Dopo una lunga fase dominata da un campo di alta pressione che ha garantito condizioni stabili e temperature sopra la media stagionale fino a metà ottobre, il quadro meteorologico sull’Italia si appresta a cambiare radicalmente. Una saccatura di origine atlantica, in discesa verso il bacino occidentale del Mediterraneo, darà luogo alla formazione di un minimo depressionario in approfondimento tra la Francia sud-orientale e il Golfo di Genova. Questo sistema ciclonico attiverà un flusso sud-occidentale umido e instabile, foriero di nubi e precipitazioni diffuse su gran parte della Penisola.
Il peggioramento inizierà nella giornata di lunedì 20 ottobre, con le prime piogge in ingresso sul Nord-Ovest. I settori maggiormente interessati saranno la Liguria, il Piemonte, la Valle d’Aosta e la Lombardia occidentale, dove si attendono fenomeni localmente intensi, anche a carattere di rovescio o temporale. Gli accumuli pluviometrici previsti potranno superare i 50-70 mm in 24 ore, con picchi maggiori sui rilievi liguri e piemontesi esposti alle correnti umide meridionali.

Nella giornata di martedì 21 ottobre, il fronte perturbato si sposterà verso est, estendendo la sua influenza al Nord-Est e alle regioni centrali tirreniche. Le precipitazioni raggiungeranno il Triveneto, con rovesci anche persistenti tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia, mentre al Centro si prevedono piogge diffuse su Toscana, Lazio e Sardegna, regioni maggiormente esposte alle correnti sud-occidentali. La perturbazione interesserà anche parte del Sud, in particolare la Campania e la Sicilia occidentale, mentre il versante adriatico, protetto parzialmente dalla barriera appenninica, rimarrà in ombra pluviometrica. Le aree dalla Romagna al nord della Puglia vedranno fenomeni più deboli o intermittenti, ad eccezione del Salento, che potrà risultare più esposto alle precipitazioni in arrivo dal Canale di Sicilia.

Un aspetto da segnalare sarà l’ingresso di aria più fresca in quota, che determinerà un calo termico soprattutto al Nord e sulle Alpi, dove si assisterà al ritorno della neve oltre i 2000-2300 metri. I fiocchi saranno inizialmente confinati ai settori alpini occidentali e centrali, ma potranno estendersi, seppur debolmente, anche verso le Dolomiti. Si tratta di un segnale importante in vista dell’apertura della stagione sciistica, anche se ancora prematuro per accumuli consistenti.
La perturbazione, pur non essendo eccezionale per estensione e intensità, rappresenta il primo vero impulso autunnale organizzato dopo settimane di stabilità anomala, e inaugura una fase meteorologicamente più dinamica per il nostro Paese.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!