Un incontro destinato a entrare nei libri di storia. Il faccia a faccia tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky nella Basilica di San Pietro, avvenuto poco prima dell’inizio dei funerali di Papa Francesco, ha catalizzato l’attenzione internazionale. Ma a catturare l’immaginario collettivo è stato soprattutto il cosiddetto “giallo delle tre sedie”, attorno al quale stanno proliferando interpretazioni contrastanti e vere e proprie narrazioni alternative.
I fatti documentati sono chiari: nelle immagini diffuse dall’ufficio della presidenza ucraina, si vede che quando Trump e Zelensky si avvicinano al luogo del loro incontro, vengono raggiunti dal presidente francese Emmanuel Macron. In quel momento, sulla sinistra, vengono predisposte tre sedie. Successivamente, però, le inquadrature cambiano e le immagini mostrano soltanto Trump e Zelensky seduti a colloquio, con la terza sedia che risulta spostata poco lontano, nei pressi di una colonna della basilica.
Ma cosa è realmente accaduto in quei momenti? Alcuni media hanno sostenuto che Macron avesse tentato di “imbucarsi” al vertice tra Trump e Zelensky, per poi essere allontanato dal presidente americano. Il Secolo d’Italia ha scritto che “la terza sedia scompare non appena Macron viene respinto da Trump”, mentre Libero Quotidiano ha affermato che “Trump ha fatto capire al presidente francese che non c’era spazio per lui”.
Ma queste ricostruzioni sono totalmente false Come si evince molto chiaramente dalle immagini Macron si avvicina a Trump e Zelensky solo per salutare e mentre si sta per allontanare è proprio il presidente Trump a richiamarlo e fermarlo appoggiandogli la mano sul fianco sinistro.
È in quegli istanti che i membri della curia vaticana aggiungono una terza sedia pensando si debba fermare anche il Presidente Francese che però, intuendo che a parlarsi dovessero essere direttamente Trump e Zelensky, non partecipa all’incontro.
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— Newsroom Italia (@NewsRoomItalia) April 27, 2025
Al di là di come la si possa pensare sul Presidente Francese Macron le immagini parlano chiaro e solo chi è in malafede può trarre conclusioni diverse da quelle che vi abbiamo riportato. Ciò che rimane indiscutibile è l’importanza storica dell’incontro tra Trump e Zelensky, avvenuto in un contesto di grande solennità come il funerale di Papa Francesco, un pontefice che ha dedicato gran parte del suo pontificato alla ricerca della pace. Questo colloquio, durato circa 15 minuti, è stato definito “molto produttivo” dalla Casa Bianca e “costruttivo” dallo staff di Zelensky.
Il presidente ucraino ha scritto sui social media che l’incontro potrebbe diventare “storico” se porterà ai risultati auspicati: “La protezione delle vite del nostro popolo. Un cessate il fuoco completo e incondizionato. Una pace affidabile e duratura che impedirà il ripetersi della guerra”. Successivamente, come documentato dalle fonti ufficiali, Zelensky ha incontrato singolarmente anche Emmanuel Macron e Keir Starmer.
Dopo il funerale di Papa Francesco, Trump ha espresso perplessità sulla reale volontà di Vladimir Putin di raggiungere la pace. In un post sul suo social Truth, il presidente americano ha criticato i recenti bombardamenti russi su aree civili ucraine: “Mi fa pensare che forse non vuole fermare la guerra, mi sta solo prendendo in giro, e che debba essere trattato in modo diverso, attraverso sanzioni bancarie o secondarie? Troppa gente sta morendo”.
L’incontro tra Trump e Zelensky rappresenta il primo faccia a faccia tra i due leader dopo il teso confronto avvenuto a febbraio nello Studio Ovale della Casa Bianca, quando si verificò un acceso scambio di opinioni. In quell’occasione, come ricordato dall’Adnkronos, Trump accolse Zelensky, presentatosi con la consueta tenuta militare, con un ironico: “Si è vestito elegante”. Un dettaglio che rende ancora più significativo il cambio di abbigliamento del presidente ucraino, che ai funerali del Papa ha indossato un sobrio completo nero, abbandonando per la prima volta dall’inizio della guerra la sua caratteristica mimetica.