Una rivoluzione silenziosa sta trasformando il panorama dei viaggi aerei in Italia. L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) ha disposto che per i voli nazionali e diretti verso i Paesi dell’area Schengen non sarà più necessario esibire un documento d’identità al momento dell’imbarco. La misura, operativa dal 6 luglio 2025, rappresenta un cambiamento significativo nelle procedure aeroportuali italiane e coinvolgerà circa 51 milioni di passeggeri entro la fine dell’anno.
La novità è stata introdotta nell’ambito di una modifica al Programma Nazionale per la Sicurezza dell’Aviazione Civile e ha ottenuto il via libera del Ministero dell’Interno. Secondo quanto comunicato dall’ENAC, si tratta di un aggiornamento delle procedure che esonera i vettori aerei dall’obbligo di verificare al gate la corrispondenza tra il nominativo riportato sulla carta d’imbarco e quello presente su un documento d’identità.
Pierluigi Di Palma, presidente dell’ENAC, ha confermato che la misura è applicata in tutti gli aeroporti italiani senza eccezioni, spiegando che “gli aeroporti sono luoghi protetti ed è venuto il momento di equiparare i viaggi in aereo a quelli in treno”. La decisione mira a velocizzare le procedure di imbarco, eliminando quello che l’ente considera un rallentamento burocratico superfluo.
La nuova procedura si applica esclusivamente ai voli nazionali e a quelli diretti verso i Paesi dell’area Schengen, che dal 1° gennaio 2025 comprende 29 Stati europei dopo l’ingresso di Bulgaria e Romania. L’area Schengen, che conta oltre 450 milioni di cittadini, include 25 dei 27 Stati membri dell’Unione Europea, oltre a Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.
La scelta di limitare l’applicazione a questi voli riflette il principio della libera circolazione delle persone all’interno dello spazio Schengen, dove i controlli alle frontiere interne sono stati aboliti. Per i voli verso Paesi extra-Schengen, invece, rimangono in vigore i controlli documentali tradizionali.
Nonostante l’eliminazione dell’obbligo di esibire documenti al gate, i passeggeri devono comunque portare con sé carta d’identità o passaporto per diverse ragioni. Innanzitutto, i controlli di sicurezza precedenti l’accesso all’area sterile dell’aeroporto continuano a richiedere l’identificazione dei passeggeri. Inoltre, chi effettua il check-in presso i banchi fisici delle compagnie aeree deve ancora presentare un documento per ottenere la carta d’imbarco.
Il Ministero dell’Interno ha mantenuto la possibilità di effettuare controlli a campione e ha richiesto che vengano preservati i controlli documentali su alcune rotte interne considerate “sensibili” per i movimenti migratori secondari. Secondo le fonti consultate, tra queste potrebbero rientrare le tratte verso la Francia, dove i controlli alle frontiere sono stati rafforzati negli ultimi anni per contrastare l’immigrazione irregolare.
L’ENAC ha chiarito che la mancata verifica della concordanza tra carta d’imbarco e documento d’identità “non compromette un adeguato livello di sicurezza in quanto garantito dall’applicazione delle specifiche misure di sicurezza previste per lo screening del passeggero, come prescritto dalla vigente normativa dell’Unione Europea”. I passeggeri, infatti, per accedere all’area sterile degli aeroporti devono comunque superare i controlli di sicurezza, inclusi metal detector e scanner radiogeni.
La misura è stata sperimentata con successo su alcuni voli prima dell’applicazione generale. Un esempio significativo è stato il volo Ryanair da Bergamo a Minorca del 6 luglio 2025, dove i passeggeri hanno potuto imbarcarsi senza esibire documenti d’identità al gate. Questa fase di rodaggio ha permesso di verificare l’efficacia del nuovo sistema prima dell’estensione a livello nazionale.
L’Italia non è il primo Paese europeo ad adottare questa procedura. La Germania ha già implementato un sistema simile, dove basta la carta d’imbarco per volare all’interno del territorio nazionale o verso altre destinazioni dell’area Schengen. Questa convergenza verso procedure più snelle riflette una tendenza più ampia nell’aviazione civile europea volta a migliorare l’efficienza operativa degli aeroporti.
La decisione italiana si inserisce in un contesto di modernizzazione delle infrastrutture aeroportuali, dove la tecnologia viene sempre più utilizzata per ottimizzare i flussi di passeggeri. Alcuni aeroporti italiani, come Milano Linate e Catania, hanno già introdotto sistemi di faceboarding che permettono l’identificazione automatica attraverso il riconoscimento facciale.
La questione dell’immigrazione irregolare e dei movimenti migratori secondari rimane centrale nelle considerazioni operative. I dati mostrano che l’aeroporto di Milano Malpensa è considerato uno dei nodi principali dell’immigrazione irregolare per via aerea in Europa, insieme ad altri scali internazionali come Parigi Charles De Gaulle e Francoforte. La posizione strategica dell’Italia, in particolare la vicinanza ai confini con Svizzera e Francia, rende alcuni aeroporti particolarmente sensibili ai flussi migratori.
Le autorità mantengono quindi alta l’attenzione su quelle che vengono definite “rotte sensibili”, dove i controlli documentali possono essere preservati per motivi legati alla gestione dei flussi migratori. Questo approccio selettivo permette di bilanciare l’efficienza operativa con le esigenze di sicurezza e controllo delle frontiere.
Le stime indicano che la nuova procedura potrebbe coinvolgere circa 51 milioni di viaggiatori in partenza dagli aeroporti italiani entro la fine del 2025, con un aumento previsto fino a 92 milioni di passeggeri nel 2026. Questi numeri evidenziano l’impatto significativo che la misura avrà sull’esperienza di viaggio e sull’efficienza operativa degli scali aeroportuali.
L’obiettivo dichiarato è quello di equiparare i viaggi in aereo a quelli in treno all’interno dello spazio di libera circolazione europeo, eliminando controlli considerati ridondanti in un contesto dove i passeggeri hanno già superato rigorosi controlli di sicurezza. La misura si inserisce in una strategia più ampia di modernizzazione del settore dell’aviazione civile, che punta a migliorare l’efficienza senza compromettere la sicurezza.
Rimane da valutare l’impatto pratico di questa rivoluzione silenziosa sui flussi aeroportuali e sulla percezione della sicurezza da parte dei passeggeri, in un momento in cui il settore dell’aviazione civile cerca di conciliare efficienza operativa, sicurezza e gestione dei flussi migratori in un contesto europeo sempre più integrato. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!