Giornata nera per Renault alla Borsa di Parigi, dove il titolo ha aperto in picchiata con un calo del 16%, per poi assestarsi a fine mattinata con una perdita del 9,68%, a quota 35,47 euro. Il tonfo riflette la brusca reazione degli investitori al doppio colpo incassato dal costruttore francese: da un lato la revisione al ribasso delle previsioni sui margini e sul cash flow per l’intero 2025, dall’altro l’improvvisa uscita di Luca De Meo dalla guida del gruppo.
La comunicazione è arrivata in un momento delicato per la casa automobilistica, impegnata in una profonda ristrutturazione industriale e strategica. Renault ha annunciato che sarà Duncan Minto, attuale CFO, ad assumere il ruolo di CEO ad interim, mentre è in corso la ricerca di un successore per De Meo, chiamato a guidare il colosso del lusso Kering. Il mercato ha interpretato la mossa come un segnale di instabilità e incertezza sul futuro della governance, alimentando la pressione sul titolo.
Il taglio delle stime, motivato da un rallentamento della domanda e da costi di transizione verso l’elettrico più elevati del previsto, è stato letto come un campanello d’allarme anche per il comparto europeo, già in affanno a causa della concorrenza cinese e della flessione dei mercati emergenti. In particolare, Renault ha rivisto la previsione di margine operativo dal 7% al 5,5-6%, e quella sul free cash flow industriale a circa 1,5 miliardi di euro, contro gli oltre 2 miliardi inizialmente stimati.
La reazione negativa degli investitori conferma quanto fosse centrale la figura di De Meo nella narrazione della rinascita Renault, e quanto fragile resti il contesto competitivo. La società dovrà ora dimostrare di saper proseguire nel percorso di rilancio, rafforzando la leadership manageriale e accelerando sulla trasformazione tecnologica, senza perdere credibilità sui mercati finanziari.