È Morto il Papa, chi era Papa Francesco: la vita di Jorge Mario Bergoglio

Il primo Pontefice latinoamericano della storia è morto all’età di 88 anni dopo 12 anni di pontificato caratterizzati da un approccio rivoluzionario alla guida della Chiesa cattolica.
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Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, è morto oggi 21 aprile 2025 all’età di 88 anni. Il primo Pontefice latinoamericano della storia, protagonista di un pontificato durato 12 anni e 39 giorni, ha lasciato un’impronta indelebile nella Chiesa cattolica e nel mondo contemporaneo. La sua vita, segnata da una straordinaria semplicità unita a una profonda visione riformatrice, ha attraversato alcuni dei momenti più significativi della storia recente, dalle dittature sudamericane alle crisi globali del XXI secolo, fino a diventare una delle voci più autorevoli nel panorama internazionale su temi come la povertà, l’ambiente, la pace e il dialogo interreligioso.

Nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, Jorge Mario Bergoglio era figlio di emigranti piemontesi: il padre Mario, ragioniere impiegato nelle ferrovie, e la madre Regina Sivori, casalinga che si occupava dell’educazione dei cinque figli. La sua formazione iniziale fu quella di un tecnico chimico, ma ben presto sentì la vocazione religiosa che lo portò a entrare nel seminario diocesano. L’11 marzo 1958 passò al noviziato della Compagnia di Gesù, iniziando così il percorso che l’avrebbe portato a diventare il primo Papa gesuita della storia. Completò gli studi umanistici in Cile e, tornato in Argentina, si laureò in filosofia nel 1963 presso il collegio San Giuseppe a San Miguel, aggiungendo successivamente anche la laurea in teologia.

Gli anni della formazione e del primo ministero sacerdotale coincisero con un periodo turbolento per l’Argentina. Tra il 1964 e il 1966 fu professore di letteratura e psicologia, prima nel collegio dell’Immacolata di Santa Fé e poi nel collegio del Salvatore a Buenos Aires. Il 13 dicembre 1969 venne ordinato sacerdote dall’arcivescovo Ramón José Castellano. Dopo un ulteriore periodo di formazione in Spagna tra il 1970 e il 1971, il 22 aprile 1973 emise la professione perpetua nei gesuiti. Quello stesso anno venne nominato provinciale dei gesuiti dell’Argentina, ruolo che mantenne fino al 1979, attraversando gli anni bui della dittatura militare durante i quali si impegnò per dare protezione ai religiosi perseguitati.

Dopo l’esperienza come provinciale, Bergoglio riprese il lavoro in ambito universitario fino a diventare, tra il 1980 e il 1986, direttore spirituale e confessore nella chiesa della Compagnia a Córdoba. La sua ascesa nella gerarchia ecclesiastica iniziò quando il cardinale Quarracino lo volle come stretto collaboratore a Buenos Aires. Il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo nominò vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires, e il 27 giugno dello stesso anno ricevette la consacrazione episcopale. Il 3 giugno 1997 fu promosso arcivescovo coadiutore di Buenos Aires e, alla morte del cardinale Quarracino il 28 febbraio 1998, gli succedette come arcivescovo. Il 21 febbraio 2001, Giovanni Paolo II lo creò cardinale, mentre dal 2005 al 2011 ricoprì la carica di presidente della Conferenza Episcopale Argentina.

Già durante il periodo come arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio si fece notare per il suo stile semplice e la sua vicinanza ai poveri. Rifiutava l’auto di servizio, preferendo spostarsi con i mezzi pubblici, e viveva in un modesto appartamento dove si preparava da solo i pasti. La sua frase «La mia gente è povera e io sono uno di loro» riassumeva perfettamente il suo approccio pastorale. A Buenos Aires sviluppò un progetto missionario incentrato sulla comunione e sull’evangelizzazione, con quattro obiettivi principali: comunità aperte e fraterne, coinvolgimento dei fedeli laici, evangelizzazione capillare e assistenza ai poveri e ai malati.

L’elezione al soglio pontificio avvenne il 13 marzo 2013, al quinto scrutinio, dopo la clamorosa rinuncia di Benedetto XVI. Fu una scelta storica sotto molteplici aspetti: primo Papa proveniente dal continente americano, primo gesuita a diventare Pontefice e primo a scegliere il nome di Francesco, mai utilizzato prima da un predecessore. La scelta del nome fu emblematica della sua visione: spiegò infatti di essersi ispirato a Francesco d’Assisi come uomo della povertà, della pace e della cura del creato. Le sue prime parole dalla loggia di San Pietro – «Fratelli e sorelle, buonasera» – anticiparono lo stile diretto e semplice che avrebbe caratterizzato tutto il suo pontificato.

Fin dai primi giorni, Francesco ruppe con numerose tradizioni: rifiutò l’abito corale e le scarpe rosse previste per l’occasione della sua prima apparizione, preferendo mantenere la croce pettorale in argento che utilizzava già come vescovo; scelse di stare in piedi durante l’omaggio dei cardinali anziché seduto sulla poltrona papale; tornò alla Domus Sanctae Marthae sul pulmino con gli altri cardinali invece di utilizzare l’automobile papale; si recò personalmente alla Casa del Clero dove aveva soggiornato prima del Conclave per prendere i bagagli e pagare il conto. Decise inoltre di risiedere permanentemente nella Domus Sanctae Marthae anziché nell’appartamento papale del Palazzo Apostolico, segnando così una netta discontinuità con i predecessori.

Il pontificato di Francesco è stato caratterizzato da importanti riforme e da una particolare attenzione alle questioni sociali e ambientali. Ha indetto un Giubileo straordinario della Misericordia, ha riformato i dicasteri vaticani, ha preso posizione forte in difesa dei migranti e si è impegnato con determinazione per debellare gli abusi sui minori all’interno della Chiesa. La sua enciclica «Laudato si’» del 2015 sull’ambiente e l’ecologia integrale ha rappresentato un punto di svolta nel magistero sociale della Chiesa, esortando a un cambiamento radicale nel rapporto tra uomo e creato.

La figura di Bergoglio ha riempito un vuoto storico a livello mondiale, divenendo un punto di riferimento per gli esclusi, i poveri e gli oppressi di tutto il mondo. Il suo impegno per la pace si è manifestato in numerose occasioni, come testimoniano i suoi viaggi apostolici in zone di conflitto e i suoi appelli costanti contro la «globalizzazione dell’indifferenza». Una delle peculiarità del suo pontificato è stata anche la convivenza, fino al 31 dicembre 2022, con il Papa emerito Benedetto XVI, creando una situazione inedita di «Chiesa bicefala» mai vista prima nella storia.

La morte di Papa Francesco lascia un’eredità spirituale e intellettuale di straordinaria ricchezza. Le sue numerose pubblicazioni, tradotte in tutto il mondo, continueranno a ispirare credenti e non credenti. La sua autobiografia «Life. La mia storia nella Storia», pubblicata nel 2024, rappresenta una testimonianza preziosa attraverso la quale il Pontefice ha ripercorso gli eventi che hanno segnato l’umanità negli ultimi ottant’anni, condividendo le origini di quelle idee che hanno contraddistinto il suo pontificato, dalle coraggiose dichiarazioni contro la povertà e la distruzione ambientale, alle dirette esortazioni ai leader mondiali per il dialogo tra i popoli e la lotta alle diseguaglianze. Come lui stesso ha scritto: «Life vede la luce perché, soprattutto i più giovani, possano ascoltare la voce di un anziano e riflettere su ciò che ha vissuto il nostro pianeta, per non ripetere più gli errori del passato».