Un’enorme eruzione solare ha scosso il bordo nordorientale della nostra stella, trasformando un imponente filamento magnetico in un gigantesco flusso di plasma incandescente. L’evento, registrato in tempo reale dal Solar Dynamics Observatory della NASA, ha prodotto un’impressionante esplosione che ha squarciato l’atmosfera solare scavando un “canyon di fuoco” di proporzioni titaniche: oltre 400mila chilometri di lunghezza – più della distanza Terra-Luna – e pareti incandescenti alte più di 20mila chilometri. Una struttura talmente vasta da poter contenere decine di pianeti come il nostro, sospesa tra le violente dinamiche magnetiche della corona solare.
Il protagonista dell’evento era un filamento magnetico, ovvero una nube di plasma sospesa sopra la superficie del Sole grazie a campi magnetici intensissimi. Queste strutture, quando perdono stabilità, collassano ed esplodono con una potenza immane, trasformandosi in eruzioni solari capaci di liberare enormi quantità di energia e materia. In questo caso, la frattura magnetica ha innescato anche un’espulsione di massa coronale (CME), una bolla di plasma carica di particelle e campi magnetici che ora viaggia nello spazio.

Resta da chiarire se questa CME sia diretta verso la Terra. Se così fosse, potrebbe impattare con la nostra magnetosfera nei prossimi giorni, generando aurore polari spettacolari ma anche potenziali disturbi alle comunicazioni e alle reti elettriche. Per ora, gli scienziati attendono nuovi dati dai coronografi del satellite SOHO, che offriranno una visione tridimensionale della nube in espansione e aiuteranno a stabilire la traiettoria precisa del materiale espulso.
Intanto, l’evento conferma l’intensificarsi dell’attività solare in vista del picco del ciclo solare atteso tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. Il Sole, con i suoi impulsi di energia e le sue improvvise eruzioni, continua a ricordarci quanto sia dinamica e imprevedibile la nostra stella madre. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
