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Il fiuto di Sherlock Holmes, torna in Rai il segugio di Miyazaki

Presentata a Lucca Comics la versione restaurata dell’anime del 1984 nato dalla collaborazione tra Miyazaki, i fratelli Pagot e la Rai, ora disponibile su RaiPlay insieme alla riedizione del fumetto.

Sabato primo novembre presso il Cinema Centrale di Lucca, durante la cinquantanovesima edizione di Lucca Comics & Games, è stata presentata al pubblico la versione rimasterizzata de Il fiuto di Sherlock Holmes, lo storico anime televisivo nato dalla coproduzione tra Rai e Tokyo Movie Shinsha agli inizi degli anni Ottanta. La proiezione ha visto la presentazione in anteprima assoluta di due dei sei episodi diretti dal maestro Hayao Miyazaki, offrendo agli spettatori un’occasione unica di riscoprire questa serie che ha segnato la storia dell’animazione italo-giapponese.

A partire dal 3 novembre, l’intera serie composta da ventisei episodi è stata resa disponibile in esclusiva su RaiPlay, la piattaforma streaming della televisione pubblica italiana. Il debutto sulla piattaforma ha previsto il caricamento dei primi cinque episodi, seguiti da tre nuove puntate ogni lunedì successivo. Il restauro integrale dell’opera rappresenta un lavoro meticoloso condotto dal Centro di Produzione Rai di Roma in collaborazione con la Direzione Teche, che hanno operato sulla digitalizzazione delle pellicole originali e sul miglioramento della qualità audio e video, rendendo disponibili gli episodi sia nella versione italiana sia in quella inglese.

Andrea Sassano, Direttore di Rai Teche, ha sottolineato come il patrimonio audiovisivo dell’emittente pubblica costituisca una fonte inesauribile di sorprese e ricchezze, capace di restituire al pubblico un capolavoro firmato dal più conosciuto esponente dell’animazione internazionale. Il lavoro di restauro ha rappresentato una dimostrazione della professionalità delle risorse interne della Rai, in grado di utilizzare le tecnologie più avanzate al servizio dell’archivio storico. Elena Capparelli, Direttrice di RaiPlay e Digital, ha espresso orgoglio nell’offrire al pubblico una serie di culto che rappresenta un ponte perfetto tra intrattenimento e qualità artistica, confermando l’impegno della piattaforma nel proporre contenuti capaci di coinvolgere sia i giovani sia le famiglie, valorizzando le opere dei grandi maestri internazionali.

La genesi di una collaborazione straordinaria

La serie nasce alla fine degli anni Settanta da un’intuizione di Luciano Scaffa, dirigente di Rai Uno, che decide di investire nelle coproduzioni internazionali con il mercato giapponese per portare nuove idee italiane nel mondo. Tra i progetti presentati agli studi nipponici, quello ideato da Marco Pagot e sua sorella Gi Pagot, eredi dello storico Studio Pagot che aveva già dato vita a celebri personaggi come Grisù il draghetto e Calimero, riscuote particolare interesse. Il concept si ispira al leggendario Sherlock Holmes creato da Arthur Conan Doyle, ma adatta il cartone ai piccoli telespettatori trasformando tutti i personaggi in cani antropomorfi, con il detective che assume le fattezze di una volpe e il perfido Professor Moriarty quelle di un lupo viola.

La Tokyo Movie Shinsha, uno dei principali network giapponesi dell’epoca e punta di diamante nel settore dell’animazione, individua in Hayao Miyazaki il regista ideale per guidare la parte giapponese del progetto. Nel 1979, Marco Pagot accompagna Scaffa in Giappone per presentare il progetto e incontra per la prima volta Miyazaki, che all’epoca aveva già acquisito grande rispetto nel panorama dell’animazione nipponica. Da quell’incontro nasce una collaborazione straordinaria che segnerà la prima coproduzione ufficiale tra Italia e Giappone nel campo dell’animazione televisiva. Pagot, che all’epoca aveva ventidue anni, si trova a lavorare fianco a fianco con il maestro giapponese, viaggiando ogni mese da Tokyo per seguire la produzione in un’epoca in cui le comunicazioni avvenivano via fax e senza gli strumenti digitali odierni.

I lavori per la realizzazione della serie hanno inizio nel 1981 con grande entusiasmo, ma vengono presto interrotti da una serie di problematiche legate ai diritti sul personaggio di Sherlock Holmes rivendicati dagli eredi di Conan Doyle. Questa interruzione forzata rappresenta un momento critico per il progetto, che rischia di arenarsi definitivamente. La situazione si sblocca nel marzo 1984, quando in Giappone vengono proiettati in sala i primi due episodi della serie in accompagnamento alla proiezione di Nausicaä della Valle del Vento, altro capolavoro di Miyazaki. Il successo ottenuto da questa proiezione convince i produttori a riprendere rapidamente i lavori, anche se a quel punto Miyazaki è già impegnato in altri progetti e la regia dei restanti venti episodi viene affidata a Kyosuke Mikuriya, che porta a termine la serie mantenendo lo spirito originale pur con un approccio stilistico differente.

Un’opera tra due mondi

La serie televisiva approda in contemporanea su Rai Uno e su TV Asahi in Giappone nel novembre 1984, rappresentando un evento senza precedenti per la collaborazione culturale tra i due paesi. La trasposizione animata dei romanzi di Arthur Conan Doyle ambienta le vicende in una Londra vittoriana popolata da personaggi dalle sembianze canine, con il segugio Sherlock Holmes impegnato a contrastare le malefatte del Professor Moriarty attraverso inseguimenti rocamboleschi, invenzioni steampunk e atmosfere ricche di fascino. Gli episodi diretti da Miyazaki, posizionati nella serie definitiva come episodi tre, quattro, cinque, nove, dieci e undici, mostrano già le caratteristiche distintive del maestro giapponese, con particolare attenzione ai meccanismi, alle scene di volo, alle invenzioni tecnologiche e ai gesti quotidiani dei personaggi.

In Italia la serie fatica inizialmente a conquistare il pubblico a causa di scelte di programmazione poco favorevoli. La Rai decide infatti di proporre il prodotto in un formato insolito, suddividendo ogni episodio in quattro brevi segmenti da circa cinque minuti trasmessi all’interno dei programmi per ragazzi dell’epoca, compromettendo la fruizione dell’opera nella sua interezza. Nel corso degli anni la serie viene riproposta più volte all’interno di diversi contenitori televisivi della Rai, senza però mai ottenere la visibilità che meritava. Solo in tempi recenti alcuni episodi vengono resi disponibili su RaiPlay, mentre una versione completa in DVD viene proposta da Yamato Video, che ora annuncia anche l’arrivo di un’edizione in blu-ray.

Il doppiaggio italiano della serie si distingue per scelte particolarmente azzeccate, con un cast d’eccezione che comprende Elio Pandolfi nella parte di Sherlock Holmes, Cristina Grado come Mrs. Hudson, Enzo Consoli nei panni dell’ispettore Lestrade e il comico Maurizio Mattioli insieme ad Angelo Maggi come Todd e Smiley, i goffi aiutanti di Moriarty. Il dottor Watson riceve la voce del grande Riccardo Garrone. Particolarmente memorabile risulta la decisione del direttore del doppiaggio Mauro Bosco di dare al Professor Moriarty un inconfondibile e divertente accento torinese, scelta che rende il personaggio ancora più caratteristico e meno scontato rispetto al classico cattivo.

Dal piccolo schermo alle pagine a fumetti

In concomitanza con il debutto televisivo del 1984, sulle pagine della storica rivista Il Giornalino prende vita un adattamento a fumetti che traduce la magia animata in vignette dal sapore tutto italiano. I testi vengono affidati a Toni Pagot, zio di Marco, mentre le matite portano la firma di autentici maestri come Franco Oneta, Gino Gavioli e Carlo Peroni. Le storie a fumetti, realizzate con la supervisione dello Studio Pagot, riproducono le avventure del segugio Sherlock e del fidato Watson nel vivace mondo steampunk popolato da cani antropomorfi, mantenendo lo spirito dell’anime ma assumendo sfumature diverse e spesso più audaci.

I personaggi del fumetto conservano l’essenza televisiva ma vengono caratterizzati con maggiore libertà espressiva. Holmes appare più intuitivo ma anche più superbo, a tratti antipatico. L’ispettore Lestrade perde la sua rudezza per diventare un collaboratore più aperto e quasi amichevole, mentre il Professor Moriarty viene reso ancora più oscuro e diabolico, circondato da covi sotterranei adornati di statue demoniache a cui rivolge sinistri rituali. Persino i suoi scagnozzi cambiano tono, con Todd che diventa balbuziente e goffo, enfatizzando ulteriormente la sua comicità. Le storie pubblicate su Il Giornalino rappresentano un esempio riuscito di trasposizione tra animazione e carta stampata, con forte ispirazione alla scuola di Hayao Miyazaki.

A quarant’anni di distanza dalla pubblicazione originale, la casa editrice Sprea Comics, fresca di un accordo di collaborazione con la Rai, ha annunciato durante Lucca Comics & Games 2025 la riedizione della serie a fumetti in un prestigioso volume unico. L’edizione raccoglie le storie migliori apparse sulla storica rivista per ragazzi, arricchite da articoli redazionali su alcune curiosità legate all’opera, schede dedicate agli autori e un’intervista esclusiva a Marco Pagot. Il volume di centotrenta pagine a colori, proposto al prezzo di dodici euro e novanta centesimi, rappresenta un’occasione preziosa per riscoprire questo capitolo della storia dell’animazione e del fumetto italiano e giapponese, testimoniando l’importanza di una collaborazione culturale che ha lasciato un segno indelebile.

Un’amicizia oltre il tempo

L’esperienza condivisa durante la realizzazione de Il fiuto di Sherlock Holmes ha dato vita a un’amicizia duratura tra Hayao Miyazaki e Marco Pagot, che si è protratta ben oltre la conclusione dei lavori sulla serie. Quando il maestro giapponese inizia a lavorare al film Porco Rosso, ambientato anche in Italia durante gli anni del fascismo, chiede aiuto proprio a Pagot per il materiale di reference. L’amico italiano gli invia libri sulla Milano e la costa slava dell’epoca, fornendo centinaia di immagini e informazioni preziose sulle location italiane che verranno rappresentate nel film. Per ringraziarlo di questo contributo essenziale, Miyazaki decide di chiamare il protagonista della pellicola, l’aviatore con il volto da maiale ed ex asso della Regia Aeronautica, proprio Marco Pagot.

Quando Pagot scopre inizialmente che il protagonista del nuovo film di Miyazaki porta il suo nome e ha l’aspetto di un maiale, non la prende benissimo, pensando che diventare il porco rosso della pellicola non sia esattamente il massimo. Solo dopo aver visto il film completo comprende appieno il significato e la profondità del personaggio creato dal maestro giapponese, riconoscendo nell’omaggio un gesto di grande affetto e stima. Questo episodio testimonia la solidità di un legame professionale e umano che ha attraversato decenni e continenti, unendo due culture attraverso la passione condivisa per l’arte dell’animazione.

Il lavoro di restauro

A quarantuno anni dalla prima trasmissione televisiva, il ritorno de Il fiuto di Sherlock Holmes in versione restaurata rappresenta un evento di straordinaria rilevanza per gli appassionati di animazione e per il patrimonio culturale italiano. Il lavoro congiunto tra il Laboratorio di Restauro e Postproduzione del Centro di Produzione TV di Roma e il settore Digitalizzazione Supporti e Preservazione della Direzione Teche di Torino ha permesso di restituire alla serie una qualità audio e video mai raggiunta prima. La digitalizzazione delle pellicole è stata effettuata tramite film scanner, seguita da un restauro video conservativo volto a mantenere fedelmente l’aspetto originale del prodotto, pur esaltandone al massimo le caratteristiche.

Il restauro audio digitale ha migliorato significativamente la chiarezza e l’intelligibilità sonora di tutti gli episodi, sia nella versione italiana sia in quella inglese. La versione inglese risulta particolarmente interessante in quanto è stata adattata direttamente dalla sceneggiatura giapponese, rendendola più vicina alla versione originale nipponica rispetto al doppiaggio italiano, che in alcuni episodi presenta dialoghi sensibilmente diversi. A Torino sono state inoltre effettuate migliorie video attraverso la color correction e una meticolosa pulizia dei frame dai difetti intrinseci alla pellicola, operazioni che hanno richiesto competenze tecniche avanzate e una profonda sensibilità artistica.

Questo intervento di recupero e valorizzazione dimostra come il patrimonio audiovisivo della Rai costituisca una risorsa preziosa non solo per la memoria storica del paese, ma anche per le nuove generazioni che possono così accedere a opere che hanno segnato la storia dell’animazione mondiale. La disponibilità della serie su RaiPlay in formato digitale restaurato garantisce una fruizione ottimale e accessibile, permettendo a un pubblico vastissimo di riscoprire o conoscere per la prima volta le avventure del segugio detective più famoso dell’animazione. La scelta di rendere disponibili gli episodi in entrambe le versioni linguistiche arricchisce ulteriormente l’offerta, offrendo agli spettatori la possibilità di confrontare le diverse interpretazioni e di apprezzare le sfumature creative delle due produzioni.

Un ponte tra generazioni

Il ritorno de Il fiuto di Sherlock Holmes rappresenta molto più di una semplice operazione nostalgia. Per chi è cresciuto negli anni Ottanta, la serie costituisce un tuffo nel passato carico di emozioni e ricordi, un ritorno a un’epoca in cui l’animazione televisiva stava vivendo una stagione d’oro. Per le nuove generazioni, invece, si tratta di un’opportunità unica di scoprire un tesoro di poetica animazione che conserva intatta la sua freschezza e il suo fascino visivo, nonostante siano trascorsi oltre quarant’anni dalla sua realizzazione. La qualità delle animazioni, la cura dei dettagli, la ricchezza delle ambientazioni e la dinamicità delle scene d’azione rendono questa serie ancora oggi una gioia per gli occhi, capace di sorprendere e affascinare.

La struttura narrativa degli episodi, pur essendo molto semplice e lineare con trame praticamente autoconclusive, non toglie nulla al valore complessivo dell’opera. La bellezza delle ambientazioni, che spaziano dalla trafficata Londra della rivoluzione industriale a paesaggi più bucolici, e la cura nelle animazioni e nella regia generale, soprattutto nelle numerose scene d’azione, testimoniano l’eccellenza produttiva raggiunta dalla collaborazione italo-giapponese. Holmes, pur essendo privo dei tratti più spigolosi e controversi della sua controparte letteraria, resta un personaggio carismatico e degnamente accompagnato dalla sua spalla Watson, mentre il malefico Moriarty con il suo trio di personaggi e la dinamica con l’imbranatissimo ispettore Lestrade assicurano sempre il giusto divertimento.

La presentazione al Lucca Comics & Games ha rappresentato il riconoscimento ufficiale dell’importanza di questa serie nel panorama dell’animazione internazionale, confermando come le opere di qualità riescano a superare le barriere del tempo e a parlare a pubblici di epoche diverse. La scelta di RaiPlay di investire nella qualità dell’animazione dedicata a bambini e ragazzi, ampliando la propria library con titoli amati da generazioni, testimonia l’impegno della piattaforma nel proporre contenuti che sappiano coniugare intrattenimento e valore artistico, rivolgendosi ai più giovani ma anche a tutta la famiglia. Il fiuto di Sherlock Holmes si conferma così un ponte perfetto tra passato e presente, tra cultura italiana e giapponese, tra tradizione letteraria e innovazione espressiva, dimostrando che i capolavori dell’animazione non conoscono confini né di tempo né di spazio. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!