Il 15 luglio 2025 si è spento a 71 anni Enrico Valenti, l’uomo che ha dato voce, corpo e anima a un pezzo fondamentale della memoria collettiva di milioni di italiani. Non davanti alla telecamera, ma sempre dietro le quinte. Non con clamore, ma con dedizione e arte. Valenti non era solo il creatore di Uan, il cane rosa simbolo di Bim Bum Bam, ma il custode di un’epoca d’oro della televisione per ragazzi. Con lui, se ne va uno degli ultimi grandi artigiani dell’immaginario infantile italiano.
Nato nel 1954 a Milano, Enrico Valenti fin da piccolo mostrò un interesse profondo per l’arte del teatro di figura. Non si trattava del disegno animato o del cartoon: la sua vocazione era il pupazzo reale, manipolato da mani invisibili ma carico di espressività. Una passione radicata nella tradizione, che Valenti seppe traghettare nel futuro.
Dopo aver lavorato come fotografo di scena tra il 1973 e il 1977 nel fervente ambiente teatrale milanese, Valenti conobbe il Teatro del Buratto, uno dei centri propulsivi dell’innovazione teatrale italiana. Qui, tra spettacoli per ragazzi, musica dal vivo e marionette, affinò le sue competenze tecniche e artistiche, preparando inconsapevolmente il terreno per una rivoluzione nel linguaggio televisivo destinata a cambiare per sempre la TV dei ragazzi.
Fu proprio al Teatro del Buratto che Valenti conobbe Kitty Perria, già animatrice esperta e allieva di Maria Perego, la “mamma” di Topo Gigio. Condividendo una visione comune sull’uso del pupazzo in televisione, i due artisti fondarono nel 1979 il Gruppo 80, in risposta al rifiuto della cooperativa teatrale di investire nel mezzo televisivo.
Il nome della nuova società nacque per caso da un calendario: Cina80. Ma il futuro del gruppo sarebbe stato tutt’altro che casuale. In uno scantinato milanese iniziarono a prendere vita personaggi destinati a entrare nell’immaginario nazionale.
La prima grande occasione arrivò con Five, draghetto mascotte della neonata Canale 5, doppiato da un giovane Marco Columbro. Ma fu nel 1983, con la creazione di Uan per il programma Bim Bum Bam, che il Gruppo 80 conquistò un posto nella storia. Uan — nome che richiama “One”, il numero uno di Italia 1 — nacque quasi per caso, da un pezzo di peluche rosa e da un’idea buttata lì a cena. Ma divenne subito l’idolo dei bambini.
Uan, animato magistralmente e doppiato da Giancarlo Muratori (poi Pietro Ubaldi), era un personaggio vivace, irriverente ma affettuoso, che parlava con spontaneità e intelligenza ai bambini. Un “bambino pupazzo” che faceva domande, litigava bonariamente con Paolo Bonolis, strappava risate e lanciava messaggi educativi senza mai sembrare paternalista.
Il successo di Uan e dei suoi “fratelli” (come Four per Ciao Ciao, Frittella e MicMac per Italia 7, o Ullallà per Passaparola) non fu solo creativo, ma anche tecnico. La cifra stilistica del Gruppo 80 era l’animazione su nero: gli animatori, vestiti di nero, muovevano i pupazzi su uno sfondo scuro creando un effetto visivo di sorprendente realismo. A differenza dei Muppet, i pupazzi italiani erano animati da un team specializzato, con un doppiatore separato dall’animatore, garantendo così performance più articolate e precise.
Valenti insisteva su pupazzi robusti e funzionali, perché “non serve fare un pupazzo bellissimo se poi non riesci ad animarlo”. La sua filosofia era artigianale, ma con uno sguardo rivolto all’innovazione. L’obiettivo non era solo intrattenere, ma educare con dolcezza, veicolare valori di amicizia, rispetto, curiosità e creatività attraverso un linguaggio familiare, diretto e mai banale.
Accanto al lavoro di Valenti e Perria, va riconosciuto il ruolo cruciale di Alessandra Valeri Manera, storica responsabile della programmazione per ragazzi di Mediaset. Fu lei a credere e investire nel progetto Bim Bum Bam, selezionando con cura i cartoni animati giapponesi più amati e facendo crescere un’offerta editoriale di straordinaria coerenza.
La sua visione editoriale — insieme alla creatività di Valenti e alla voce inconfondibile di Cristina D’Avena — costruì una TV dei ragazzi che era molto più di un contenitore: era una comunità affettiva, un ambiente familiare, un momento atteso del pomeriggio. Senza la sinergia con Valeri Manera, Bim Bum Bam non sarebbe stato il fenomeno culturale che è stato.
I pupazzi di Valenti non sono stati solo personaggi televisivi: sono diventati icone generazionali. Uan, in particolare, è sopravvissuto alla fine del programma (2000) e ha conosciuto una rinascita attraverso il fenomeno del revival nostalgico. I bambini degli anni Ottanta e Novanta, oggi adulti, continuano a riconoscersi nei suoi sketch, nei botta e risposta con Bonolis, nelle sigle cantate da Cristina D’Avena.
Il lascito artistico di Valenti è oggi conservato anche fisicamente: molti pupazzi originali del Gruppo 80 sono esposti nel Museo Giordano Ferrari di Parma, dove rappresentano una testimonianza concreta del contributo dato alla cultura dell’infanzia italiana.
Valenti ha sempre rifiutato i riflettori. Era un uomo riservato, affezionato al suo laboratorio, agli oggetti, ai materiali. Preferiva i fili delle marionette alle interviste in TV. Ma proprio questa dedizione silenziosa è ciò che rende la sua figura ancora più grande. Il suo lavoro ha formato, educato e divertito milioni di italiani senza che quasi nessuno conoscesse il suo volto.
Oggi, mentre piangiamo la sua scomparsa, celebriamo una carriera che è andata oltre la televisione, toccando il cuore delle persone e restando impressa in quella parte dell’anima che custodisce i ricordi più puri dell’infanzia.
Enrico Valenti lascia in eredità non solo i suoi personaggi, ma anche un modello culturale ed educativo. In un’epoca di contenuti sempre più rapidi e superficiali, il suo lavoro ci ricorda l’importanza dell’artigianalità, della cura, della responsabilità verso il pubblico più giovane.
Il Gruppo 80 non era solo un’officina creativa, ma una vera scuola di pensiero sulla comunicazione infantile. E Valenti ne è stato l’anima. Un uomo che, con stoffa, colla e ingegno, ha dato vita a pupazzi che hanno insegnato a una generazione intera cosa vuol dire sognare con gli occhi aperti.
Ciao Enrico. E grazie di tutto. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!