Brescia si è guadagnata il poco invidiabile primato di città con il clima peggiore d’Italia, posizionandosi all’ultimo posto nella classifica dell’Indice di Vivibilità Climatica 2024 realizzato da ilMeteo.it in collaborazione con il Corriere della Sera. La città lombarda è scivolata al 108° posto su 108 capoluoghi di provincia analizzati, superando in negativo anche altre città della Pianura Padana storicamente note per le loro criticità climatiche.
L’analisi che ha decretato Brescia come la città dal clima meno vivibile d’Italia è frutto di un lavoro di ricerca estremamente dettagliato. Lo studio ha preso in esame 17 parametri climatici relativi a tutti i 108 capoluoghi di provincia italiani, analizzando oltre 402 milioni di dati raccolti dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024. I parametri considerati includono l’indice di calore, le notti tropicali, il soleggiamento, le ondate di calore, la siccità, il caldo estremo, l’escursione termica, i giorni freddi, i giorni di gelo, la nebbia, la nuvolosità diurna, il comfort per umidità, le raffiche di vento, la brezza estiva, i giorni di pioggia, le piogge intense e gli eventi estremi.
Come spiegato da Lorenzo Tedici, meteorologo responsabile media di iLMeteo.it: “Il Nord è stato penalizzato dagli eventi estremi e dalle abbondanti precipitazioni. L’eccesso di caldo estivo ha fatto precipitare nella classifica le città della Pianura Padana, con Brescia in ultima posizione. Le grandinate e alluvioni, inoltre, hanno molto penalizzato il risultato del Nord”.
La combinazione di diversi fattori climatici sfavorevoli ha determinato la posizione di Brescia all’ultimo posto della classifica. La città lombarda ha registrato nel 2024 ben 45 giorni di temperatura massima oltre i 34°C, classificandosi al 18° posto in Italia per “caldo africano”. Ancora più preoccupante è il dato sulle ondate di calore, che sono state ben 63 nel corso dell’anno, un numero eccezionalmente alto anche per gli standard della Pianura Padana.
L’estate bresciana è stata caratterizzata da ben 66 giorni con temperatura percepita oltre i 32°C, che hanno collocato la città al 23° posto per questo parametro negativo. Questi valori elevati non sono stati mitigati dalla brezza, praticamente assente nella conca in cui sorge la città, circondata dalle Prealpi a nord e aperta solo verso la pianura.
L’inverno bresciano ha presentato l’altra faccia della medaglia delle criticità climatiche, con 70 giorni di nebbia (con visibilità inferiore al chilometro) e numerose giornate nuvolose con scarso soleggiamento. Questo, unito all’elevata umidità media annua che si attesta intorno al 75%, crea condizioni di disagio sia nella stagione fredda che in quella calda.
Brescia ha registrato anche fenomeni di pioggia intensa alternati a periodi di siccità. La città si è infatti classificata all’ottavo posto nell’indice di siccità, nonostante le precipitazioni annue si attestino intorno ai 890 millimetri, un valore nella media nazionale. Questo indica una distribuzione irregolare delle piogge, con eventi intensi concentrati che non favoriscono l’assorbimento dell’acqua nel terreno.
Analizzando i dati climatici storici di Brescia, emerge un quadro di forte escursione termica annuale. Le temperature medie variano dai 2,5°C di gennaio ai 24,5°C di luglio, con estremi storici registrati tra i -19,4°C del gennaio 1985 e i +38,4°C dell’agosto 2003. Nel corso del 2024, la città ha registrato temperature di oltre 1,36 gradi superiori ai valori climatici di riferimento del periodo 1991-2020.
Le precipitazioni medie annue si attestano intorno ai 890 millimetri, distribuite in circa 84 giorni di pioggia. Il mese meno piovoso è tradizionalmente febbraio (50 mm), mentre quello più piovoso è ottobre (110 mm). Significativo è anche il dato sulla nebbia, con una media di 88 giorni all’anno, concentrati principalmente nei mesi invernali.
Brescia condivide molte delle sue criticità climatiche con altre città della Pianura Padana. Uno studio di Climate Central ha rivelato che Brescia è all’ottavo posto mondiale per perdita di giorni di gelo a causa dei cambiamenti climatici, con ben 26 giorni sottozero persi negli ultimi 10 anni. Peggio fanno solo Torino (30 giorni) e Verona (29 giorni) tra le città italiane.
È interessante notare come tra le 15 città con i peggiori indicatori climatici in Italia, ben 12 si trovino nella Pianura Padana. Questo conferma che le problematiche riscontrate a Brescia sono in gran parte strutturali e legate alla particolare conformazione geografica della pianura, chiusa tra le Alpi e gli Appennini.
Particolarmente allarmante è l’evoluzione della posizione di Brescia nell’Indice di Vivibilità Climatica negli ultimi anni. Se nel 2000 la città si collocava al 22° posto e nel 2021 era al 23°, il crollo all’ultimo posto nel 2024 evidenzia un deterioramento significativo delle condizioni climatiche. Questo trend negativo si discosta notevolmente da quello di città geograficamente vicine come Bergamo, che negli ultimi anni ha mostrato un costante miglioramento, posizionandosi al 29° posto nel 2024.
Il confronto con il passato rivela anche un cambiamento nei pattern climatici: il numero di giorni con temperature minime sotto lo zero è in diminuzione, mentre aumentano quelli con temperature estreme e fenomeni meteorologici intensi.
Le ragioni di questa situazione climatica sfavorevole sono da ricercarsi nella particolare conformazione geografica della Pianura Padana. Questa vasta area pianeggiante è circondata su tre lati da catene montuose (Alpi e Appennini) ed è aperta solo sul lato orientale verso il mare Adriatico. Questa configurazione ostacola la circolazione dei venti e favorisce il ristagno dell’aria, creando quello che i meteorologi chiamano “effetto cuscinetto”.
In inverno, questo porta alla formazione di nebbie persistenti e all’accumulo di inquinanti nell’aria. In estate, invece, favorisce il ristagno di aria calda e umida, con temperature elevate e tassi di umidità altrettanto alti che causano frequenti giornate afose, soprattutto in presenza dell’anticiclone africano.
La scarsità della ventilazione, comune a tutta la pianura, rende le giornate estive ancora più calde e afose e in generale accresce i livelli d’inquinamento dell’aria, contribuendo a fare della Pianura Padana una delle zone più inquinate d’Europa.
La posizione specifica di Brescia, ai piedi delle Prealpi e in una conca relativamente chiusa, aggrava ulteriormente questi problemi strutturali. È questo mix di fattori geografici e meteorologici a rendere la città lombarda la meno vivibile d’Italia dal punto di vista climatico, secondo lo studio di ilMeteo.it e del Corriere della Sera.