Il mese di dicembre 2025 sarà ricordato come uno dei più miti degli ultimi decenni, almeno nella sua prima parte. I valori termici registrati tra il 1° e il 20 del mese si sono mantenuti costantemente sopra le medie climatiche del periodo, con anomalie positive anche superiori ai +6°C in alcune aree del Centro-Sud. In particolare, regioni come Sicilia, Calabria, Sardegna e Puglia hanno spesso fatto segnare massime prossime ai 20°C, condizioni più affini a un inizio di primavera che non al cuore dell’inverno meteorologico.
La persistenza di un campo di alta pressione subtropicale, alimentato da un flusso zonale teso sull’Atlantico, ha impedito alle correnti fredde di latitudine più alta di raggiungere il bacino del Mediterraneo. Questo ha favorito non solo temperature insolitamente elevate, ma anche giornate stabili, asciutte e soleggiate, soprattutto sulle due Isole Maggiori e lungo i versanti tirrenici. Un’anomalia termica e barica destinata, tuttavia, a cedere il passo.
Le ultime proiezioni dei modelli meteorologici, sia deterministici sia probabilistici, convergono infatti verso un cambio di scenario a partire dalla seconda parte del periodo natalizio. Tra il 24 e il 26 dicembre, un indebolimento del campo anticiclonico favorirà l’ingresso di correnti più umide e instabili dall’Atlantico, con un aumento della copertura nuvolosa e il ritorno delle precipitazioni su buona parte del Centro-Nord. Si tratta di un primo segnale di svolta, ancora timido dal punto di vista termico, ma indicativo di un possibile cambio di passo nella circolazione atmosferica sul quadrante europeo.
Il vero spartiacque potrebbe però presentarsi tra il 28 e il 30 dicembre, quando una massiccia irruzione di aria artica – attualmente in fase di analisi da parte dei principali centri meteorologici internazionali – potrebbe raggiungere il settore balcanico, lambendo anche la penisola italiana. Lo scenario prevede l’attivazione di un flusso settentrionale freddo, veicolato da un anticiclone di blocco sull’Atlantico e da una depressione a carattere freddo in approfondimento sull’Europa centro-orientale. Se confermato, questo assetto barico favorirebbe l’ingresso di masse d’aria polare-continentali dalla porta della Bora, con un conseguente e sensibile calo delle temperature su tutte le regioni, in particolare sul Nord e lungo il versante adriatico.
Le temperature, in tale contesto, potrebbero portarsi anche fino a 6-8°C al di sotto della media del periodo, specie in pianura Padana e nelle zone interne del Centro, con possibilità di gelate estese e valori minimi diffusamente sottozero. A questo si potrebbe accompagnare un ritorno del maltempo di tipo invernale, con precipitazioni nevose fino a quote collinari o localmente pianeggianti, specie tra Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo e Molise. Ancora prematuro fornire indicazioni precise sulla localizzazione e l’intensità dei fenomeni, ma la tendenza è monitorata con particolare attenzione, vista la coerenza con cui più modelli a medio-lungo termine indicano questa traiettoria fredda.
In sintesi, il periodo tra Natale e Capodanno potrebbe segnare una decisa inversione di tendenza rispetto alla mitezza eccezionale che ha dominato la prima parte di dicembre. Non solo un ritorno del maltempo, ma anche la concreta possibilità della prima vera ondata di freddo stagionale, con risvolti significativi sul fronte termico e nivometrico. I prossimi aggiornamenti saranno cruciali per confermare o ridimensionare questa ipotesi, ma l’inverno sembra finalmente pronto a bussare con decisione alle porte dell’Italia.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
