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Acqua Sanpellegrino e Panna in vendita, ecco perché potrebbero tornare italiane

Nestlé valuta la cessione del Gruppo Sanpellegrino e dei marchi Acqua Panna e Levissima attraverso un processo guidato da Rothschild, con interesse crescente di investitori italiani per riportare questi asset iconici sotto controllo nazionale.

Una delle più prestigiose operazioni di mercato del settore alimentare europeo si profila all’orizzonte per il comparto delle acque minerali italiane. Nestlé, il colosso svizzero che dal 1998 controlla il Gruppo Sanpellegrino, si trova al centro di una complessa strategia di riorganizzazione che potrebbe portare alla cessione dei marchi più iconici dell’acqua minerale tricolore, creando un’occasione unica per il ritorno di questi asset sotto il controllo di imprenditori italiani.

La riorganizzazione strategica di Nestlé ha preso forma sotto la guida del nuovo amministratore delegato Laurent Freixe, subentrato a Mark Schneider nel settembre 2024. Il manager francese ha delineato un piano industriale che prevede una concentrazione delle risorse sui trenta marchi principali del gruppo, abbandonando la precedente strategia di diversificazione che aveva portato l’azienda a sperimentare settori come gli integratori alimentari.

La decisione di Freixe di scorporare la divisione Waters in un’unità globale autonoma con sede a Parigi, operativa dal primo gennaio 2025, rappresenta il primo passo di una strategia che mira a valorizzare un business che nel 2024 ha generato ricavi per circa 3,4 miliardi di euro, pari al 3,5% del fatturato consolidato del gruppo da 98 miliardi di euro.

La valutazione dell’intera divisione Waters, che comprende marchi globali come Perrier, Vittel, S.Pellegrino, Acqua Panna e Levissima, si aggira secondo le stime di mercato attorno ai 5,8 miliardi di euro. Rothschild & Co., incaricata come advisor finanziario dell’operazione, ha già avviato i primi contatti con potenziali investitori, replicando il modello seguito con successo nel 2020 quando Nestlé cedette le attività nordamericane del settore acqua a One Rock Capital Partners per 4,3 miliardi di dollari.

L’interesse dei fondi internazionali per l’operazione è stato manifestato da diversi operatori di private equity di primo piano, tra cui PAI Partners, Bain Capital, Clayton Dubilier & Rice, KKR, Platinum Equity e Blackstone. Tuttavia, l’attuale contesto macroeconomico caratterizzato da tassi di interesse elevati, instabilità geopolitica e maggiore prudenza degli investitori ha finora impedito la formalizzazione di proposte concrete.

La strategia di vendita separata si sta ora orientando verso una possibile cessione per singoli asset, con Sanpellegrino che emerge come il gioiello più ambito del portafoglio. Il gruppo bergamasco, che ha chiuso il 2023 con un fatturato superiore al miliardo di euro, rappresenta infatti la perla più preziosa dell’offerta Nestlé nel segmento delle acque minerali premium.

Il valore strategico di Sanpellegrino nel panorama industriale italiano è testimoniato dai numeri della sua attività. L’azienda impiega oltre 1.400 dipendenti distribuiti in quattro stabilimenti produttivi e ha generato nel 2023 un valore economico condiviso di 2,54 miliardi di euro lungo l’intera filiera, pari allo 0,12% del PIL nazionale, contribuendo alla creazione di 42.236 posti di lavoro complessivi.

La presenza internazionale dei marchi controllati da Sanpellegrino si estende oggi a oltre 150 paesi nel mondo, con l’export che rappresenta il 65% del fatturato complessivo del gruppo. Acqua Panna ha registrato nel 2022 un incremento record delle vendite del 49% a livello globale, mentre S.Pellegrino ha segnato una crescita del 17%, consolidando la loro posizione di ambasciatori del Made in Italy nel segmento premium della ristorazione mondiale.

La possibilità di un ritorno italiano si concretizza attraverso l’interesse manifestato da alcune banche d’affari che stanno presentando l’opportunità di investimento a gruppi industriali e finanziari nazionali. Secondo indiscrezioni raccolte dal settore, Nestlé starebbe valutando con particolare attenzione la cessione selettiva di Sanpellegrino a un investitore in grado di garantire continuità industriale, mantenimento dei livelli occupazionali e valorizzazione della filiera produttiva italiana.

La storia di acquisizioni e cessioni nel portafoglio di Nestlé Waters testimonia l’approccio strategico del gruppo verso il settore delle acque minerali. Dal 1998, quando Sanpellegrino entrò nel perimetro della multinazionale svizzera, il gruppo ha completato diverse operazioni, tra cui l’acquisizione di Levissima nel 1993 e di Acqua Panna nel 1957, per poi cedere nel 2020 il marchio Acqua Vera alla famiglia Quagliuolo attraverso una operazione da oltre 75 milioni di euro.

L’evoluzione del mercato delle acque minerali premium ha registrato negli ultimi anni una crescita del 6% annuo in valore, alimentata dalla crescente domanda di prodotti legati al benessere e alla qualità. Questo trend positivo si riflette particolarmente nel canale HoReCa di fascia alta, dove marchi come S.Pellegrino e Acqua Panna hanno conquistato una posizione di leadership assoluta nella ristorazione di eccellenza mondiale.

La strategia di partnership delineata da Laurent Freixe prevede che Nestlé possa mantenere una partecipazione di minoranza nell’eventuale operazione di cessione, seguendo il modello già applicato con successo in altre joint venture del gruppo. Questo approccio consentirebbe alla multinazionale svizzera di beneficiare della crescita futura del settore mantenendo al contempo la flessibilità finanziaria necessaria per concentrare gli investimenti sui marchi core del portfolio.

Le prospettive operative per una eventuale cessione si inquadrano in un contesto di crescente attenzione verso la sostenibilità e l’innovazione nel settore delle bevande. Il gruppo Sanpellegrino ha investito significativamente in progetti di efficienza energetica e riduzione dell’impatto ambientale, risparmiando 329 milioni di litri d’acqua attraverso iniziative di ottimizzazione dei processi produttivi.

L’impatto sul tessuto economico nazionale di una eventuale acquisizione italiana di Sanpellegrino potrebbe essere significativo, considerando che l’azienda ridistribuisce il 96% del valore generato: il 46% alle altre aziende della filiera, il 33% allo Stato attraverso la contribuzione fiscale, il 17% ai lavoratori, mantenendo per sé soltanto il 4% del valore complessivo creato.

La tempistica dell’operazione rimane ancora indefinita, anche se fonti vicine al dossier indicano che il processo formale di vendita potrebbe essere avviato entro la fine del 2025. L’approccio prudenziale di Nestlé riflette la volontà di massimizzare il valore degli asset in un momento di incertezza dei mercati finanziari, garantendo al contempo la continuità operativa e occupazionale delle attività cedute.

La sfida competitiva nel settore delle acque minerali premium si intensifica con l’ingresso di nuovi player e l’evoluzione delle preferenze dei consumatori verso prodotti sempre più sostenibili e innovativi. In questo contesto, il controllo di marchi iconici come Sanpellegrino e Acqua Panna rappresenta un asset strategico per qualsiasi operatore che voglia consolidare la propria presenza nel mercato globale delle bevande di alta gamma.

L’eventuale ritorno di questi marchi storici sotto il controllo italiano rappresenterebbe non solo un’operazione di significativo valore economico, ma anche un importante recupero di sovranità industriale in un settore che ha sempre rappresentato un’eccellenza del Made in Italy nel mondo, confermando la capacità del sistema imprenditoriale nazionale di valorizzare e sviluppare asset di rilevanza internazionale. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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