La legge di bilancio 2026, attualmente all’esame del Parlamento dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri dello scorso ottobre, ha prorogato per un altro anno il bonus mobili, l’agevolazione fiscale che consente di ottenere una detrazione IRPEF per l’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici destinati a immobili oggetto di interventi di ristrutturazione. La misura, che era in scadenza alla fine del 2025, viene così confermata mantenendo le stesse condizioni operative dell’anno in corso, con un’aliquota di detrazione del 50% su un importo massimo di spesa di cinquemila euro per unità immobiliare.
Il meccanismo del bonus mobili prevede che i contribuenti possano recuperare metà della spesa sostenuta attraverso la dichiarazione dei redditi, ripartendo l’importo detraibile in dieci quote annuali di pari ammontare. Questo significa che chi effettua acquisti nel 2026 per il massimale previsto potrà detrarre complessivamente duemilacinquecento euro, con rate da duecentocinquanta euro all’anno per un decennio. La prima quota sarà inserita nella dichiarazione dei redditi del 2027, relativa alle spese sostenute nell’anno precedente.
L’agevolazione non costituisce un beneficio autonomo ma rappresenta una misura collegata al bonus ristrutturazioni, pertanto può essere ottenuta esclusivamente da chi sta effettuando lavori di recupero edilizio sull’immobile che si intende arredare. La normativa stabilisce che gli interventi di ristrutturazione devono essere avviati a partire dal primo gennaio dell’anno precedente rispetto a quello in cui vengono acquistati mobili ed elettrodomestici. Per chi intende beneficiare del bonus nel 2026, quindi, i lavori devono essere iniziati tra il primo gennaio 2025 e il trentuno dicembre 2026.
Rientrano nell’agevolazione diverse tipologie di interventi edilizi, con requisiti differenziati a seconda che riguardino singole unità abitative o parti comuni di edifici residenziali. Sulle singole unità immobiliari sono ammessi gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, nonché la ricostruzione o il ripristino di immobili danneggiati da calamità naturali con dichiarazione dello stato di emergenza. Sulle parti comuni degli edifici condominiali, invece, è prevista l’ammissibilità anche per i lavori di manutenzione ordinaria, come la tinteggiatura di pareti e soffitti, oltre agli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e ristrutturazione.
Un requisito fondamentale riguarda la sequenza temporale delle operazioni: la data di avvio dei lavori deve necessariamente precedere quella di acquisto dei beni, anche se non è richiesto che le spese per gli interventi edilizi siano sostenute prima di quelle relative all’arredamento. La data di inizio dei lavori può essere dimostrata attraverso i titoli abilitativi come CILA o SCIA, la comunicazione preventiva all’ASL quando prevista dalla normativa, oppure mediante una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà per gli interventi che non richiedono comunicazioni o permessi.
L’articolo 9 del disegno di legge di bilancio 2026 stabilisce espressamente che la detrazione al 50% viene confermata per le spese sostenute nell’anno 2026 relative all’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, fino a un importo massimo di cinquemila euro, destinati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione, con suddivisione in dieci quote annuali di pari ammontare. Il testo normativo, pur approvato dal Governo, dovrà completare l’iter parlamentare prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e alcune condizioni potrebbero subire modifiche durante la discussione in Parlamento.
Rispetto agli anni precedenti, il limite di spesa detraibile ha subito una progressiva riduzione: nel 2021 era fissato a sedicimila euro, nel 2022 a diecimila euro, nel 2023 a ottomila euro, mentre dal 2024 è stato stabilizzato a cinquemila euro. La manovra 2026 ha quindi confermato il tetto attualmente in vigore senza ulteriori riduzioni. Per chi effettua acquisti distribuiti su più anni, è importante considerare che i massimali non sono cumulabili: dal tetto di spesa relativo all’anno in cui si effettua l’acquisto è sempre necessario sottrarre le spese già sostenute nell’anno precedente per lo stesso immobile.
Tra le novità introdotte dalla bozza della legge di bilancio figura l’implementazione di un sistema informativo che semplificherà la verifica dei requisiti necessari per accedere all’agevolazione. I contribuenti avranno la possibilità di consultare direttamente sul portale dell’Agenzia delle Entrate lo storico delle detrazioni per mobili già utilizzate negli anni precedenti, consentendo di conoscere l’importo residuo disponibile. Il nuovo sistema prevede inoltre una tracciabilità automatica dei pagamenti effettuati tramite circuito bancario, con l’obiettivo di ridurre errori e contestazioni.
Possono accedere all’agevolazione i proprietari dell’immobile o i nudi proprietari, i titolari di diritti reali di godimento come usufrutto, uso o abitazione, i locatari e i comodatari, i soci di cooperative divise e indivise, nonché i familiari conviventi del possessore o detentore dell’immobile che sostengono effettivamente le spese. Il beneficio è riservato esclusivamente al contribuente che usufruisce della detrazione per gli interventi di ristrutturazione: nel caso di coniugi, se le spese di ristrutturazione sono sostenute da uno solo dei due, sarà esclusivamente quest’ultimo a poter richiedere anche il bonus mobili.
L’agevolazione copre l’acquisto di mobili nuovi come cucine, letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi e apparecchi di illuminazione che costituiscono un necessario completamento dell’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Per quanto riguarda i grandi elettrodomestici, sono ammessi frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciugatrici, asciugatrici, lavastoviglie, forni, piani cottura elettrici, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti, radiatori elettrici, ventilatori elettrici e apparecchi per il condizionamento.
Gli elettrodomestici devono rispettare specifici requisiti di classe energetica per accedere alla detrazione: almeno classe A per i forni, classe E per lavatrici, lavasciugatrici e lavastoviglie, classe F per frigoriferi e congelatori, per le apparecchiature per le quali è prevista l’etichetta energetica. La detrazione è ammessa anche per gli elettrodomestici privi di etichetta energetica, se per essi non è ancora previsto l’obbligo di indicazione della classe. Nell’importo detraibile rientrano anche le spese di trasporto e montaggio dei beni acquistati, purché sostenute con metodi tracciabili.
Non sono invece agevolabili gli acquisti di porte, pavimentazioni come parquet o piastrelle, tende e tendaggi, nonché altri complementi di arredo che non costituiscono elementi essenziali dell’arredamento. Sono esclusi dalla detrazione anche tutti gli interventi di riqualificazione energetica come l’installazione di pannelli solari e pompe di calore, per i quali è previsto l’accesso all’ecobonus.
Per ottenere la detrazione è obbligatorio effettuare i pagamenti con strumenti tracciabili, ovvero bonifico bancario o postale, carta di credito o debito. Non sono ammessi in alcun caso pagamenti in contanti o con assegni bancari. La normativa non richiede il cosiddetto bonifico parlante con ritenuta d’acconto previsto per le ristrutturazioni, essendo sufficiente un bonifico ordinario. Nel caso di acquisto con finanziamento a rate, la società erogante il finanziamento deve pagare il corrispettivo con le modalità indicate e il contribuente deve conservare copia della ricevuta del pagamento.
I documenti da conservare ai fini della detrazione includono l’attestazione del pagamento, come ricevuta del bonifico, ricevuta di avvenuta transazione per i pagamenti con carta di credito o debito, documentazione di addebito sul conto corrente, nonché le fatture di acquisto dei beni che riportano la natura, la qualità e la quantità degli articoli acquisiti. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che lo scontrino fiscale che riporta il codice fiscale dell’acquirente con l’indicazione della natura, qualità e quantità dei beni acquistati è equivalente alla fattura. Lo scontrino che non riporta il codice fiscale può comunque consentire la fruizione della detrazione se contiene l’indicazione dei beni acquistati ed è riconducibile al contribuente titolare della carta di pagamento utilizzata, in base alla corrispondenza con i dati del pagamento.
Gli acquisti di alcuni elettrodomestici per i quali si può usufruire del bonus, come forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciugatrici e lavatrici, vanno comunicati all’ENEA attraverso il portale dedicato entro novanta giorni dal completamento dei lavori o dall’acquisto. L’Agenzia delle Entrate ha tuttavia precisato che la mancata o tardiva trasmissione dei dati all’ENEA non implica la perdita del diritto alla detrazione.
La detrazione viene richiesta nella dichiarazione dei redditi mediante compilazione del modello 730 o del modello Redditi Persone Fisiche, indicando le spese nel Quadro E dedicato agli oneri e spese detraibili. Non è necessario inviare comunicazioni preventive all’Agenzia delle Entrate, essendo sufficiente indicare le spese nella dichiarazione dei redditi e conservare la documentazione probatoria.
Per quanto riguarda il bonus mobili 2026, la detrazione al 50% si applica indistintamente sia per la prima casa che per la seconda casa, senza le differenziazioni previste invece per il bonus ristrutturazioni. Questa rappresenta una caratteristica peculiare dell’agevolazione, che non prevede distinzioni tra abitazione principale e altri immobili residenziali, a differenza di quanto stabilito per le detrazioni relative ai lavori di recupero edilizio.
Il contribuente può accedere al bonus più volte, purché si effettuino lavori di ristrutturazione su diversi immobili, in quanto il tetto massimo di spesa di cinquemila euro si applica a ciascuna unità immobiliare. Nel caso di interventi sulle parti comuni condominiali, i condomini hanno diritto alla detrazione, ciascuno per la propria quota, esclusivamente per i beni acquistati e destinati ad arredare tali parti comuni.
La detrazione spetta anche quando i beni arredano un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio, oppure quando mobili e grandi elettrodomestici sono destinati ad arredare l’immobile ma l’intervento cui è collegato l’acquisto viene effettuato su una pertinenza dell’immobile stesso, anche se accatastata autonomamente. Non è quindi necessario che i mobili siano destinati allo stesso locale oggetto di ristrutturazione.
Per gli anni successivi al 2026, la normativa attualmente vigente prevede una progressiva riduzione delle aliquote di detrazione per i bonus edilizi. Dal 2027 il bonus ristrutturazioni per l’abitazione principale dovrebbe scendere dal 50% al 36%, mentre per le seconde case passerà dall’attuale 36% al 30%. Queste riduzioni, originariamente programmate per il 2026, sono state rinviate di un anno dalla manovra in corso di approvazione. Non sono state ancora comunicate indicazioni ufficiali sul destino del bonus mobili dal 2027 in avanti.
La proroga del bonus mobili si inserisce nel più ampio quadro delle agevolazioni fiscali per la casa previste dalla legge di bilancio 2026, che conferma per un altro anno anche il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus con le aliquote differenziate del 50% per le abitazioni principali e del 36% per le seconde case. Il pacchetto complessivo dei rinnovi delle agevolazioni edilizie comporta un impegno economico di poco superiore ai due miliardi di euro, distribuiti su dieci anni di recupero fiscale.
L’Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro ha accolto positivamente la conferma del bonus mobili, evidenziando come la misura rappresenti un sostegno importante per il settore dell’arredamento e dell’efficientamento energetico domestico. Gli operatori del comparto hanno sottolineato l’opportunità per i consumatori di rinnovare gli arredi con prodotti di qualità beneficiando di un significativo risparmio fiscale, pur auspicando una stabilizzazione pluriennale dell’agevolazione per garantire maggiore certezza nella programmazione degli acquisti.
La conferma del bonus mobili nella manovra 2026 mantiene quindi uno strumento consolidato di incentivazione fiscale che negli ultimi anni ha sostenuto il settore dell’arredamento e degli elettrodomestici ad alta efficienza energetica, offrendo ai contribuenti la possibilità di recuperare una quota rilevante della spesa sostenuta per rinnovare gli immobili oggetto di ristrutturazione, pur con un massimale ridotto rispetto ai livelli degli anni precedenti e in un contesto di progressiva razionalizzazione delle agevolazioni fiscali in ambito edilizio. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
 
 
 
 
 
 
 