L’Italia si candida a diventare il punto di riferimento europeo per la sperimentazione della guida autonoma, con una coalizione di sessanta sindaci che hanno manifestato la propria disponibilità a trasformare i propri territori in laboratori a cielo aperto per le tecnologie di mobilità del futuro. L’annuncio è arrivato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen durante la cerimonia del Patto dei sindaci 2025, tenutasi a Bruxelles il 16 ottobre, dove ha sottolineato come questi centri urbani italiani possano costituire il nucleo di una rete di città europee dove faranno il loro esordio i primi veicoli a guida autonoma.
L’iniziativa, battezzata “Autonomous Driving: Italy in the Front Row“, era stata lanciata lo scorso 14 luglio a Milano dall’europarlamentare del Partito Democratico Pierfrancesco Maran, che aveva riunito ricercatori, aziende innovative e rappresentanti politici di maggioranza e opposizione per discutere del futuro della mobilità automatizzata in Italia e in Europa. Tra i firmatari dell’appello figurano i sindaci delle principali città del Nord-Ovest, con Milano, Torino e Genova in prima linea, rappresentate rispettivamente da Beppe Sala, Stefano Lo Russo e Silvia Salis. La geografia della sperimentazione si concentra prevalentemente tra Lombardia e Piemonte, anche se non manca una presenza meridionale con il comune di Latronico, in provincia di Potenza, unico rappresentante del Mezzogiorno.
L’iniziativa nasce dalla consapevolezza di un divario tecnologico preoccupante tra l’Europa e i competitor globali. Mentre negli Stati Uniti la società Waymo effettua oltre duecentocinquantamila corse a pagamento a settimana in quattro città americane, e la Cina ha istituito venti città pilota che hanno accumulato oltre settantaquattro milioni di chilometri di test, l’Europa si trova limitata a circa quattrocento microprogetti frammentati, di cui meno della metà su scala nazionale. Questo ritardo non è solo geografico ma anche economico, con investimenti pubblici dispersi su iniziative troppo piccole e una frammentazione normativa che vede ventisette diversi quadri nazionali impedire di sfruttare il vantaggio del mercato unico continentale.
Il contesto normativo ha compiuto un passo decisivo verso la regolamentazione della guida automatizzata grazie all’aggiornamento approvato dalla Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite, operativo dal 26 settembre 2025. La modifica al Regolamento UNECE numero 171 autorizza l’utilizzo di sistemi avanzati di assistenza alla guida in modalità hands-off sulle autostrade europee, consentendo ai veicoli di effettuare manovre autonome come cambi di corsia senza intervento diretto del conducente. Questi sistemi, classificati come Livello 2 avanzato secondo la scala SAE, permettono ai veicoli di gestire autonomamente traiettoria, velocità e cambio corsia, mentre il conducente deve rimanere vigile e pronto a intervenire se necessario, mantenendo la responsabilità legale della funzione di guida.
La normativa rappresenta un’apertura fondamentale per l’impiego di tecnologie come il Full Self-Driving di Tesla e i software sviluppati da case automobilistiche europee quali BMW, Mercedes e Stellantis. Mercedes-Benz ha già certificato sistemi di “Livello 3”, sebbene siano tipicamente geo-fenced su specifiche autostrade pre-mappate e operino in condizioni limitate, mentre Tesla sta spingendo per portare il suo FSD in Europa dopo averlo reso operativo negli Stati Uniti. L’aggiornamento delle pagine nazionali di Tesla per Germania, Italia, Francia, Belgio, Paesi Bassi e altri mercati europei indica che l’introduzione di Full Self-Driving nel continente potrebbe avvenire già nel corso del 2025, anche se restano ostacoli regolatori significativi da superare.
Sul territorio italiano sono già operativi diversi progetti sperimentali che anticipano questa evoluzione normativa. Torino rappresenta un caso di eccellenza con la navetta autonoma AuToMove, entrata in servizio pubblico il 13 ottobre 2025 nell’ambito del progetto Living Lab ToMove. Il veicolo elettrico a guida autonoma e connessa, fornito dalla società Ohmio e gestito operativamente da GTT, percorre un anello di circa tre chilometri con cinque fermate tra corso Tortona, corso Regina Margherita e Lungo Dora Siena, con capolinea presso il Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino. Il servizio è attivo nei giorni feriali dalle undici alle sedici e trenta, può trasportare fino a otto passeggeri per corsa ed è accessibile gratuitamente tramite prenotazione sull’app Wetaxi. La navetta comunica con altri veicoli e con l’infrastruttura stradale grazie a tecnologie e dispositivi progettati dalla società 5T, ricevendo informazioni in tempo reale sulle fasi semaforiche delle intersezioni e sulla presenza di ostacoli.
Altri test significativi stanno interessando diverse aree del Paese. A Darfo Boario Terme, in Valle Camonica, il Politecnico di Milano ha completato con successo la sperimentazione di un sistema di robo-sharing applicato a una Fiat 500 elettrica attrezzata per la guida autonoma, che ha permesso a un utente ottantanovenne di chiamare il veicolo come fosse un taxi, salirci a bordo e raggiungere la farmacia senza intervento del conducente. Autostrade per l’Italia ha avviato test sulla propria rete utilizzando una Maserati MC20 Cielo modificata dal Politecnico di Milano, con prove iniziate nel luglio 2023 sull’A26 e proseguite su tratti aperti al traffico, inclusa la galleria Valsesia. Sulla Tangenziale di Napoli, una Maserati GranCabrio Folgore equipaggiata con un sistema di guida autonoma sviluppato dal Politecnico di Milano ha percorso autonomamente tre chilometri, regolando la velocità in tempo reale grazie alla comunicazione diretta con l’infrastruttura stradale.
L’infrastruttura digitale rappresenta un elemento cruciale per abilitare la diffusione della guida autonoma su larga scala. Secondo le stime disponibili, in Italia esistono già almeno cinquecento chilometri di strade attrezzate con sistemi digitali compatibili con questa tecnologia, grazie anche ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e al programma europeo 5G Corridor. La misura “Italia 5G” del PNRR prevede investimenti per incentivare lo sviluppo e la diffusione dell’infrastruttura 5G lungo circa duemilaseicentoquarantacinque chilometri di corridoi di trasporto europei e diecimila chilometri di strade extraurbane, per abilitare lo sviluppo di servizi a supporto della sicurezza stradale, della mobilità, della logistica e del turismo. Il programma Anas Smart Road, con un investimento complessivo di circa un miliardo di euro, mira alla trasformazione digitale della rete per seimilasettecento chilometri di strade entro il 2032, includendo alcuni dei più importanti assi strategici del Paese.
I sindaci italiani coinvolti nell’iniziativa si dichiarano pronti a raccogliere la sfida, ma chiedono contestualmente un quadro normativo chiaro e armonizzato a livello europeo, capace di superare l’attuale frammentazione. L’appello presentato a luglio evidenzia come i sottoscrittori credano fermamente che la guida autonoma, cooperativa e connessa rappresenti una rivoluzione epocale per la mobilità urbana ed extraurbana, e si dichiarano pronti a mettere a disposizione i Comuni come veri e propri laboratori viventi per accelerare la sperimentazione di questa tecnologia. Gli amministratori locali vedono nella guida autonoma una soluzione pratica a problemi urbani quotidiani, dalla logistica dell’ultimo miglio alla riduzione del traffico e dell’inquinamento nei centri cittadini, dall’estensione del diritto alla mobilità per anziani, disabili e bambini al collegamento di aree periferiche scarsamente servite dal trasporto pubblico.
Secondo Pierfrancesco Maran, l’Italia dispone delle competenze necessarie, con università di eccellenza, centri di ricerca specializzati in automazione e intelligenza artificiale, e si sta dotando delle startup necessarie per raccogliere questa sfida, ma serve che il governo affianchi i Comuni per rendere subito possibile la sperimentazione della guida autonoma nelle città italiane. Il prossimo incontro della coalizione è fissato per il primo dicembre a Roma, con l’obiettivo di allargare ulteriormente la rete, mentre un altro evento analogo è previsto a Bruxelles il 10 dicembre. Von der Leyen ha sottolineato come le innovazioni locali stiano plasmando il futuro dell’Europa e come le città debbano diventare centri di innovazione, riconoscendo che la sicurezza e la prosperità del continente possano essere raggiunte solo attraverso una stretta collaborazione con città, comuni e regioni.
La partecipazione italiana potrebbe trasformare il Paese in un laboratorio di innovazione tecnologica europea, grazie alla presenza di poli industriali e centri di ricerca specializzati in automazione, intelligenza artificiale e mobilità sostenibile. Il piano prevede la definizione di standard comuni di sicurezza e infrastrutture digitali che consentano ai veicoli autonomi di circolare in contesti urbani controllati, con l’obiettivo di ridurre traffico, emissioni e incidenti. Secondo Von der Leyen, con l’ausilio dell’intelligenza artificiale a bordo è possibile ridurre la congestione del traffico, collegare i quartieri periferici ai trasporti pubblici e aumentare la sicurezza sulle strade, rendendo l’intelligenza artificiale al primo posto equivalente alla sicurezza al primo posto. Resta tuttavia aperta la sfida di superare le difficoltà strutturali che ancora separano l’Europa dai leader mondiali della guida autonoma, dalla frammentarietà dei progetti alla dispersione dei fondi, passando per la mancanza di un quadro normativo pienamente armonico. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!