Un nuovo terremoto giudiziario scuote il caso del delitto di Garlasco con l’iscrizione nel registro degli indagati di Mario Venditti, ex procuratore aggiunto di Pavia, accusato di corruzione in atti giudiziari dalla Procura di Brescia. Le accuse sono pesanti e riguardano presunte manovre per favorire l’archiviazione delle indagini su Andrea Sempio, unico indagato nel nuovo filone investigativo sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007.
La svolta è arrivata all’alba del 26 settembre 2025, quando carabinieri e Guardia di Finanza hanno eseguito perquisizioni nelle abitazioni di nove persone, tra cui lo stesso Venditti nelle sue dimore di Pavia, Genova e Campione d’Italia, dove attualmente ricopre il ruolo di presidente del Casinò. Le perquisizioni hanno interessato anche i genitori e gli zii di Andrea Sempio, oltre a due ex carabinieri in congedo che lavoravano nella sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Pavia quando Venditti aveva competenza sul caso.
L’elemento cruciale dell’indagine è rappresentato da un biglietto sequestrato il 14 maggio scorso nell’abitazione dei genitori di Sempio, contenente la scritta “Venditti gip archivia X 20-30 euro”, datato febbraio 2016 ma ritenuto dagli inquirenti erroneamente anticipato di un anno. Secondo la Procura di Brescia, guidata dal procuratore Francesco Prete e dalla pm Claudia Moregola, questo promemoria manoscritto, attribuito a Giuseppe Sempio (padre di Andrea), costituirebbe la prova di un accordo corruttivo per ottenere l’archiviazione del procedimento a carico del figlio nel marzo 2017.
L’ipotesi accusatoria si basa su una serie di anomalie riscontrate nelle indagini del 2017, quando Venditti archiviò il caso Sempio in tempi record: prima volta in tre mesi, seconda volta addirittura in 21 giorni nel 2020. Tra gli elementi sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori figurano intercettazioni non trascritte nelle quali Giuseppe Sempio avrebbe fatto riferimento alla necessità di “pagare quei signori lì” con modalità non tracciabili, conversazioni di “forte valenza indiziaria” che non furono mai approfondite all’epoca.
Particolarmente significativi appaiono i movimenti finanziari anomali emersi dalle indagini della Guardia di Finanza, concentrati tra dicembre 2016 e giugno 2017. Le zie paterne di Andrea Sempio avrebbero emesso assegni per 43.000 euro a favore del fratello Giuseppe, mentre padre e figlio Sempio avrebbero effettuato prelievi in contanti per 35.000 euro, cifre ritenute sproporzioni rispetto alle loro normali disponibilità economiche. Giuseppe Sempio avrebbe inoltre versato a un parente un assegno da 5.000 euro immediatamente prelevati in contanti.
Un aspetto inquietante riguarda le modalità dell’interrogatorio di Sempio nel 2017. Dalle intercettazioni ambientali emerge che Andrea Sempio sarebbe stato informato in anticipo delle domande che gli sarebbero state poste dai magistrati. In una conversazione captata il 9 febbraio 2017, il giorno prima dell’interrogatorio, Giuseppe Sempio dice al figlio: “Comunque ha detto che ti chiederà le cose che sono state depositate”, ricevendo come risposta: “Sì lo so”. Il giorno successivo, dopo l’interrogatorio, i due si confrontano su quanto dichiarato, con Sempio che ammette di aver “cannato” una risposta riguardo al ritrovamento dello scontrino del parcheggio di Vigevano, elemento che gli forniva un alibi.
La reazione della famiglia Poggi alle nuove accuse è stata di profondo sconcerto. Francesco Compagna, avvocato di Marco Poggi (fratello della vittima), ha dichiarato che “i genitori di Chiara sono sconcertati da quello che leggono, è una ferita che non si rimargina mai”. Il legale ha definito la vicenda “il paradosso dei paradossi”, sostenendo che si tratti di “un tentativo di rilanciare, attraverso un meccanismo di sponda, un’indagine che a oggi ha portato solamente conferme sulla responsabilità di Stasi”.
Compagna ha inoltre evidenziato come la notizia delle perquisizioni sia arrivata proprio nel giorno in cui si discuteva della proroga dell’incidente probatorio, definendo questa coincidenza “non casuale”. “La paura della famiglia e di tutti è che questo sia un tormentone infinito sulla pelle delle persone coinvolte e della credibilità della giustizia”, ha aggiunto l’avvocato, sottolineando che “contro Sempio non è mai stata trovata nessuna prova o elemento”.
Diversa la posizione dell’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara Poggi condannato definitivamente a 16 anni di carcere per l’omicidio. “L’ipotesi accusatoria è talmente grave che credo non debba essere commentata da un semplice avvocato”, ha dichiarato De Rensis, definendo “inaudita” la gravità dei fatti contestati. Il legale ha ricordato che l’indagine che portò in carcere Stasi fu “costellata da errori e orrori come cancellare un alibi”, mentre le attuali indagini “sono costellate di approfondimenti”.
L’avvocato di Sempio, Massimo Lovati, ha minimizzato la portata delle accuse, definendo i familiari del suo assistito “sereni” e spiegando che l’appunto sequestrato potrebbe essere semplicemente “un preventivo di spese legali”. Lovati ha inoltre sottolineato che “le cifre di cui si parla – 20 o 30 mila euro – sembrano una base troppo esigua per un’ipotesi corruttiva di un professionista del genere” e ha richiesto una perizia calligrafica per attribuire con certezza il biglietto.
Intanto, la giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli ha concesso una proroga di 70 giorni per l’incidente probatorio richiesta dai periti della gip, la genetista Denise Albani e l’esperto dattiloscopico Domenico Marchigiani. Le parti sono state nuovamente convocate per il 18 dicembre, con l’obiettivo di sciogliere il nodo principale relativo ai due profili di DNA trovati sulle unghie della vittima, uno dei quali secondo diversi consulenti sarebbe riconducibile ad Andrea Sempio.
Chi è Mario Venditti
Mario Venditti, 72 anni, nato a Benevento, ha costruito la sua carriera tra sedi cruciali della giustizia italiana, lavorando presso la Direzione distrettuale antimafia con incarichi a Milano e Reggio Calabria. Nel 2010 ha assunto la funzione di procuratore aggiunto a Pavia, ruolo che lo ha posto al centro di indagini ad alto impatto mediatico, tra cui il caso Garlasco e il sequestro del piccolo Eitan. Andato in pensione nel luglio 2023 dopo oltre quarant’anni di servizio, attualmente ricopre l’incarico di presidente del Casinò di Campione d’Italia.
Questa nuova svolta riapre interrogativi sulla condotta delle indagini originarie e sulla possibile esistenza di un secondo autore dell’omicidio di Chiara Poggi, mettendo in discussione la condanna definitiva di Alberto Stasi. Le indagini della Procura di Brescia dovranno ora accertare se effettivamente vi sia stata corruzione e se questa abbia influenzato l’esito del procedimento a carico di Sempio, in un caso che continua a dividere l’opinione pubblica e a sollevare dubbi sulla ricerca della verità.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!