L’arrivo delle prime perturbazioni atlantiche sul Nord Italia, previsto a partire dal 20 ottobre, segna un cambiamento nella dinamica atmosferica dell’autunno avanzato, ma non ancora un reale ingresso nella stagione invernale. I primi impulsi perturbati in arrivo dall’Atlantico saranno infatti deboli e caratterizzati da una componente termica ancora inadatta alla formazione di neve a quote significative. La colonna d’aria sopra l’arco alpino resterà infatti influenzata da temperature superiori alla media climatologica del periodo, con isoterme a 850 hPa che si manterranno ben oltre gli 8–10 °C, e uno zero termico stabilmente collocato tra i 2800 e i 3000 metri.
Di conseguenza, eventuali precipitazioni previste tra il 20 e il 25 ottobre saranno per lo più piovose fino a quote molto elevate, con lievi episodi nevosi limitati esclusivamente alle cime più alte dell’arco alpino, oltre i 3000 metri. In pratica, l’accumulo nevoso utile, quello che contribuisce alla formazione del manto di fondo stagionale, resterà assente almeno fino all’ultima parte del mese.

Una possibile svolta sinottica è individuata attorno al 27 ottobre, quando il modello europeo ECMWF evidenzia l’arrivo di una perturbazione più strutturata, accompagnata da un’irruzione d’aria fredda di origine nord-atlantica. Le simulazioni attuali suggeriscono un abbassamento dello zero termico fino ai 1800–2000 metri, condizione che permetterebbe il ritorno della neve anche nelle vallate alpine più settentrionali, specie tra alta Lombardia, Trentino-Alto Adige e settori alpini di confine. Gli accumuli previsti, se confermati, saranno compresi tra i 10 e i 25 cm, con maggiore consistenza nei bacini esposti a nord. Non si tratta ancora di una nevicata invernale piena, ma di un primo segnale di cambiamento nel regime barico europeo.

Nessun coinvolgimento, invece, per la dorsale appenninica, dove il profilo termico resterà troppo elevato per favorire la formazione di neve. Le correnti sud-occidentali in arrivo con le perturbazioni saranno infatti miti e umide, con accumuli nevosi possibili solo al di sopra dei 2600–2700 metri, soglie raramente raggiunte sull’Appennino in ottobre, e peraltro senza supporto da parte delle precipitazioni attese, anch’esse modeste.
In conclusione, il quadro meteorologico per la fine di ottobre indica un primo tentativo dell’inverno di affacciarsi sulle Alpi, ma senza ancora la forza necessaria per imporsi. La nevicata prevista attorno al 27 ottobre potrebbe rappresentare l’avvio simbolico della stagione fredda, ma non costituisce ancora un evento di rilievo per il comparto turistico o per l’idrologia alpina. I segnali, tuttavia, sono da monitorare con attenzione: l’Atlantico inizia a inviare impulsi instabili, le temperature tendono lentamente a calare, e con il mese di novembre alle porte, le condizioni potrebbero evolvere verso scenari più invernali.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!