L’inverno meteorologico 2025-2026 si apre sotto il segno di un importante cambiamento nella configurazione atmosferica emisferica: il Vortice Polare, figura chiave nella dinamica del clima invernale dell’emisfero nord, mostra segnali evidenti di debolezza. Tale condizione, già osservabile in questi ultimi giorni di novembre, potrebbe determinare effetti rilevanti sull’evoluzione meteorologica dei prossimi mesi, con implicazioni dirette anche per il Mediterraneo e per l’Italia.
Il Vortice Polare, per definizione, è una vasta area di bassa pressione che si sviluppa sopra le regioni artiche con l’inizio dell’autunno, quando la riduzione dell’insolazione porta a un rapido raffreddamento dell’alta atmosfera. Questo sistema si estende dalla troposfera fino alla stratosfera (fino a circa 50 km di quota) e rappresenta un elemento cardine della circolazione atmosferica invernale. In condizioni di “vortice stabile”, l’aria gelida resta ben confinata nelle alte latitudini grazie alla compattezza del flusso zonale (ossia la corrente a getto che corre da ovest verso est). Tuttavia, quando il vortice si indebolisce, la sua struttura può deformarsi o addirittura frammentarsi in più lobi, favorendo la discesa verso sud di masse d’aria artica e polare.
Secondo le ultime analisi dei centri meteorologici internazionali e dei modelli di previsione a medio-lungo termine, l’assetto attuale del vortice polare è disturbato da significative anomalie termiche sulla regione groenlandese e sul Canada orientale, dove si stanno formando persistenti blocchi di alta pressione. Tali blocchi agiscono come vere e proprie “forzanti d’onda”, deviando il flusso zonale e inducendo onde planetarie che propagano verso l’alto fino alla stratosfera. Questo processo, noto come “wave breaking”, può innescare un riscaldamento stratosferico (stratospheric warming) e destabilizzare il vortice polare, portando alla sua frammentazione.
I segnali raccolti sinora indicano che il mese di dicembre potrebbe vedere un vortice polare particolarmente debole e perturbato e le conseguenze per l’Europa centro-meridionale e per l’Italia potrebbero essere significative: masse d’aria artica, accompagnate da impulsi instabili, potranno spingersi fino al bacino del Mediterraneo, favorendo la genesi di cicloni secondari e configurazioni bariche fortemente dinamiche. Ciò si tradurrebbe in una fase climatica molto movimentata, con alternanza di episodi perturbati, nevicate a quote collinari al Nord e precipitazioni diffuse anche al Centro-Sud.
La seconda parte di dicembre, in particolare, potrebbe risultare caratterizzata da un’elevata variabilità termica e barica, con episodi di maltempo anche intensi e fasi fredde in grado di portare la neve fino a bassa quota in presenza di condizioni favorevoli. Va sottolineato come, in presenza di un vortice polare debole, aumenti sensibilmente anche la probabilità di episodi di Stratwarming major, eventi in grado di influenzare il tempo anche per settimane, talvolta con ondate di gelo estese a buona parte dell’Europa.
Se tali tendenze troveranno conferma nei prossimi aggiornamenti modellistici, l’inverno 2025-2026 potrebbe rivelarsi ben diverso dai precedenti, spesso dominati da lunghi periodi anticiclonici. Le prospettive attuali delineano dunque un avvio stagionale all’insegna dell’instabilità e del freddo, con l’Italia che si troverà potenzialmente lungo una delle traiettorie preferenziali per la discesa di masse d’aria polare continentale.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
