L’aviazione israeliana ha nuovamente colpito la capitale siriana, Damasco, in un’operazione che si distingue per intensità e obiettivi strategici. Secondo quanto riferito dall’agenzia ufficiale siriana Sana, le esplosioni avvenute nella notte hanno avuto come epicentro il cuore istituzionale della città: uno dei bersagli principali è stato il quartier generale del ministero della Difesa, situato nei pressi della centralissima piazza degli Omayyadi. Le autorità siriane confermano che il raid ha provocato “diversi feriti”, ma al momento non sono stati diffusi dati ufficiali sul numero delle vittime né sulla gravità delle condizioni.
Si tratta del secondo attacco nelle ultime ore contro lo stesso edificio, già colpito in precedenza da un’operazione condotta con droni. Secondo fonti siriane, il secondo raid ha causato danni materiali significativi alla struttura, che ospita alti comandi militari e rappresenta un simbolo del potere governativo siriano. Le immagini trasmesse dalla tv di Stato mostrano il momento in cui un conduttore televisivo, durante una diretta, viene sorpreso dall’esplosione di fondo: un dettaglio che testimonia l’improvvisa violenza dell’attacco.
L’emittente israeliana Channel 12 riferisce che alcuni colpi hanno raggiunto anche l’area circostante al palazzo presidenziale, alimentando ulteriori interrogativi sull’obiettivo politico e simbolico dell’operazione. A confermare l’entità dell’offensiva è il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, che ha dichiarato: “I colpi più pesanti sono partiti”. Il video rilanciato dal ministro mostra una parte della trasmissione televisiva siriana interrotta bruscamente dall’esplosione, accompagnata da una luce accecante visibile nei cieli della capitale.
Israele ha giustificato l’attacco con il mancato ritiro delle forze siriane da Sweida, città a maggioranza drusa nel sud del paese, da giorni teatro di duri scontri tra esercito governativo e milizie locali. In precedenza, lo stesso ministro Katz aveva lanciato un monito al regime di Bashar al-Assad: in caso di mancata de-escalation a Sweida, sarebbero partiti attacchi “senza precedenti”. Un avvertimento che si è concretizzato in queste ore.
החלו המכות הכואבות pic.twitter.com/1kJFFXoiua
— ישראל כ”ץ Israel Katz (@Israel_katz) July 16, 2025
Il premier Benjamin Netanyahu, da parte sua, ha rivolto un appello diretto ai drusi israeliani affinché non attraversino il confine siriano per unirsi ai combattimenti. “La situazione a Sweida è molto grave”, ha dichiarato, sottolineando il rischio che il conflitto interno siriano possa coinvolgere anche comunità sensibili all’interno dello Stato ebraico. La tensione nell’area resta altissima, mentre si moltiplicano le segnalazioni di nuovi movimenti dell’aviazione israeliana nei cieli del sud della Siria. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!