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Delitto di Garlasco, la consulenza del RIS potrebbe sconvolgere radicalmente la sentenza del 2015

Il RIS di Cagliari deposita una consulenza di 300 pagine che riscrive la dinamica del delitto, analizzando per la prima volta tutte le tracce ematiche con tecnologie avanzate.

Il delitto di Garlasco entra in una fase decisiva con il deposito presso la Procura di Pavia della consulenza tecnica del Reparto Investigazioni Scientifiche di Cagliari, un documento di oltre trecento pagine che potrebbe riscrivere completamente la dinamica dell’omicidio di Chiara Poggi, la ventisei enne uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia in via Pascoli. La relazione, affidata al tenente colonnello Andrea Berti e basata sulla Bloodstain Pattern Analysis, ha analizzato con tecnologie di ultima generazione ogni traccia ematica presente sulla scena del crimine.

Gli specialisti dell’Arma, arrivati appositamente dalla Sardegna, hanno condotto lo scorso giugno un sopralluogo di sette ore utilizzando strumentazioni d’avanguardia tra cui scanner laser, droni e dispositivi di ricostruzione tridimensionale. L’obiettivo dell’operazione era duplice: ricostruire con estrema precisione gli ambienti della villetta così com’erano all’epoca del delitto e sovrapporre a questo modello virtuale le immagini e le rilevazioni delle tracce ematiche raccolte nel 2007. Una procedura che ha consentito di restituire una visione più chiara e aggiornata della dinamica dell’omicidio, anche alla luce delle evoluzioni tecnologiche intervenute negli ultimi diciotto anni.

Secondo quanto emerge dalla relazione tecnica, che rimane secretata e non è stata ancora messa a disposizione delle parti, gli accertamenti hanno per la prima volta preso in considerazione l’impronta di una mano che fino ad ora non era mai entrata nelle relazioni precedenti. Si tratterebbe di una traccia su una chiazza di sangue alla base delle scale, repertata fotograficamente ma mai sottoposta ad analisi tecniche specifiche. La natura di questa impronta rimane incerta: potrebbe appartenere alla vittima, all’assassino o rappresentare una contaminazione della scena, considerando che uno dei primi militari intervenuti scivolò sul sangue.

La consulenza del RIS si distingue per la sua completezza rispetto alle precedenti analisi, avendo preso in esame tutte le impronte presenti nell’abitazione dei Poggi e non soltanto quelle considerate più rilevanti. Nella ricostruzione sono stati considerati ogni elemento presente sulla scena: schizzi sotto la cornetta del telefono, sgocciolamenti vicino al divano, tracce sui muri e pavimenti, offrendo un quadro d’insieme mai realizzato prima con tale livello di dettaglio tecnico.

La Bloodstain Pattern Analysis è una disciplina scientifica che studia forma, dimensione, posizione e distribuzione delle macchie di sangue per ricostruire la dinamica di un crimine. Attraverso l’analisi delle traiettorie delle tracce ematiche, gli esperti possono determinare il punto di origine degli schizzi, la direzione del movimento e persino il numero di persone presenti sulla scena. Nel caso di Garlasco, questa metodologia ha consentito ai tecnici di mappare con precisione millimetrica ogni elemento, creando una ricostruzione virtuale tridimensionale dell’intera abitazione.

Il documento depositato dal tenente colonnello Berti rappresenta uno sviluppo significativo nelle nuove indagini coordinate dal procuratore Fabio Napoleone, che hanno visto l’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio, trentasette anni, amico del fratello di Chiara all’epoca dei fatti. L’ipotesi accusatoria formulata dalla Procura pavese prevede un omicidio in concorso, in contrasto con la sentenza definitiva del 2015 che ha condannato a sedici anni di reclusione l’allora fidanzato della vittima, Alberto Stasi, come unico responsabile del delitto.

La riapertura delle indagini si è basata principalmente sull’analisi del materiale genetico rinvenuto sotto le unghie della vittima, che secondo le consulenze depositate dalla difesa di Stasi sarebbe compatibile con il profilo di Andrea Sempio. Le nuove tecnologie forensi hanno consentito di rianalizzare campioni che all’epoca non avevano fornito risultati conclusivi, aprendo scenari investigativi inediti dopo quasi due decenni dalla tragedia.

La consulenza del RIS dovrà essere integrata con quella affidata alla dottoressa Cristina Cattaneo, anatomopatologa di fama internazionale incaricata dalla Procura di rileggere alcuni aspetti cruciali del delitto. La professoressa dovrà stabilire l’arma utilizzata per l’omicidio, il numero preciso delle lesioni inferte alla vittima e accertare se l’aggressione possa essere attribuita a una o più persone. Solo dopo l’affiancamento delle due consulenze gli inquirenti avranno un quadro completo per le nuove valutazioni investigative.

L’incidente probatorio avviato nei mesi scorsi ha coinvolto diversi aspetti tecnici: dall’analisi genetica dei campioni biologici conservati presso l’Università di Pavia alle verifiche dattiloscopiche sulle impronte non identificate, fino alla ricostruzione digitale della scena del crimine. Gli inquirenti hanno acquisito materiale biologico dell’indagato Sempio per le comparazioni genetiche, mentre i periti stanno riesaminando reperti che nei precedenti procedimenti penali non erano mai stati sottoposti ad analisi o avevano fornito esiti dubbi.

Il procuratore Napoleone, attraverso una nota ufficiale diffusa nei mesi scorsi, ha precisato che i magistrati titolari delle indagini si esprimeranno ufficialmente solo al termine di tutte le attività, adottando le decisioni necessarie. L’avvertimento è arrivato dopo il proliferare di ritostruzioni e commenti da parte di consulenti ed esperti su ipotetiche scelte della Procura, considerati dall’ufficio inquirente come fonte di confusione e discussioni fittizie.

La famiglia di Chiara Poggi ha espresso forti perplessità sulla riapertura delle indagini, sostenendo che gli inquirenti non possono collocarsi al di sopra della giurisdizione ignorando quanto accertato in un giusto processo, valorizzando a distanza di quasi vent’anni delle ipotesi definite stravaganti. La posizione della famiglia rimane ferma sulla validità della sentenza definitiva che ha individuato in Alberto Stasi l’unico responsabile del delitto.

Le nuove indagini si inseriscono in un contesto processuale complesso, dove una sentenza definitiva di condanna convive con l’apertura di un nuovo filone investigativo che ipotizza una dinamica completamente diversa dei fatti. Il pool di magistrati della Procura di Pavia, rafforzato per gestire la grande mole di documenti, sta lavorando per verificare se gli elementi emersi possano portare a una richiesta di rinvio a giudizio per Andrea Sempio.

La consulenza del RIS rappresenta un tassello fondamentale in questo puzzle investigativo, offrendo per la prima volta una ricostruzione completa e tecnologicamente avanzata della scena del crimine. I risultati dell’analisi BPA, uniti alle future conclusioni della dottoressa Cattaneo, potrebbero fornire elementi decisivi per comprendere la reale dinamica di quanto accaduto quella mattina del 13 agosto 2007 nella villetta di Garlasco, in un caso che continua a dividere opinione pubblica ed esperti dopo diciotto anni dal delitto.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!