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Addio a Ornella Vanoni, la malattia e la causa della morte

Scomparsa Ornella Vanoni a Milano a 91 anni per arresto cardiocircolatorio. La gigante della musica italiana aveva una carriera di quasi settant’anni con oltre 55 milioni di dischi venduti.
Credit © Rai

La musica italiana piange la scomparsa di Ornella Vanoni, una delle voci più significative del panorama artistico del Paese, deceduta nella serata di venerdì 21 novembre nella sua abitazione milanese all’età di 91 anni. La notizia della morte della cantante, attrice e conduttrice è stata diffusa ai media circa quarantacinque minuti dopo il decesso, avvenuto poco prima delle ventitré. Ma come è morta Ornella Vanoni? Secondo quanto riportato da diverse fonti, la causa della morte è stata un arresto cardiocircolatorio che ha colpito l’artista mentre si trovava nella sua casa. I soccorritori del 118 sono intervenuti prontamente, tuttavia quando sono giunti sul posto non hanno potuto fare nulla per salvarla, potendo soltanto constatare il decesso della donna.

La scomparsa di Ornella Vanoni rappresenta la perdita di una figura centrale nella storia musicale italiana del secondo dopoguerra. La cantante, nata a Milano il 22 settembre 1934, ha iniziato la sua carriera nel 1956 all’età di ventuno anni, costruendo nei successivi quasi settant’anni un percorso artistico di straordinaria longevità e importanza culturale. Nel corso della sua vita professionale, Vanoni ha prodotto oltre cento lavori tra album in studio, EP e raccolte, testimonianza della sua incessante attività creativa e della sua capacità di rinnovarsi attraverso i decenni. Le vendite globali dei suoi dischi superano le cinquantacinque milioni di copie, dato che colloca l’artista tra le più prolifiche del panorama musicale europeo.

Il valore artistico di Ornella Vanoni è riconosciuto non soltanto nel numero delle opere prodotte, bensì nella qualità e nella versatilità dei generi musicali che ha attraversato durante la sua carriera. Partendo dalle cosiddette canzoni di genere leggero, ha saputo evolversi interpretando capolavori legati alla tradizione della musica d’autore italiana, fino ad abbracciare il jazz e la bossa nova. La sua voce inconfondibile, caratterizzata da tonalità calde e da un’interpretazione emotivamente profonda, le ha permesso di affrontare repertori diversissimi mantenendo un’identità artistica nitida e riconoscibile. Brani iconici quali ‘Senza fine’, ‘Io ti darò di più’ e ‘L’appuntamento’ rimangono alcuni dei capolavori della canzone italiana, testimonianza della capacità della Vanoni di coniugare melodicità e profondità emotiva.

La carriera televisiva e artistica di Vanoni si è distinta anche per l’impegno nel genere teatrale e nella conduzione. Tra i momenti salienti della sua biografia artistica figura la partecipazione a otto edizioni del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, manifestazione nella quale si è affermata come interprete di rilievo. Ulteriore testimonianza del suo valore artistico è l’aver ricevuto due riconoscimenti del Premio Tenco, distinzione che l’ha resa l’unica donna a ottenerlo e l’unica cantante italiana ad averlo conseguito nella categoria di cantautrice. Nel corso della sua vita ha collaborato con figure di primissimo piano della musica italiana, da Gino Paoli a Lucio Dalla, da Fabrizio De André a Paolo Conte, da Riccardo Cocciante a Ivano Fossati, per citarne soltanto alcuni tra i più illustri.

Ornella Vanoni ha sempre manifestato un atteggiamento filosofico e consapevole nei confronti dell’inevitabilità della morte. In una delle sue ultime interviste, concessa al Corriere della Sera, l’artista ha dichiarato esplicitamente di non provare paura di fronte al termine della propria esistenza, affermando che avrebbe riconosciuto il momento opportuno per ‘andarsene’ quando avrebbe ritenuto di essere divenuta inutile alla vita e quando la vita sarebbe divenuta inutile a lei. Nella medesima occasione, Vanoni ha espresso il suo desiderio di non seguire l’esempio di sua zia, che aveva raggiunto l’età di centosette anni vivendo con ‘una mente lucida e un corpo infermo’, descrivendo tale condizione come ‘un tormento’. Il dialogo tra l’artista e il giornalista ha affrontato anche tematiche legate alla vecchiaia, alla depressione e alla qualità della vita, rivelando una persona consapevole della fragilità umana e al contempo dotata di straordinaria lucidità.

La figura di Ornella Vanoni si eleva nel panorama della musica italiana anche per la sua personalità fortemente individualista e per un’ironia tagliente che ha caratterizzato i suoi interventi pubblici. L’artista ha sempre mantenuto una notevole capacità di dialogo con il pubblico, caratterizzandosi per una comunicazione diretta priva di artifizi superflui. Nel corso dell’ultima intervista concessa prima della sua morte, ha dimostrato ancora integrità mentale e una visione critica e consapevole del contemporaneo, commentando con acume fenomeni sociali e culturali della contemporaneità. Vanoni ha inoltre sottolineato la solitudine di chi resta dell’antica Milano del dopoguerra, citando solamente Adriano Celentano come figura coetanea ancora viva e attiva nella memoria collettiva del Paese.

Per quanto concerne il suo lascito artistico, Ornella Vanoni rappresenta un anello fondamentale della catena che connette la tradizione musicale italiana della seconda metà del ventesimo secolo alla contemporaneità. La sua capacità di attraversare generi e decenni, rinnovandosi costantemente senza tradire una propria identità coerente, costituisce un modello raro di longevità artistica. I riconoscimenti pubblici ricevuti dai teatri milanesi nei confronti di artisti quali Giorgio Gaber, Giorgio Strehler, Dario Fo e Franca Rame contrastano, secondo quanto la stessa Vanoni aveva più volte evidenziato, con l’assenza di analoghi riconoscimenti nei confronti della sua figura nella città natale. L’artista aveva rivolto un appello diretto al sindaco di Milano affinché le fosse dedicata ‘un’aiuola in centro’, considerando tale gesto come una forma appropriata di ricordo e di gratitudine verso colei che aveva rappresentato la musica italiana in tutto il mondo.

La morte di Ornella Vanoni segna il termine di un capitolo decisivo della storia culturale italiana. La sua voce, le sue interpretazioni e la sua personalità complessa rimangono indelebili nel patrimonio musicale nazionale e internazionale. Gli estimatori della musica italiana, i colleghi di generazioni diverse che hanno appreso dalla sua maestria, e il vasto pubblico che per decenni l’ha seguita nelle sue molteplici incarnazioni artistiche conserveranno la memoria di un’artista che ha saputo incarnare l’evoluzione della musica leggera italiana, contaminandola con influenze colte, jazzistiche e internazionali, senza mai perdere l’ancoraggio alle radici profonde della tradizione autoctona. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!