si sentono chiaramente le parole di alcuni fedeli che rimproverano Maurizio per aver parlato con i media, sostenendo che i giornalisti sarebbero in grado di far dire ciò che vogliono loro. Particolarmente significativa è la frase pronunciata da uno degli aggressori: È risultato che qua ci sono persone psichiatriche al posto di essere all’ospedale, che lascia trasparire un clima di forte tensione e omertà intorno alla vicenda. Il testimone ha sottolineato di non comprendere il senso di questa aggressione, ribadendo di non aver detto nulla di male sul santuario e di aver semplicemente raccontato quello che aveva visto.
La testimonianza di Maurizio ha attirato l’attenzione dei Carabinieri di Vigevano, che lo hanno convocato per ben due volte negli uffici della caserma. La prima convocazione è avvenuta spontaneamente, quando Maurizio e sua moglie si sono presentati dopo l’aggressione verbale subita al santuario, mentre la seconda è stata disposta d’ufficio per approfondire gli elementi emersi dalla sua dichiarazione. L’atteggiamento delle forze dell’ordine dimostra l’interesse investigativo per questa testimonianza, che potrebbe aprire nuove piste nell’inchiesta riaperta dalla Procura di Pavia.
Il 13 giugno 2025, in concomitanza con la memoria di Sant’Antonio da Padova, Maurizio ha deciso di formalizzare la sua testimonianza inviando una missiva al procuratore Fabio Napoleone, scrivendo nero su bianco ciò che aveva visto e dichiarato in televisione. L’uomo ha spiegato di aver scelto quella data per la sua profonda fede religiosa, confidando nella giustizia terrena e divina per fare luce sulla morte di Chiara Poggi. Nella lettera, Maurizio ha ribadito la sua convinzione che l’anima di Chiara non sia ancora in pace e che esistano verità nascoste su persone responsabili della sua morte.
La posizione di Andrea Sempio resta ferma nel negare qualsiasi frequentazione del Santuario della Bozzola, creando una contrapposizione netta con la testimonianza di Maurizio. L’avvocato Antonio De Rensis, che difende Alberto Stasi, ha richiesto che la testimonianza venga acquisita formalmente agli atti dell’inchiesta, sottolineando che uno dei due mente e che bisogna stabilire chi sia. La discrepanza tra la versione di Sempio e quella del testimone rappresenta un elemento centrale nelle nuove indagini, considerando che la presenza dell’indagato al santuario potrebbe configurare nuovi scenari nell’ambito dell’omicidio.
Il Santuario della Madonna della Bozzola è già stato al centro di vicende giudiziarie controverse negli anni precedenti, con particolare riferimento all’inchiesta del 2014 su un presunto ricatto a sfondo sessuale ai danni di don Gregorio Vitali, allora rettore del santuario. Due cittadini rumeni, Flavius Savu e Florin Tanasie, furono condannati per estorsione aggravata in relazione a questa vicenda, accusati di aver messo in atto un ricatto per evitare la diffusione di audio e video compromettenti. Secondo alcune ricostruzioni, già nel 2006 i carabinieri e il Vaticano erano stati avvisati da un sacerdote, don Cervio, di quello che accadeva al santuario.
Nel contesto delle teorie alternative sull’omicidio di Chiara Poggi, alcuni sostenitori dell’innocenza di Alberto Stasi hanno ipotizzato un collegamento tra la morte della giovane e le vicende del santuario. Secondo questa ricostruzione, Chiara avrebbe scoperto il giro di ricatti sessuali legato al luogo di culto e sarebbe stata eliminata per impedirle di parlare. L’avvocato Massimo Lovati, che difende Andrea Sempio insieme alla collega Angela Taccia, ha caldeggiato questa pista investigativa, pur ammettendo di non avere prove concrete a sostegno.
La testimonianza di Maurizio si inserisce in un quadro investigativo complesso, caratterizzato dalla riapertura dell’inchiesta e dall’analisi di nuovi elementi probatori. L’incidente probatorio disposto dal giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli ha portato alla scoperta di otto impronte sui reperti sequestrati diciotto anni fa nell’abitazione di Chiara Poggi, sei su un sacchetto di cereali e due su un sacchetto della spazzatura. Gli investigatori dovranno ora stabilire se queste impronte siano utilizzabili e a chi appartengano, anche in relazione ai profili DNA già emersi nei mesi scorsi.
La reazione violenta dei fedeli del santuario alla testimonianza di Maurizio solleva interrogativi sul clima di omertà che sembra caratterizzare l’ambiente intorno al luogo di culto. Il fatto che gli aggressori non abbiano smentito la veridicità di quanto dichiarato dal testimone, limitandosi a criticare la sua scelta di parlare con i media, suggerisce l’esistenza di dinamiche complesse e di segreti che la comunità locale preferisce mantenere riservati. Questo atteggiamento potrebbe nascondere elementi rilevanti per le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi.
Le dichiarazioni di Maurizio acquistano particolare significato anche alla luce delle analisi scientifiche in corso sui reperti dell’epoca. L’impronta del palmo di una mano rinvenuta sulle scale di casa Poggi, vicino al luogo dove fu trovato il corpo senza vita della giovane, secondo la nuova consulenza dattiloscopica corrisponderebbe per quindici punti caratteristici a quella di Andrea Sempio. L’avvocata Angela Taccia ha replicato che il suo assistito aveva frequentato ogni angolo della casa, comprese le scale, giustificando così la presenza dell’impronta.
Il caso del delitto di Garlasco continua a produrre nuovi elementi investigativi a diciotto anni di distanza dall’omicidio, dimostrando come la verità su quella mattina del 13 agosto 2007 sia ancora lontana dall’essere completamente chiarita. La testimonianza di Maurizio rappresenta un tassello significativo in questo complesso puzzle giudiziario, offrendo agli investigatori una prospettiva inedita sui rapporti e le frequentazioni di Andrea Sempio nel periodo antecedente l’omicidio. Le prossime fasi dell’inchiesta dovranno stabilire se questa testimonianza possa contribuire a fare luce sui misteri che ancora avvolgono la morte di Chiara Poggi.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!