Le ultime elaborazioni del modello meteorologico europeo ECMWF (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts) propongono un cambiamento di scenario atmosferico che, se confermato, potrebbe introdurre il primo episodio invernale significativo della stagione 2025-2026. I dati più recenti, relativi alla proiezione a dieci giorni (240 ore), indicano la concreta possibilità di nevicate fino a bassa quota su ampie porzioni del Nord Italia, con accumuli al suolo anche in pianura, specialmente sul Nordest.
Secondo quanto emerge dalle ultime corse modellistiche, una dinamica barica piuttosto complessa sembra profilarsi sullo scacchiere euro-atlantico: un blocco anticiclonico in formazione sull’Europa occidentale potrebbe deviare il flusso perturbato atlantico verso il Mediterraneo centrale, favorendo nel contempo l’afflusso di masse d’aria fredda di origine artico-continentale o artico-marittima. Tale configurazione sinottica – con geopotenziali in aumento ad ovest e gradiente termico in marcata discesa dal Nord Europa – rappresenta una delle condizioni più favorevoli alla genesi di nevicate anche a quote di pianura, in particolare nei settori padani orientali e prealpini.
La mappa di cumulata nevosa al suolo prevista entro 240 ore mostra un’ampia area innevata estesa dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia, con accumuli significativi attesi tra Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli. Le Alpi orientali e le Prealpi fanno registrare i quantitativi maggiori, ma ciò che sorprende è la possibile estensione del manto bianco fino alla bassa pianura, in particolare tra le province di Verona, Vicenza, Udine, Pordenone e Bolzano. Anche parte dell’Emilia e della Lombardia centro-orientale potrebbe essere interessata da fenomeni nevosi, seppur con accumuli più irregolari. Il Piemonte, al momento, appare meno coinvolto, ma resta sotto osservazione per possibili aggiustamenti nelle prossime corse.
È essenziale sottolineare che si tratta ancora di una proiezione a medio-lungo termine, soggetta a fisiologiche variazioni. Tuttavia, la crescente coerenza tra le varie emissioni del modello ECMWF conferisce maggiore attendibilità alla tendenza, specialmente se ulteriormente corroborata da altri modelli di riferimento come GFS e ICON nei prossimi aggiornamenti. In particolare, sarà cruciale il posizionamento del minimo depressionario sul Mediterraneo e l’esatta traiettoria del nucleo freddo: minime deviazioni potrebbero determinare differenze significative nella quota neve.
Per ora, l’ipotesi di un’irruzione fredda precoce, capace di riportare la neve su vaste aree del Nord e forse su parte del Centro Italia già nella seconda metà di novembre, resta sul tavolo come una possibilità concreta. Dopo un autunno caratterizzato da temperature sopra la media e scarsa dinamicità atmosferica, l’arrivo del freddo e dei primi fiocchi rappresenterebbe un cambio di passo marcato, richiamando alla memoria gli inverni più “tradizionali”, con le prime nevicate già prima dell’Immacolata.
I prossimi aggiornamenti modellistici saranno decisivi per comprendere l’effettiva evoluzione della situazione. Fino ad allora, la prudenza resta d’obbligo, ma l’atmosfera – letteralmente – comincia a dare segnali di un possibile risveglio invernale.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
