File segreti della CIA, “L’Arca dell’Alleanza esiste e conosciamo la sua ubicazione”

I documenti declassificati della CIA sul Progetto Sun Streak rivelano esperimenti di visione remota sull’Arca dell’Alleanza, ma l’affidabilità scientifica di queste ricerche paranormali resta altamente contestata.

Un recente clamore mediatico ha riportato alla ribalta documenti declassificati della CIA che, secondo numerosi articoli pubblicati nel marzo 2025, conterrebbero la prova che l’agenzia di intelligence americana avrebbe localizzato l’Arca dell’Alleanza. Attraverso un’analisi approfondita delle fonti disponibili, emerge un quadro più complesso che merita un’esame critico dei fatti, separando le informazioni verificabili dalle interpretazioni sensazionalistiche.

I documenti al centro di questa storia appartengono al Progetto Sun Streak, un’iniziativa della CIA avviata negli anni ’80 per esplorare potenziali applicazioni di fenomeni parapsicologici nell’ambito dell’intelligence. I rapporti, desecretati nell’agosto 2000 e non recentemente come affermato da alcuni media, descrivono esperimenti di “visione remota” in cui persone con presunte capacità extrasensoriali tentavano di visualizzare luoghi o oggetti distanti senza averne una conoscenza diretta.

In particolare, un documento datato dicembre 1988 riferisce che un individuo identificato come “Remote Viewer No. 032” avrebbe descritto un contenitore di legno, oro e argento, decorato con figure angeliche, nascosto in una zona sotterranea del Medio Oriente. Le caratteristiche riportate corrisponderebbero alla descrizione biblica dell’Arca dell’Alleanza, il sacro manufatto che secondo le Scritture conteneva le Tavole dei Dieci Comandamenti consegnate da Dio a Mosè sul Monte Sinai.

Il sensitivo avrebbe inoltre affermato che l’oggetto era “protetto da entità” che avrebbero “distrutto” chiunque tentasse di aprirlo senza autorizzazione, aggiungendo che l’artefatto possedeva un “significato spirituale e storico ben oltre ciò che ora conosciamo”. Le descrizioni sono state sufficienti per alimentare speculazioni secondo cui la CIA avrebbe effettivamente localizzato il leggendario artefatto biblico.

Il Progetto Sun Streak: storia e contesto

Per comprendere appieno la portata di queste affermazioni, è necessario inquadrare il Progetto Sun Streak nel suo contesto storico. Questo programma, successivamente ribattezzato Progetto Stargate, fu avviato durante la Guerra Fredda dalla Defense Intelligence Agency (DIA) e successivamente trasferito alla CIA. Il rapporto annuale del 1986, ora disponibile pubblicamente, lo descrive come “un nuovo programma per stabilire una capacità operativa psicoenergica nella comunità dell’intelligence”.

Il documento definisce la “visione remota” come una presunta “capacità mentale di accedere a informazioni su un target distante, schermato o futuro attraverso mezzi non riconosciuti dalla scienza attuale”. L’iniziativa nacque in parte in risposta a voci, mai confermate, secondo cui l’Unione Sovietica stava conducendo ricerche analoghe nel campo della parapsicologia applicata all’intelligence militare.

Si trattava di un gruppo relativamente piccolo, con non più di 15-20 persone coinvolte tra civili e militari. I metodi utilizzati sono stati descritti come “precari” dai critici: per esempio, ai soggetti testati non veniva comunicato l’esito dei test, per evitare di “compromettere la fiducia e le capacità del sensitivo” in caso di fallimento.

Il programma fu definitivamente chiuso nel 1995, dopo che l’American Institutes for Research (AIR), incaricato dalla CIA di valutarne l’efficacia, concluse che “non vi era alcuna prova che esistesse un meccanismo psichico come la visione a distanza” e che “nel campo della raccolta delle informazioni militari non aveva dato risultati concreti”.

L’Arca dell’Alleanza: un mistero millenario

Per contestualizzare meglio la questione, è importante ricordare cosa rappresenta l’Arca dell’Alleanza nella tradizione biblica e nella storia. Secondo i testi sacri, si trattava di una cassa rettangolare di legno d’acacia, rivestita d’oro puro sia all’interno che all’esterno, con un coperchio chiamato “propiziatorio” sormontato da due cherubini d’oro che si guardavano l’un l’altro.

Le dimensioni riportate nel libro dell’Esodo erano di due cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza e un cubito e mezzo di altezza (circa 125 × 75 × 75 centimetri). Al suo interno erano conservate le tavole di pietra con i Dieci Comandamenti, la verga di Aronne e un’urna contenente la manna.

L’Arca rappresentava la presenza di Dio tra il popolo d’Israele e svolgeva un ruolo centrale nel culto ebraico. Veniva custodita nel Santo dei Santi, la parte più sacra del Tabernacolo durante il periodo dell’Esodo e, successivamente, nel Tempio di Gerusalemme costruito da re Salomone.

La sua scomparsa rimane uno dei grandi misteri della storia antica. La teoria più accreditata è che l’Arca sia andata perduta durante la distruzione del Primo Tempio di Gerusalemme ad opera dei Babilonesi nel 586 a.C., ma numerose ipotesi alternative sono state avanzate nel corso dei secoli.

Nel corso dei secoli, varie teorie sono state proposte riguardo al destino dell’Arca. Una delle più diffuse sostiene che il sacro manufatto si trovi ancora oggi a Gerusalemme, in una camera segreta scavata nella roccia del Monte del Tempio, possibilmente costruita da re Salomone stesso. Questa ipotesi è sostenuta da molti gruppi ebraici ortodossi che auspicano la costruzione del Terzo Tempio.

Un’altra teoria popolare colloca l’Arca in Etiopia, nella Chiesa di Nostra Signora Maria di Sion ad Axum, dove secondo la tradizione locale sarebbe stata portata da Menelik I, il figlio della Regina di Saba e di re Salomone. I Cavalieri Templari, durante le Crociate, avrebbero cercato attivamente l’Arca, scavando tunnel sotto il Monte del Tempio a Gerusalemme e successivamente estendendo le loro ricerche fino all’Etiopia, come testimonierebbe la presenza di croci templari nella regione.

La complessa situazione politica e religiosa di Gerusalemme ha reso finora impossibile condurre scavi archeologici approfonditi nel sito del Tempio, che oggi ospita la Moschea di Al-Aqsa e la Cupola della Roccia, luoghi sacri per l’Islam. Ciò ha contribuito a mantenere vivo il mistero sull’eventuale presenza dell’Arca in quella zona.

Analisi critica dei documenti declassificati

Esaminando criticamente i documenti della CIA relativi all’Arca dell’Alleanza, emergono diversi elementi che invitano alla cautela. Innanzitutto, è importante notare che questi documenti non sono stati recentemente declassificati nel 2025, come suggerito da alcuni media, ma sono stati resi pubblici nell’agosto 2000, come parte di un più ampio processo di declassificazione.

La CIA ha reso disponibili online circa 13 milioni di pagine di documenti declassificati nel gennaio 2017 attraverso il database CREST (CIA Records Search Tool), rendendo accessibili al pubblico materiali che prima potevano essere consultati solo presso gli Archivi Nazionali a College Park, Maryland.

Il documento specifico che descrive la presunta localizzazione dell’Arca proviene da una sessione di “visione remota” condotta nel dicembre 1988. È fondamentale sottolineare che la “visione remota” è considerata una pseudoscienza dalla comunità scientifica internazionale, senza alcuna evidenza empirica a sostegno della sua validità.

Negli esperimenti di “visione remota”, al soggetto venivano fornite coordinate geografiche o un target senza rivelare cosa stesse cercando. Il metodo presupponeva che il sensitivo potesse “vedere” mentalmente luoghi o oggetti distanti. Nel caso specifico dell’Arca, Remote Viewer #032 fornì una descrizione che corrispondeva alle caratteristiche bibliche dell’artefatto, ma che potrebbe essere stata influenzata da conoscenze culturali preesistenti.

È significativo notare che il rapporto finale sull’efficacia del Progetto Stargate, commissionato dalla CIA all’American Institutes for Research nel 1995, concluse che non esistevano prove scientifiche a supporto della “visione remota” come fenomeno reale. Questo portò alla chiusura definitiva del programma, considerato inefficace per scopi di intelligence.

Esiste un modello ricorrente di rappresentazione errata dei documenti declassificati come “appena rilasciati” per creare narrative sensazionalistiche. Come evidenziato nel caso dell’Operazione Northwoods, un documento della CIA del 1962 presentato erroneamente come “appena declassificato” nel gennaio 2025, quando in realtà era di pubblico dominio dal 1997.

Similmente, gli articoli recenti che presentano i documenti sul Progetto Sun Streak come nuove rivelazioni tendono a omettere il contesto storico e scientifico, creando l’impressione che la CIA abbia effettivamente confermato l’esistenza dell’Arca dell’Alleanza, quando in realtà si tratta solo del resoconto di un esperimento di dubbia validità scientifica condotto quasi quattro decenni fa.

La mancanza di opinioni di storici o archeologi esperti negli articoli che promuovono queste affermazioni è indicativa di un approccio poco rigoroso alla materia. I resoconti tendono a basarsi esclusivamente sui documenti della CIA senza un’analisi critica della metodologia utilizzata o delle conclusioni tratte.

L’eredità del Progetto Stargate

Nonostante la sua chiusura ufficiale e la valutazione negativa ricevuta, il Progetto Stargate continua a esercitare un fascino particolare nell’immaginario collettivo. I documenti declassificati hanno alimentato numerose teorie del complotto e speculazioni su presunti poteri paranormali che il governo americano avrebbe tentato di sfruttare durante la Guerra Fredda.

È interessante notare come, nonostante la conclusione ufficiale che il programma non aveva prodotto risultati concreti, alcuni dei partecipanti continuino a sostenere la validità della “visione remota”. Joe McMoneagle, identificato come “Remote Viewer #1” e uno dei pionieri delle iniziative psichiche della CIA, ha rilasciato dichiarazioni in podcast recenti riguardo alle sue esperienze nel programma.

La declassificazione di questi documenti ha certamente contribuito a una maggiore trasparenza riguardo alle attività passate della CIA, permettendo al pubblico di esaminare direttamente materiali precedentemente riservati. Tuttavia, è fondamentale approcciarsi a queste informazioni con spirito critico, contestualizzandole appropriatamente nel loro periodo storico e alla luce delle conoscenze scientifiche attuali.