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Garlasco, svolta nel caso Poggi: le tracce sulle unghie di Chiara “compatibili con il Dna di Sempio”

Il Dna sotto le unghie di Chiara Poggi è compatibile con la linea paterna di Andrea Sempio: il caso Garlasco potrebbe essere riscritto.

Una nuova perizia genetica riapre clamorosamente il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Secondo le anticipazioni contenute nella relazione preliminare della genetista Denise Albani, nominata dal gip di Pavia Daniela Garlaschelli nell’ambito dell’incidente probatorio, il profilo genetico rilevato sotto le unghie della vittima sarebbe “pienamente compatibile” con l’aplotipo Y di Andrea Sempio, amico d’infanzia di Marco Poggi, fratello della ragazza. Il risultato, che sarà formalizzato nella perizia definitiva attesa a inizio dicembre, contraddice apertamente quanto affermato nella precedente perizia eseguita dal genetista Francesco De Stefano, consulente della Corte d’Appello bis che nel 2014 portò alla condanna definitiva di Alberto Stasi.

La comunicazione ufficiale della perita Albani, inviata via posta elettronica certificata alle parti mercoledì mattina, rappresenta un punto di svolta non solo sul piano scientifico, ma anche investigativo. L’aplotipo individuato nella traccia biologica del 2007, pur non essendo individualmente identificativo, è riconducibile alla linea paterna di Sempio, una caratteristica condivisa con un numero estremamente ristretto di soggetti appartenenti alla sua stessa famiglia. Ciò implica una significativa esclusività del profilo genetico rilevato, sufficiente per stabilire – secondo Albani – una “piena concordanza” con l’indagato.

La nuova analisi, svolta presso il gabinetto di polizia scientifica, ha inoltre evidenziato l’eterogeneità dei campioni utilizzati in precedenza: secondo Albani, la sessione a 5 microlitri ha restituito un profilo parziale misto, composto da dodici marcatori genetici. La genetista ha però specificato che, sebbene si tratti di dati incompleti, la compatibilità è ritenuta “scientificamente significativa” per giustificare l’esito espresso nella relazione. In altre parole, la combinazione di marcatori genetici rilevata sotto le unghie di Chiara risulta coerente con il patrimonio genetico maschile della famiglia Sempio.

La posizione di Andrea Sempio era già emersa nel 2016, quando un approfondimento difensivo portò al suo temporaneo coinvolgimento nell’indagine. Tuttavia, la richiesta di archiviazione del fascicolo da parte del procuratore aggiunto Mario Venditti, oggi indagato per corruzione in atti giudiziari, bloccò ogni ulteriore sviluppo. Fondamentale in quel passaggio fu proprio la valutazione del professor De Stefano, che definì la traccia come “non consolidata”, cioè priva di valore probatorio sufficiente. Oggi, quella valutazione appare fortemente ridimensionata.

Il prossimo 18 dicembre le parti si ritroveranno in udienza per discutere un nodo cruciale: come è finita quella traccia genetica sulle mani della vittima? Due gli scenari possibili. Il primo, che apre all’ipotesi più grave, suggerisce un contatto diretto tra Sempio e Chiara durante il delitto. Il secondo contempla invece un trasferimento indiretto, magari attraverso un oggetto precedentemente maneggiato dall’amico di famiglia in uno dei momenti in cui frequentava l’abitazione dei Poggi. Entrambe le ipotesi verranno vagliate alla luce della nuova perizia, che intanto solleva interrogativi inquietanti sulla solidità dell’impianto accusatorio che ha portato alla condanna di Alberto Stasi.

Con la presentazione formale della perizia completa prevista per l’inizio di dicembre, il caso Garlasco si prepara a un possibile nuovo capitolo giudiziario. La giustizia, a distanza di quasi vent’anni, sembra ancora lontana da una verità definitiva. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!