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MasterChef UK nella bufera, cacciati due giudici per insulti razzisti e molestie

Gregg Wallace e John Torode licenziati da MasterChef UK dopo inchiesta indipendente che ha confermato 45 accuse di molestie sessuali e razzismo.

Uno dei format televisivi più celebri del panorama britannico sta attraversando la crisi più devastante della sua storia ventennale. La BBC, in accordo con la società di produzione Banijay UK, ha ufficialmente annunciato il licenziamento di entrambi i giudici storici di MasterChef UK: Gregg Wallace e John Torode sono stati allontanati dal programma in seguito a gravi accuse di molestie sessuali, bullismo e uso di linguaggio razzista che hanno investito la produzione del celebre cooking show.

Gregg Wallace, 59 anni, imprenditore della ristorazione e volto storico del programma dal 2005, è stato definitivamente licenziato dopo che un’inchiesta indipendente condotta dallo studio legale Lewis Silkin ha confermato 45 delle 83 accuse mosse contro di lui da parte di membri della produzione, concorrenti e colleghi. L’indagine, durata sette mesi e commissionata da Banijay UK, ha raccolto testimonianze da 78 testimoni, tra cui 41 denuncianti, documentando un pattern di comportamenti inappropriati che si estende dal 2005 al 2018, con episodi che includono commenti sessuali espliciti, molestie fisiche e atteggiamenti di bullismo sistematico.

Le accuse confermate contro Wallace spaziano da linguaggio sessualmente inappropriato e umorismo offensivo fino a un caso di contatto fisico indesiderato e tre episodi in cui il presentatore si è mostrato in stato di nudità parziale davanti a colleghe e membri dello staff. Tra i testimoni che hanno denunciato il comportamento di Wallace figura anche la conduttrice televisiva Kirsty Wark, che ha raccontato di essere stata esposta a commenti sessuali espliciti durante la registrazione della versione celebrity del programma nel 2011, descrivendo l’esperienza come profondamente imbarazzante e caratterizzata da quello che ha definito un “gioco di potere” da parte del conduttore.

Particolarmente significativa è stata la testimonianza del cantante Rod Stewart, che ha pubblicamente denunciato Wallace per aver “umiliato” sua moglie Penny Lancaster durante la sua partecipazione al programma nel 2021, definendolo un “bullo maleducato” che aveva finalmente ricevuto quello che meritava. La gravità della situazione è emersa chiaramente quando, oltre alle 13 denunce iniziali che avevano portato alla sospensione di Wallace lo scorso novembre, sono emerse altre 50 testimonianze che hanno delineato un quadro di comportamenti sistematicamente inappropriati perpetrati nell’arco di quasi due decenni.

La crisi si è ulteriormente aggravata quando è emerso che anche John Torode, chef australiano di 59 anni e co-conduttore del programma fin dal rilancio del 2005, è stato coinvolto nelle indagini. Un’allegazione contro Torode per l’uso di “linguaggio razzista estremamente offensivo” è stata confermata dall’inchiesta Lewis Silkin, portando la BBC e Banijay UK a decidere di non rinnovare il suo contratto. L’episodio contestato sarebbe avvenuto nel 2018 o 2019 durante una situazione sociale, e nonostante Torode abbia dichiarato di non avere “alcun ricordo dell’incidente” e di non credere che sia mai accaduto, l’indagine ha ritenuto credibile la testimonianza.

La gestione della comunicazione del licenziamento di Torode ha evidenziato ulteriori problematiche organizzative all’interno della produzione: il conduttore ha appreso della sua rimozione dal programma attraverso i media online, con il suo agente che è stato contattato dalla BBC appena undici minuti prima dell’annuncio pubblico. Questa modalità di comunicazione ha suscitato ulteriori critiche sulla gestione della crisi da parte dell’emittente pubblica britannica, con fonti vicine a Torode che hanno descritto il conduttore come “distrutto” e convinto di essere stato trasformato in un capro espiatorio in seguito al rapporto su Wallace.

La BBC ha risposto alla crisi con un comunicato ufficiale in cui ha riconosciuto che “le opportunità sono state perse per affrontare questo comportamento, sia dalle società di produzione che gestiscono MasterChef che dalla BBC stessa”, ammettendo che “si poteva e si doveva fare di più prima”. L’emittente ha inoltre confermato di non avere piani per collaborare con Wallace in futuro, definendo il suo comportamento come “al di sotto dei valori della BBC e degli standard che ci aspettiamo da chiunque lavori con o per noi”.

Patrick Holland, amministratore delegato di Banijay UK, ha riconosciuto che “è chiaro che le procedure di escalation non erano robuste come avrebbero dovuto essere” negli anni 2000, scusandosi “profondamente con chiunque sia stato colpito da questo comportamento e si sia sentito incapace di parlare al momento o che la sua denuncia non sia stata adeguatamente affrontata”. L’azienda ha implementato nuove procedure per garantire che tutti i partecipanti alle sue produzioni si sentano sicuri e supportati, riconoscendo che i sistemi di segnalazione e le procedure delle risorse umane erano insufficienti.

La controversia ha sollevato interrogativi significativi sul futuro del programma, con la BBC che deve ora decidere se mandare in onda la ventunesima stagione di MasterChef, già girata lo scorso anno con la presenza di Wallace. Tim Davie, direttore generale della BBC, ha affermato che MasterChef può sopravvivere allo scandalo attuale perché è “molto più grande degli individui”, ma ha sottolineato la necessità di “assicurarsi di essere nel posto giusto in termini di cultura del programma”. L’emittente ha già iniziato a implementare misure correttive, con Grace Dent, critica gastronomica del Guardian, che è stata confermata come giudice per la prossima serie di Celebrity MasterChef.

La crisi di MasterChef UK rappresenta un caso emblematico delle sfide che l’industria televisiva britannica deve affrontare nel garantire ambienti di lavoro sicuri e rispettosi. L’inchiesta Lewis Silkin ha rivelato che tra il 2005 e il 2024 erano state presentate sei denunce alla società di produzione e altre sei alla BBC, evidenziando carenze sistemiche nella gestione delle segnalazioni di comportamenti inappropriati che si sono protratte per quasi due decenni. Il rapporto ha inoltre sottolineato che il 94% delle accuse confermate riguardava comportamenti avvenuti tra il 2005 e il 2018, periodo in cui i meccanismi di controllo e prevenzione erano evidentemente inadeguati.

La vicenda ha avuto ripercussioni anche sul dibattito pubblico riguardo alla neurodiversità e alle responsabilità individuali, dopo che Wallace ha tentato di collegare le accuse contro di lui a una recente diagnosi di autismo. Questa strategia difensiva ha suscitato critiche da parte delle organizzazioni per i diritti delle persone con disabilità, che hanno sottolineato come l’autismo non possa essere utilizzato come giustificazione per comportamenti inappropriati. Il rapporto Lewis Silkin ha riconosciuto che la diagnosi di Wallace è “altamente rilevante nel contesto dei risultati raggiunti”, ma ha chiarito che “Wallace accetta che la sua diagnosi possa aiutare a spiegare alcune delle sue azioni, ma non vuole nascondersi dietro di essa”.

Nonostante la gravità della crisi attuale, l’industria televisiva britannica e la BBC hanno dimostrato una rinnovata determinazione nell’affrontare le problematiche culturali che hanno permesso tali comportamenti. L’implementazione di nuove procedure di segnalazione, la formazione del personale e la creazione di ambienti di lavoro più sicuri rappresentano elementi fondamentali per prevenire il ripetersi di situazioni analoghe. La produzione di MasterChef continuerà, ma dovrà dimostrare di aver appreso dalle lezioni del passato e di essere in grado di mantenere gli standard di eccellenza che hanno reso il programma un successo internazionale, garantendo allo stesso tempo il rispetto e la dignità di tutti coloro che vi partecipano. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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