Non si placa l’instabilità atmosferica che sta interessando l’Italia in questi giorni, segnale evidente di una stagione che stenta a trovare un equilibrio. Dopo il transito di un vortice depressionario che ha colpito duramente il nostro Paese, soprattutto al Sud, l’evoluzione sinottica sullo scacchiere europeo preannuncia l’ingresso di una nuova fase perturbata, dettata da correnti fredde in discesa diretta dal Circolo Polare Artico.
Il sistema depressionario, ormai in progressivo allontanamento verso la Grecia, continua tuttavia a influenzare le regioni meridionali, lasciando dietro di sé una scia di instabilità che si tradurrà in nuovi fenomeni nelle prossime ore. Ma è sul fronte settentrionale che si concentrano le maggiori attenzioni: un flusso di aria artica, dopo aver attraversato il Regno Unito, la Germania e la Francia, si appresta a raggiungere l’Italia, determinando un deciso calo delle temperature e innescando una dinamica di contrasto con le masse d’aria più miti presenti sul bacino del Mediterraneo.
Il risultato sarà una giornata di transizione, caratterizzata da spiccata variabilità e fenomeni anche intensi. Le prime precipitazioni sono attese già in mattinata sulla Sardegna meridionale, dove non si escludono rovesci temporaleschi localizzati, mentre al Nord si segnala la possibilità di piovaschi sulla Lombardia orientale e sull’area occidentale del Veneto. Con il passare delle ore, il fronte instabile si estenderà verso il Centro, coinvolgendo in modo disomogeneo Lazio, Umbria e Marche, con piogge intermittenti ma localmente abbondanti.
Condizioni favorevoli allo sviluppo di precipitazioni più strutturate si manifesteranno anche sull’arco alpino centro-orientale, dove l’interazione tra l’umidità in risalita dal Tirreno e l’irruzione fredda settentrionale darà origine a nevicate via via più diffuse. La quota neve è prevista inizialmente intorno ai 600/700 metri, ma in progressivo calo dalla serata, quando le correnti artiche si affermeranno in modo più netto, spingendo le isoterme verso il basso e favorendo accumuli significativi in particolare sui versanti esposti.
L’Appennino, invece, si troverà in una situazione termica differente, con una colonna d’aria meno fredda: qui la neve cadrà a quote più alte, generalmente comprese tra i 1200 e i 1500 metri. Tuttavia, anche in queste zone, i segnali di un cambio stagionale sono ormai inequivocabili.
Un peggioramento più marcato è atteso in serata sulla Campania, dove il contrasto tra l’aria fredda in discesa e quella più umida preesistente potrà sfociare in temporali localmente violenti, soprattutto lungo i settori costieri e nelle aree collinari interne. Attenzione agli accumuli pluviometrici, che potrebbero risultare consistenti.
Ad amplificare la sensazione di instabilità ci penseranno i venti: il Libeccio, in rinforzo, soffierà con raffiche sostenute lungo le coste tirreniche e le dorsali appenniniche, rendendo i mari molto mossi, fino ad agitati, con possibili mareggiate sui litorali più esposti.
La giornata di domani rappresenterà dunque un vero spartiacque sul piano meteorologico: l’infiltrazione di aria fredda non solo rinnoverà l’instabilità, ma aprirà la strada a una fase climatica dal sapore decisamente più invernale, con temperature in progressivo calo e nuovi scenari perturbati all’orizzonte.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
