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Islanda, nuova eruzione vulcanica: evacuata Grindavik -VIDEO-

Nuova eruzione vulcanica nella penisola di Reykjanes: evacuata Grindavik per la nona volta dal 2023 dopo 130 scosse sismiche registrate nell’area di Svartsengi.
fonte: @ORGrimsson

La penisola di Reykjanes torna a essere teatro di un’improvvisa manifestazione vulcanica, con una nuova eruzione che ha colpito la zona di Sundhnukur nelle prime ore del mattino, segnando il nono episodio eruttivo dall’inizio del ciclo di attività iniziato a dicembre 2023 e il dodicesimo dal risveglio del sistema vulcanico nel marzo 2021.

L’evento ha avuto inizio poco prima delle 6 del mattino ora locale, dopo che durante la notte erano state registrate oltre 130 scosse sismiche nell’area di Svartsengi, a nord dell’abitato di Grindavik. La fessura vulcanica, che si estende per circa 700-1000 metri, ha immediatamente riversato lava nella regione di Sundhnuk, costringendo le autorità islandesi a disporre l’evacuazione immediata dei pochi residenti rimasti nel centro abitato e dei turisti presenti nel campeggio locale, oltre agli ospiti della celebre Laguna Blu.

La decisione di evacuare è stata presa congiuntamente dalla protezione civile islandese e dalle forze di polizia, dopo che l’attività sismica aveva raggiunto livelli preoccupanti. L’operazione ha interessato non solo i residenti di Grindavik, ma anche i visitatori che si trovavano nella rinomata attrazione geotermica, una delle principali destinazioni turistiche del Paese, situata in prossimità dell’area vulcanica attiva.

Secondo le dichiarazioni di Minney Sigurdardottir dell’Ufficio meteorologico islandese, la situazione attuale non è considerata particolarmente pericolosa per l’incolumità delle persone, tuttavia permane la preoccupazione per i potenziali danni che un’eruzione prolungata potrebbe causare alle abitazioni e alle infrastrutture ancora presenti a Grindavik. La maggior parte dei circa 4000 residenti del centro abitato era già stata evacuata alla fine del 2023, in seguito alla prima grande eruzione del nuovo ciclo vulcanico.

L’attività vulcanica nella penisola di Reykjanes rappresenta un fenomeno di particolare rilevanza scientifica, poiché ha interrotto otto secoli di quiescenza vulcanica nell’area. Il sistema vulcanico aveva infatti mantenuto uno stato di inattività dal 1240, fino al risveglio avvenuto nel marzo 2021. Gli esperti ritengono che questa sequenza di eruzioni possa rappresentare l’inizio di una “nuova era” di attività vulcanica nell’area, con un ciclo eruttivo che potrebbe protrarsi per decenni.

L’eruzione odierna ha colto di sorpresa anche i vulcanologi, che fino a ieri avevano previsto che una possibile fuoriuscita di magma sarebbe potuta avvenire soltanto in autunno. L’improvvisa accelerazione del fenomeno ha quindi dimostrato quanto sia difficile prevedere con precisione l’evoluzione dell’attività vulcanica, nonostante il costante monitoraggio dell’area attraverso sistemi sismici e di deformazione del suolo.

Gli esperti dell’Ufficio meteorologico islandese stanno attualmente sorvolando l’area in elicottero, in collaborazione con la guardia costiera, per valutare l’evoluzione del fenomeno e fornire aggiornamenti sulla situazione. Il sistema vulcanico di Svartsengi, che alimenta queste eruzioni, è caratterizzato da una sorgente magmatica superficiale il cui tetto si trova a circa 4-5 chilometri di profondità.

Fortunamente, l’eruzione non ha generato significative emissioni di cenere in atmosfera, evitando così le ripercussioni sul traffico aereo che caratterizzarono l’eruzione del vulcano Eyjafjallajökull nel 2010. In quell’occasione, la dispersione di cenere vulcanica aveva provocato la chiusura dello spazio aereo europeo per diversi giorni, con conseguenze globali per il trasporto aereo e perdite economiche stimate tra 1,5 e 2,5 miliardi di euro.

L’aeroporto internazionale di Keflavik, principale scalo del Paese, è rimasto pienamente operativo durante l’evento, garantendo la continuità dei collegamenti aerei internazionali. Questa differenza rispetto all’eruzione del 2010 è dovuta al tipo di attività vulcanica in corso, caratterizzata da eruzioni fissurali effusive piuttosto che da fenomeni esplosivi che generano colonne di cenere ad alta quota.

La sequenza eruttiva iniziata nel novembre 2023 ha interessato complessivamente dieci distinti episodi vulcano-tettonici, che si sono susseguiti a intervalli di poche settimane o mesi. Questi eventi hanno mostrato fenomenologie simili, con eruzioni fissurali anticipate dallo sviluppo rapido di dicchi magmatici estesi lateralmente per diversi chilometri. Il volume complessivo delle colate laviche prodotte è stimato in circa 216 milioni di metri cubi, creando un esteso campo di lava nell’area di Sundhnúksgígar.

La durata delle singole eruzioni ha mostrato una notevole variabilità, oscillando da poche ore, come nel caso dell’evento del 1° aprile 2025, fino a quasi due mesi per l’eruzione di marzo-maggio 2024, che rappresenta la più lunga della serie. In generale, le prime eruzioni della sequenza sono state relativamente brevi, mentre dalla metà del 2024 si sono verificati episodi più sostenuti e voluminosi.

L’abitato di Grindavik, un tempo tranquillo villaggio di pescatori, è diventato il simbolo della vulnerabilità delle comunità umane di fronte alle forze geologiche. La cittadina, che conta circa 4000 abitanti, è stata ripetutamente evacuata durante gli ultimi due anni, trasformandosi in una sorta di insediamento fantasma per lunghi periodi. Molte abitazioni e infrastrutture hanno subito danni significativi a causa dell’attività sismica e vulcanica, rendendo problematico il ritorno alla normalità.

La penisola di Reykjanes si trova in un contesto geologico estremamente dinamico, in corrispondenza della dorsale medio-atlantica, dove si fronteggiano le placche tettoniche nordamericana ed eurasiatica. Questo allontanamento reciproco, che avviene a una velocità di pochi centimetri all’anno, favorisce la risalita di magma dal mantello terrestre, alimentando l’attività vulcanica e sismica che caratterizza l’area.

La gestione dell’emergenza vulcanica ha dimostrato l’efficacia del sistema di protezione civile islandese, che ha saputo coordinare le operazioni di evacuazione e monitoraggio con tempestività. Le autorità hanno predisposto barriere anti-lava per proteggere le infrastrutture critiche, come la centrale geotermica di Svartsengi, che fornisce energia elettrica e riscaldamento a circa 30.000 persone nella regione.

L’attuale episodio eruttivo si inserisce in un quadro più ampio di risveglio vulcanico che interessa l’intera Islanda. Gli esperti prevedono che l’attività vulcanica nella penisola di Reykjanes possa continuare con eruzioni periodiche per i prossimi decenni, rappresentando una sfida costante per le comunità locali e le autorità responsabili della gestione del rischio vulcanico. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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