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Comune di Milano, richiesta di arresto per l’assessore Tancredi e immobiliarista Catella

La Procura di Milano ha chiesto sei misure cautelari nell’inchiesta urbanistica, coinvolgendo l’assessore Tancredi e l’imprenditore Catella per presunti casi di corruzione e falso in progetti chiave della città.
Credit © Wikipedia

La Procura di Milano ha avviato un’operazione di vasta portata che ha scosso il settore urbanistico del capoluogo lombardo, richiedendo al Gip sei misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione edilizia cittadina. Tra i destinatari delle richieste di arresto figurano nomi di primo piano: Giancarlo Tancredi, assessore comunale alla Rigenerazione urbana, e Manfredi Catella, fondatore e amministratore delegato del gruppo Coima, regista di molte delle trasformazioni architettoniche che hanno ridisegnato lo skyline milanese negli ultimi decenni.

I pubblici ministeri Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, coordinati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, hanno proposto i domiciliari per l’assessore Tancredi e l’imprenditore Catella, mentre per altri quattro indagati, tra cui un ex presidente e un componente della Commissione Paesaggio oltre a due imprenditori edili, è stata richiesta la custodia cautelare in carcere. Le accuse a vario titolo sono di corruzione e falso, in un sistema che secondo gli inquirenti avrebbe favorito operazioni immobiliari speculative attraverso l’aggiramento delle normative urbanistiche.

La figura di Tancredi, milanese classe 1961 e laureato in architettura, rappresenta un elemento di particolare rilevanza nell’inchiesta. Prima di diventare assessore nel 2021, per anni è stato dirigente della pianificazione urbana del Comune di Milano, occupandosi di progetti fondamentali come Porta Nuova, Portello, City Life, Expo 2015, la Darsena e lo stadio San Siro. La sua profonda conoscenza dei meccanismi urbanistici della città lo ha reso una figura chiave nella gestione delle trasformazioni milanesi, motivo per cui la sua posizione nell’inchiesta assume contorni particolarmente delicati.

Anche più significativa è la posizione di Manfredi Catella, presidente del gruppo Coima e considerato uno dei principali artefici della Milano contemporanea. Catella, laureato in Economia e Commercio e specializzato in pianificazione territoriale, ha sviluppato alcuni dei progetti più iconici della città: dal quartiere di Porta Nuova al Pirellino, dallo Scalo di Porta Romana destinato ad accogliere il Villaggio Olimpico per Milano-Cortina 2026 alla Biblioteca degli Alberi. Le indagini hanno colpito l’imprenditore nel momento in cui si apprestava a partire per un viaggio programmato, quando gli investigatori gli hanno notificato gli atti dell’inchiesta direttamente in aeroporto.

Il sistema sotto indagine tocca il cuore della Milano contemporanea e coinvolge progetti che hanno trasformato l’identità urbanistica della città. Le indagini si concentrano su un presunto meccanismo attraverso il quale alcuni progetti immobiliari sarebbero stati favoriti tramite relazioni privilegiate tra funzionari pubblici e costruttori privati, con particolare attenzione al ruolo della Commissione Paesaggio del Comune. Tra i protagonisti dell’inchiesta figura anche Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione Paesaggio, accusato di aver ricevuto consulenze senza poi astenersi dalla valutazione di progetti a lui riferibili.

I progetti finiti sotto la lente degli inquirenti rappresentano un campionario delle più ambiziose operazioni immobiliari degli ultimi anni. Il Pirellino, simbolo dell’architettura milanese del Novecento, è oggetto di un controverso progetto di riqualificazione che ha visto Coima acquisire l’immobile nel 2019 per 194 milioni di euro. Il progetto, affidato allo studio Diller Scofidio + Renfro, prevede la ristrutturazione della torre e il risanamento conservativo dell’edificio a ponte, mantenendo la destinazione d’uso direzionale. Tuttavia, le modifiche normative introdotte dal nuovo Piano di Governo del Territorio nel 2020 hanno complicato l’iter autorizzativo, introducendo vincoli di edilizia residenziale sociale che non esistevano al momento dell’acquisto.

Altrettanto rilevante è la posizione del quartiere di Porta Nuova, uno dei maggiori progetti di rigenerazione urbana d’Europa che ha trasformato un’area centrale abbandonata per oltre quarant’anni. Il progetto, sviluppato e gestito da Coima, si estende su una superficie di oltre 290.000 metri quadrati e include la Biblioteca degli Alberi, terzo parco per grandezza di Milano. Questo spazio verde, progettato dalla designer olandese Petra Blaisse, ospita più di 500 alberi e 135.000 piante di 100 specie diverse, rappresentando un modello di integrazione tra sviluppo urbanistico e sostenibilità ambientale.

Lo Scalo di Porta Romana costituisce un altro tassello fondamentale dell’inchiesta. L’area, destinata ad accogliere il Villaggio Olimpico per i Giochi Invernali di Milano-Cortina 2026, rappresenta un progetto di rigenerazione urbana di eccezionale portata. Coima sta realizzando 320 unità abitative, di cui 95 in edilizia pubblica e 225 in edilizia convenzionata, in un’operazione che dopo le Olimpiadi vedrà la trasformazione del villaggio in residenze universitarie. Il cantiere, attualmente in pieno fermento per rispettare i tempi dell’evento olimpico, ha visto recentemente il completamento dell’aspetto strutturale degli edifici.

L’inchiesta ha coinvolto anche l’architetto Stefano Boeri, figura di fama internazionale nota per aver progettato il Bosco Verticale. Per Boeri, che non è destinatario di misure cautelari, sono state eseguite perquisizioni nell’ambito dell’indagine. L’architetto risulta già coinvolto in altri due procedimenti giudiziari a Milano: uno per turbativa d’asta e false dichiarazioni relativo alla Biblioteca europea di informazione e cultura, l’altro per abuso edilizio sul progetto Bosconavigli. Il coinvolgimento di Boeri evidenzia come l’inchiesta abbia raggiunto anche le più prestigiose firme dell’architettura contemporanea milanese.

Il nuovo filone investigativo si inserisce in un contesto più ampio di indagini sulla gestione urbanistica milanese che ha già portato, lo scorso marzo, agli arresti domiciliari di Giovanni Oggioni, architetto ed ex vice presidente della Commissione Paesaggio di Palazzo Marino. Oggioni, considerato dagli inquirenti il “grande manovratore” di un sistema di speculazione edilizia selvaggia, è accusato di aver favorito pratiche edilizie in cambio di utilità, ottenendo l’assunzione della figlia nella società Abitare In per contratti dal valore di oltre 124.000 euro tra il 2020 e il 2023. La sua posizione è particolarmente significativa perché, secondo le indagini, avrebbe partecipato alla stesura degli emendamenti della legge “Salva Milano” per bloccare le indagini sull’urbanistica.

Le operazioni investigative hanno visto l’impiego di circa 80 militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, che hanno eseguito 24 perquisizioni personali, domiciliari e presso studi professionali. La Guardia di finanza ha anche proceduto presso il Comune di Milano con un ordine di esibizione della documentazione relativa agli interventi edilizi oggetto di indagine, acquisendo atti presso gli uffici del segretario generale e del responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza.

Le indagini hanno portato nei mesi scorsi al sequestro preventivo di diversi cantieri e all’adozione di misure cautelari personali, configurando quello che il procuratore capo di Milano Marcello Viola ha descritto come un “fenomeno di incontrollata espansione edilizia che ha assunto dimensioni di rilievo notevolissimo”. Il sistema indagato avrebbe comportato la realizzazione di operazioni immobiliari altamente speculative attraverso l’aggiramento delle norme urbanistiche, con particolare riferimento alla procedura di demolizione e ricostruzione autorizzata attraverso la Segnalazione Certificata di Inizio Attività invece che con i necessari piani attuativi.

Il prossimo 23 luglio i sei indagati si presenteranno davanti al giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini per l’interrogatorio preventivo, procedura introdotta dalla riforma Nordio che precede l’eventuale concessione di misure cautelari. Questa fase permetterà agli indagati di esporre le proprie ragioni e alla difesa di presentare elementi a discarico prima della decisione finale sulle misure cautelari richieste dalla Procura. La decisione del giudice determinerà se accogliere le richieste dei pubblici ministeri o rimodularle alla luce degli elementi emersi durante gli interrogatori.

Il caso si inserisce nel più ampio dibattito sulla legge “Salva Milano”, approvata dalla Camera nel novembre 2024 con 172 voti favorevoli e 41 contrari, in attesa del via libera definitivo del Senato. La norma, volta a sbloccare circa 150 cantieri fermati dalla Procura per presunti abusi edilizi, prevede disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia, consentendo interventi di demolizione e ricostruzione attraverso procedure semplificate in ambiti già edificati e urbanizzati. L’arresto di Oggioni e le successive indagini hanno tuttavia sollevato interrogativi sulla genesi di questa legge, che secondo gli inquirenti sarebbe stata influenzata proprio dagli indagati per mettere al riparo dalle inchieste il sistema edilizio milanese.

La vicenda rappresenta un momento di svolta per l’urbanistica milanese, coinvolgendo progetti che hanno caratterizzato la trasformazione della città negli ultimi decenni. Le indagini mettono in discussione il “modello Milano” di sviluppo urbano, basato su grandi operazioni di rigenerazione che hanno attirato investimenti internazionali e ridisegnato l’identità architettonica del capoluogo lombardo. L’esito dell’inchiesta potrà influenzare significativamente le future politiche urbanistiche della città, in un momento in cui Milano si prepara ad accogliere le Olimpiadi Invernali del 2026 e a completare i progetti di riqualificazione urbana già avviati. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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