Secondo quanto riportato da diverse fonti, tra cui il magazine Politico, Elon Musk sarebbe prossimo a lasciare il suo incarico nell’amministrazione Trump nelle prossime settimane. Il presidente degli Stati Uniti avrebbe confidato alla sua cerchia ristretta, compresi membri del gabinetto, che il fondatore di Tesla e SpaceX si ritirerà dal ruolo di capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), posizione che ricopre come dipendente governativo speciale. Questa decisione, apparentemente concordata tra le due parti, segnerebbe un ritorno di Musk alle sue attività imprenditoriali e una transizione verso un ruolo più defilato ma comunque di supporto all’amministrazione.
Il ritiro di Musk avverrebbe in un contesto di crescenti tensioni all’interno dell’amministrazione Trump. Alcuni membri del governo e alleati esterni avrebbero espresso frustrazione per l’imprevedibilità del miliardario, considerato da molti una figura politicamente ingombrante. Questa percezione negativa è stata amplificata dalla recente sconfitta di un candidato conservatore sostenuto da Musk per un seggio alla Corte Suprema del Wisconsin, un risultato che ha evidenziato i limiti della sua influenza politica nonostante gli ingenti investimenti economici nella campagna elettorale.
Un altro elemento chiave che sembra aver accelerato la decisione è il limite dei 130 giorni annuali previsti per i dipendenti governativi speciali, una soglia che Musk raggiungerà tra fine maggio e inizio giugno. Questo vincolo legale ha reso inevitabile una riflessione sul futuro del suo ruolo all’interno dell’amministrazione. Nonostante ciò, fonti vicine alla Casa Bianca suggeriscono che Musk potrebbe mantenere un incarico informale come consigliere e continuare a fare apparizioni occasionali alla Casa Bianca.
La notizia dell’uscita imminente di Musk ha avuto ripercussioni immediate sui mercati finanziari. Dopo la diffusione delle indiscrezioni, i titoli di Tesla hanno registrato un aumento del 4,5% a Wall Street, recuperando le perdite accumulate in precedenza a causa del calo delle vendite nel primo trimestre del 2025. Questo rimbalzo riflette la fiducia degli investitori nel ritorno di Musk a tempo pieno alla guida delle sue aziende, viste le sfide crescenti nel settore delle auto elettriche, dove la concorrenza cinese rappresentata da BYD sta guadagnando terreno.
Tuttavia, la Casa Bianca ha smentito categoricamente alcune delle ricostruzioni giornalistiche che indicavano un’imminente rottura tra Trump e Musk. La portavoce Karoline Leavitt ha definito “spazzatura” le affermazioni secondo cui il miliardario sarebbe stato costretto a lasciare il suo incarico per divergenze interne. Secondo Leavitt, sia Trump che Musk hanno sempre ribadito pubblicamente che l’uscita del fondatore di Tesla avverrà solo al completamento della sua missione al DOGE.
Nonostante le dichiarazioni ufficiali, è evidente che l’addio di Musk rappresenta un punto di svolta sia per l’amministrazione Trump sia per lo stesso imprenditore. Da un lato, il presidente perde una figura chiave nella sua strategia volta a ridurre la spesa pubblica e riorganizzare le agenzie federali; dall’altro, Musk potrà concentrarsi sulle sfide imprenditoriali che attendono Tesla e SpaceX in un contesto economico e geopolitico sempre più complesso.
Resta da vedere quale sarà l’effettivo impatto dell’uscita di scena di Musk sulla politica americana e sul panorama tecnologico globale. Se da un lato alcuni analisti ritengono che il suo contributo al governo sia stato più simbolico che sostanziale, dall’altro è innegabile che la sua presenza abbia catalizzato l’attenzione su temi cruciali come l’efficienza amministrativa e l’innovazione tecnologica. In ogni caso, il ritorno di Musk al settore privato promette di riaccendere il dibattito sul ruolo degli imprenditori nella politica e sulle intersezioni tra affari e governance pubblica.