La programmazione di Rai 2 subisce una variazione inattesa che riguarda uno dei programmi più attesi della stagione televisiva, Belve Crime, lo spin-off del fortunato talk show condotto da Francesca Fagnani. Contrariamente a quanto annunciato, la messa in onda delle nuove puntate, inizialmente previste per dicembre 2025, è stata posticipata al 2026, lasciando il pubblico in attesa di ulteriori comunicazioni. La decisione, presa dalla stessa Rai, ha generato un’ondata di speculazioni e interrogativi sul futuro del format che ha saputo conquistare una fetta importante di pubblico grazie al suo approccio diretto e senza filtri ai grandi casi di cronaca nera. L’attesa per il ritorno di Francesca Fagnani e delle sue interviste graffianti nel mondo del crimine si prolunga, dunque, alimentando la curiosità e le discussioni tra gli appassionati del genere e i critici televisivi. La mossa di Viale Mazzini, giunta a sorpresa, ha di fatto congelato uno dei prodotti di punta della seconda rete, sollevando interrogativi sulle strategie editoriali e sulla gestione dei palinsesti in un panorama mediatico sempre più fluido e competitivo.
Il debutto della nuova stagione di Belve Crime era stato fissato per martedì 9 dicembre 2025, una data cerchiata in rosso sul calendario di molti telespettatori. La stessa Rai aveva ufficializzato l’appuntamento, tanto che sulla piattaforma RaiPlay era già presente il link per seguire la diretta della prima puntata. Tuttavia, a poche ore dalla messa in onda, è arrivata la doccia fredda: al posto del programma della Fagnani, la seconda rete del servizio pubblico ha trasmesso il film “Moonfall” di Roland Emmerich. Un cambio di palinsesto repentino che ha immediatamente fatto scattare l’allarme tra gli addetti ai lavori e gli appassionati del genere. Le indiscrezioni, poi confermate da diverse testate giornalistiche, hanno rivelato che la decisione di rimandare il programma è stata presa direttamente dai vertici di Viale Mazzini, con l’obiettivo di re-calendarizzare le puntate nel corso del 2026, probabilmente in primavera. Le interviste, già registrate dalla conduttrice, restano quindi per il momento inedite, in attesa di una nuova collocazione in palinsesto che verrà definita con ogni probabilità dopo le festività natalizie, in concomitanza con la presentazione dei nuovi palinsesti per l’anno nuovo. Questo slittamento imprevisto ha messo in luce la volatilità delle programmazioni televisive e la complessità delle decisioni che si celano dietro le quinte, spesso influenzate da fattori che vanno oltre la semplice produzione dei contenuti.
A rendere ancora più fitto il mistero che avvolge la vicenda, contribuisce il totale riserbo sugli ospiti delle nuove puntate. A differenza della prima edizione, quando il nome di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, era stato annunciato con largo anticipo, creando un’enorme eco mediatica, questa volta la Rai ha scelto di mantenere il massimo riserbo sui protagonisti delle interviste. Una strategia comunicativa che aveva ulteriormente alimentato l’attesa e che, alla luce del rinvio, lascia aperti numerosi interrogativi sulle motivazioni che hanno spinto la rete a una simile scelta. Alcune voci, non confermate, suggeriscono che la stessa Francesca Fagnani abbia preferito prendersi una pausa più lunga, per tornare in onda in un periodo strategicamente più favorevole, ma al momento si tratta solo di ipotesi. La certezza è che il pubblico dovrà pazientare ancora qualche mese prima di poter assistere alle nuove, tese conversazioni che hanno reso “Belve” un marchio di fabbrica inconfondibile nel panorama televisivo italiano. Il silenzio sui nomi degli intervistati potrebbe essere interpretato come una mossa per proteggere la delicatezza dei temi trattati e l’incolumità delle persone coinvolte, oppure come un modo per evitare pressioni mediatiche e legali prima della messa in onda. Qualunque sia la ragione, questa scelta ha contribuito a creare un’aura di mistero attorno alla nuova stagione, trasformandola in un vero e proprio evento televisivo da non perdere.
Il format di Belve Crime, nato come una costola del programma principale, ha dimostrato fin da subito di avere una sua precisa identità, capace di unire il linguaggio pop e tagliente di Francesca Fagnani con la profondità e la complessità dei grandi casi di cronaca. Un’operazione coraggiosa, che si avvale della collaborazione del giornalista Stefano Nazzi, le cui ricostruzioni puntuali e dettagliate forniscono il contesto necessario per comprendere a fondo le vicende trattate. L’obiettivo dichiarato del programma è quello di indagare la mente di chi ha commesso un reato, di chi è stato travolto dal male, senza sensazionalismi ma con la volontà di scavare nella complessità dell’animo umano. Un approccio che ha premiato in termini di ascolti, con la prima edizione che ha registrato numeri importanti, superando il milione e mezzo di telespettatori e raggiungendo picchi di share del 12,4%. Un successo di critica e di pubblico che ha spinto la Rai a investire ulteriormente sul progetto, prevedendo inizialmente due puntate speciali a dicembre come “test” per una stagione più corposa nel 2026. Ora, con lo slittamento, i piani sembrano essere cambiati, ma l’interesse per il programma resta altissimo, a testimonianza di come il pubblico apprezzi la capacità di Francesca Fagnani di mettere a nudo le contraddizioni dei suoi interlocutori, anche quando si tratta di personaggi controversi e difficili da raccontare. La sinergia tra la Fagnani e Nazzi si è rivelata un punto di forza del programma, con il giornalista che introduce i casi con rigore e precisione, preparando il terreno per le interviste incisive della conduttrice. Questo equilibrio tra narrazione e confronto diretto ha permesso a “Belve Crime” di distinguersi nel panorama affollato dei programmi di cronaca nera, offrendo un prodotto di alta qualità che non cede alla tentazione del voyeurismo o della spettacolarizzazione del dolore.
La scelta di posticipare la messa in onda di Belve Crime si inserisce in un contesto televisivo sempre più competitivo, in cui la programmazione strategica gioca un ruolo fondamentale per il successo di un prodotto. È possibile che Rai 2 abbia voluto preservare un programma di punta come quello della Fagnani da una collocazione in palinsesto ritenuta poco favorevole, magari per evitare la concorrenza di altri show di richiamo o per garantirgli una maggiore visibilità in un periodo diverso dell’anno. Non è da escludere, inoltre, che la decisione sia legata a valutazioni editoriali più ampie, relative alla linea che la rete intende seguire nei prossimi mesi. Quello che è certo è che il rinvio di Belve Crime ha creato un vuoto nel palinsesto di Rai 2 e un’attesa ancora più spasmodica da parte del pubblico. Resta da vedere se questa lunga pausa servirà a rafforzare ulteriormente il programma, permettendo agli autori di lavorare con più calma sui contenuti e sulla scelta degli ospiti, o se, al contrario, rischierà di raffreddare l’entusiasmo del pubblico. Per ora, non resta che attendere le comunicazioni ufficiali della Rai, sperando che il 2026 possa finalmente portare sugli schermi le nuove, attesissime puntate di un programma che ha saputo ridefinire le regole del racconto della cronaca nera in televisione, con uno stile unico e inimitabile. La televisione generalista si trova oggi a dover fare i conti con un pubblico sempre più esigente e frammentato, che cerca prodotti originali e di qualità. In questo scenario, “Belve Crime” rappresenta una scommessa vinta, un format capace di intercettare l’interesse di un’ampia fascia di spettatori, dai più giovani ai più adulti. Il suo rinvio, quindi, non è solo una questione di palinsesto, ma un segnale delle difficoltà e delle sfide che il servizio pubblico deve affrontare per rimanere al passo con i tempi e per continuare a offrire un’informazione di qualità, anche sui temi più difficili e controversi. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
