Scarica l'App NewsRoom.
Non perderti le ULTIME notizie e le ALLERTA METEO in tempo reale.

Scarica GRATIS

Rai, Michele Guardì nel mirino dei sindacati: “Comportamenti intollerabili. È il momento di lasciare”

La FISTel CISL Lazio attacca lo storico autore e regista de I Fatti Vostri Michele Guardì, dopo il richiamo in diretta all’arredatrice del programma su Rai2.

La figura di Michele Guardì, storico autore e regista de I Fatti Vostri, torna al centro del dibattito pubblico e sindacale attorno al servizio pubblico radiotelevisivo, questa volta non per un fuori onda o per un vecchio filmato riesumato dagli archivi, ma per quanto accade in diretta e nella quotidianità del lavoro sul set del programma di Rai2. Dopo le tensioni degli ultimi giorni in studio, esplose in particolare con il richiamo pubblico rivolto all’arredatrice della trasmissione, la FISTel CISL Lazio ha diffuso un comunicato dai toni durissimi, intitolato emblematicamente “Guardi… Game Over!”, nel quale si contestano all’82enne autore comportamenti ritenuti non più compatibili con un ambiente di lavoro equilibrato e con il ruolo ricoperto all’interno di una produzione del servizio pubblico televisivo.

La presa di posizione sindacale affonda le proprie radici in un clima che, secondo quanto denunciato, si sarebbe deteriorato nel tempo all’interno della storica “piazza” del mezzogiorno di Rai2. La miccia mediatica è stata rappresentata dall’episodio andato in onda nei giorni scorsi, quando, nel corso della diretta, Michele Guardì ha interrotto il flusso della trasmissione per rivolgersi con tono secco a una collaboratrice dietro le quinte, l’arredatrice del programma, invitandola a presentarsi in studio e affermando che “i personaggi che si occupano del programma devono stare tutti qua, in studio, venga l’arredatrice, abbiamo bisogno di lei”, trasformando quello che avrebbe potuto apparire come un momento goliardico in una scena di evidente imbarazzo per conduttori e troupe, con il gelo calato sul set e il tentativo di sdrammatizzare da parte del conduttore Flavio Montrucchio, costretto a riconoscere in diretta che in studio si respirava “un’aria un po’ tesa”.

Secondo la ricostruzione contenuta nel comunicato della FISTel CISL Lazio, quello sfogo in piena diretta non rappresenterebbe un caso isolato, ma l’esito di una progressiva escalation di tensioni maturata nel tempo fra il regista-autore e diverse figure professionali impegnate nella realizzazione del programma. Il sindacato descrive I Fatti Vostri come uno “spazio di lavoro complesso con equilibri delicati da salvaguardare” e sostiene che il comportamento di Guardì avrebbe finito per incidere proprio su questi equilibri, alimentando “situazioni di disagio” durante le dirette e creando un clima definito “non più tollerabile” da chi opera quotidianamente in studio.

Nel documento, la FISTel non si limita a prendere le distanze in via generica, ma formula una valutazione netta sul ruolo dello storico autore all’interno del format di Rai2, affermando che quando “un autore e regista di lungo corso non riesce più a dare nulla in termini di creatività e autorevolezza ma, anzi, crea solo tensione e confusione in uno studio televisivo, destabilizzando e calpestando professionalità interne Rai, dovrebbe capire che è arrivato il momento di passare la mano”. Il passaggio sintetizza con chiarezza la posizione della sigla sindacale, che invita di fatto a una transizione alla guida creativa e operativa del programma, chiedendo di “salutare” il regista e di garantire condizioni di lavoro giudicate più rispettose delle professionalità coinvolte.

La nota sindacale ripercorre inoltre un passaggio organizzativo cruciale, quello della nascita del cosiddetto “Polo regia”, progetto che ha comportato la sostituzione di Guardì alla regia con un professionista interno Rai descritto come “molto professionale e valente”. Secondo la FISTel, tuttavia, il trasferimento di competenze non avrebbe trovato un’applicazione compiuta, poiché lo storico autore, pur non essendo più formalmente alla regia, avrebbe continuato a “comandare da dentro lo studio”, intervenendo sulla gestione della scena e sulle inquadrature, generando difficoltà operative per registi, operatori di ripresa e reparti tecnici chiamati a destreggiarsi tra cavi, attrezzature e spazi ristretti per assecondare indicazioni parallele e non sempre in linea con l’impostazione registica ufficiale.

La FISTel CISL Lazio fa riferimento a problemi concreti di sicurezza e organizzazione del lavoro, citando registi e operatori costretti a muoversi in un set ingombrato, ispettori di produzione e direttori di produzione messi in difficoltà da “inquadrature totalmente sbagliate” e conduttori fatti finire “fuori dai puntamenti luce”, con il risultato di un “scompiglio e confusione durante la diretta a discapito di tutte le professionalità coinvolte”. Il sindacato parla di “comportamenti intollerabili” sul piano umano e professionale, evidenziando come tali dinamiche possano incidere non solo sulla serenità del clima lavorativo, ma anche sulla qualità del prodotto televisivo offerto agli spettatori del servizio pubblico.

Sul piano simbolico, la vicenda assume un rilievo particolare perché coinvolge una figura come Michele Guardì, che per decenni ha rappresentato un punto fermo nella televisione generalista italiana, contribuendo alla costruzione di un linguaggio e di un immaginario ben riconoscibili. Già in passato il suo nome era finito al centro di polemiche, come nel caso dei vecchi fuori onda diffusi da Le Iene, che avevano portato alla decisione Rai di avviare un audit interno per verificare eventuali violazioni di procedure e codici comportamentali. In quella circostanza, Guardì aveva rivendicato la propria storia professionale, negando qualsiasi atteggiamento sessista e sottolineando la forte presenza femminile in ruoli apicali all’interno delle sue squadre di lavoro. Oggi, tuttavia, la contestazione si sposta sul terreno della gestione corrente di una produzione in diretta, dove la linea tra l’autorità creativa e la compressione delle altre professionalità appare, nella denuncia della FISTel, superata in senso peggiorativo.

Il caso sollevato dal sindacato mette in luce anche le tensioni latenti che attraversano la Rai in questa fase storica, tra riorganizzazioni interne, rinnovamento dell’offerta e crescente sensibilità verso i temi del clima aziendale, della sicurezza sul lavoro e del rispetto dei ruoli. La situazione descritta dalla FISTel CISL Lazio rimanda a un dibattito più ampio sul rapporto tra i grandi “padri fondatori” di format di lunga durata e le nuove generazioni di professionisti tecnici e creativi che si muovono in un contesto profondamente cambiato rispetto agli anni in cui tali programmi furono ideati. Il punto critico, nella lettura offerta dal comunicato, non riguarda solo lo stile personale o il carattere di Guardì, ma la compatibilità fra un certo modo di intendere la leadership di studio e le attuali esigenze di un’azienda pubblica chiamata a rispondere a standard di trasparenza, responsabilità e tutela dei lavoratori.

All’interno di questa cornice, lo sfogo in diretta all’indirizzo dell’arredatrice viene letto come l’ultima manifestazione di un atteggiamento ritenuto poco rispettoso delle professionalità interne, tanto che la FISTel parla espressamente di competenze “calpestate” e di un clima pesante che contrasta con l’immagine leggera e familiare che I Fatti Vostri propone quotidianamente al pubblico. La scelta di veicolare il richiamo alla collaboratrice davanti alle telecamere, trasformando un dissenso interno in un ammonimento pubblico, viene considerata una soglia oltre la quale, per il sindacato, diventa necessario un segnale netto di discontinuità.

Al momento, dalla Rai non sono emerse prese di posizione ufficiali di dettaglio sul caso specifico sollevato dalla FISTel CISL Lazio, ma la vicenda si inserisce in un contesto in cui l’azienda è già stata sollecitata in più occasioni a vigilare sul rispetto dei codici etici interni e dei contratti collettivi del comparto informazione e spettacolo. Il comunicato sindacale, con la richiesta esplicita di chiudere la lunga stagione di Guardì ai Fatti Vostri, costituisce un passaggio potenzialmente significativo nei rapporti tra le organizzazioni dei lavoratori e il management di Viale Mazzini, chiamato a bilanciare il peso della tradizione e dei volti storici con l’esigenza di garantire ambienti di lavoro considerati sicuri, inclusivi e rispettosi di tutte le figure professionali coinvolte nella produzione dei programmi.

La posizione assunta dalla FISTel CISL Lazio, pur concentrandosi sul singolo caso, richiama in filigrana altre vertenze e discussioni recenti sull’emittenza pubblica e privata, dove la questione dei rapporti di forza interni alle redazioni e ai set televisivi è divenuta oggetto di un’attenzione crescente da parte delle sigle sindacali. Nella lettura offerta dal comunicato, l’episodio dell’arredatrice diventa così un simbolo di un modello di gestione considerato superato, nel quale la figura carismatica del “regista padrone di casa” entra in conflitto con una concezione più orizzontale e strutturata del lavoro di squadra, dove ruoli, competenze e responsabilità devono risultare chiaramente definiti e rispettati, anche a tutela dell’immagine stessa del servizio pubblico e della credibilità dei programmi.

Nei prossimi giorni sarà determinante comprendere se la denuncia della FISTel CISL Lazio produrrà effetti concreti in termini di interventi organizzativi o disciplinari, oppure se resterà confinata sul piano del richiamo politico-sindacale, destinato però a lasciare una traccia nel dibattito sul futuro dei programmi storici di Rai2. In ogni caso, la vicenda ripropone con forza il tema della responsabilità dei protagonisti di lunga data del piccolo schermo rispetto alle nuove sensibilità che attraversano il mondo del lavoro e il sistema mediatico, mettendo a confronto tradizione e cambiamento all’interno di uno dei luoghi simbolo della televisione generalista italiana. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!