Le Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera hanno approvato un emendamento al decreto Infrastrutture che sancisce il rinvio del blocco alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5 dal primo ottobre 2025 al primo ottobre 2026 nelle regioni del Bacino Padano. La misura, che ha ricevuto il via libera definitivo, rappresenta una svolta significativa per milioni di automobilisti e imprese del Nord Italia.
Il provvedimento modifica sostanzialmente l’originaria normativa contenuta nel decreto-legge 121 del 2023, che avrebbe imposto lo stop alla circolazione delle autovetture e dei veicoli commerciali diesel Euro 5 a partire dal primo ottobre 2025 in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. L’emendamento prevede inoltre l’innalzamento della soglia demografica per l’applicazione delle limitazioni dai precedenti 30.000 abitanti a 100.000 abitanti, restringendo significativamente l’ambito territoriale di applicazione della misura.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha comunicato la “grande soddisfazione” del vicepremier Matteo Salvini per l’approvazione dell’emendamento, che il ministro aveva fortemente sostenuto definendo le precedenti misure come parte delle “follie europee” legate al Green Deal. La normativa originaria nasceva dalla necessità di rispondere alle procedure di infrazione aperte dalla Commissione Europea contro l’Italia per il superamento sistematico dei limiti di PM10 e biossido di azoto nelle zone del Bacino Padano, particolarmente critico per la qualità dell’aria.
L’emendamento è frutto di un lavoro coordinato tra diverse forze politiche della maggioranza. Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera e primo firmatario dell’emendamento, ha dichiarato che l’obiettivo è “dare un freno alle follie di Bruxelles sull’Euro5”, sottolineando come la misura consenta alle regioni di avere più tempo per organizzarsi e trovare modalità alternative per ridurre l’inquinamento senza vietare la circolazione di determinati veicoli. Anche Fabio Raimondo, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Trasporti, ha espresso soddisfazione per il recepimento dell’emendamento, definendolo “una misura di buon senso che tiene conto delle difficoltà concrete che tanti cittadini e imprese stanno affrontando”.
La portata del provvedimento è considerevole, coinvolgendo secondo le stime dell’Automobile Club d’Italia oltre un milione di veicoli tra autovetture e veicoli commerciali nelle quattro regioni interessate. In particolare, si tratta di veicoli immatricolati tra il 2011 e il 2015, quando era in vigore lo standard Euro 5, che rappresentano una quota significativa del parco circolante nelle regioni del Nord Italia. Secondo i dati regionali, in Piemonte sono coinvolti circa 236.000 veicoli, in Veneto oltre 340.000, in Lombardia 484.000 e in Emilia-Romagna circa 270.000.
La nuova normativa introduce anche una maggiore flessibilità per le amministrazioni regionali. Decorso il termine del primo ottobre 2026, le Regioni potranno evitare l’introduzione del blocco strutturale per i veicoli commerciali diesel Euro 5 se adotteranno misure alternative compensative idonee a raggiungere livelli di riduzione delle emissioni coerenti con i vincoli dell’ordinamento europeo. Queste misure potranno includere l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati, l’aumento delle aree verdi urbane e interventi di mobilità sostenibile alternativa.
Il provvedimento originario del 2023 prevedeva sanzioni severe per i trasgressori, con multe comprese tra 168 e 679 euro e la possibilità di sospensione della patente da 15 a 30 giorni in caso di recidiva. Le limitazioni dovevano essere operative nei giorni feriali, con fasce orarie variabili a seconda della regione: dalle 8:30 alle 18:30 in Piemonte ed Emilia-Romagna, dalle 7:30 alle 19:30 in Lombardia.
L’emendamento approvato prevede inoltre che le Regioni possano introdurre la limitazione strutturale alla circolazione anche prima del termine del primo ottobre 2026, mediante l’aggiornamento dei rispettivi piani di qualità dell’aria, qualora lo ritengano necessario per il raggiungimento degli obiettivi ambientali. Questa disposizione mantiene la possibilità per le amministrazioni locali di adottare misure più restrittive in base alle specifiche esigenze territoriali.
La questione del blocco dei veicoli diesel Euro 5 si inserisce nel più ampio contesto delle politiche europee per il miglioramento della qualità dell’aria. L’Italia è stata oggetto di multiple procedure di infrazione da parte della Commissione Europea per il superamento sistematico dei valori limite di PM10 e biossido di azoto, con sentenze di condanna della Corte di Giustizia nel 2020 e nel 2022. Nel 2022, secondo i dati della Commissione, ventiquattro zone di qualità dell’aria in Italia presentavano ancora valori limite giornalieri superiori al consentito.
Il rinvio del blocco ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre le forze di maggioranza hanno accolto positivamente la misura come una vittoria del pragmatismo sulla “ideologia ambientalista”, le organizzazioni ambientaliste hanno espresso critiche, sostenendo che il rinvio rappresenta un’occasione mancata per affrontare l’emergenza inquinamento nella Pianura Padana. Legambiente ha definito la decisione “contraddittoria”, sottolineando che nel tempo trascorso non sono stati messi in campo strumenti e risorse utili ad accompagnare la transizione verso mezzi di trasporto meno inquinanti.
La decisione di rinviare il blocco offre ora un anno aggiuntivo a cittadini e imprese per adeguarsi alle nuove normative, potendo valutare alternative come l’acquisto di veicoli meno inquinanti o l’adesione a sistemi di monitoraggio chilometrico come il Move-In, già attivo in alcune regioni. Questo dispositivo consente di superare le limitazioni orarie sostituendole con un limite chilometrico annuale, monitorato attraverso una scatola nera installata sul veicolo. Il governo ha inoltre la possibilità di utilizzare questo periodo per implementare misure di accompagnamento, come incentivi per il rinnovo del parco auto e il potenziamento del trasporto pubblico nelle aree interessate. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!